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Borderlands 3 - prova

Bigger, better and soprattutto more badass!

Los Angeles - Fino a qualche tempo fa nel mondo dei videogiochi esisteva una regola aurea per creare il sequel perfetto, che potremmo chiamare la Prima Legge di CliffyB. Questo in onore di Clifford Michael Bleszinski, al tempo giovane e rampante designer di Gears of War, che è stato il primo ad esplicitarla in maniera così chiara durante la presentazione di Gears of War 2. In altre parole, secondo CliffyB, per avere un seguito di successo basta poco: è sufficiente creare un'esperienza similare stando però attenti a renderla più grande, più rifinita e soprattutto più spettacolare. In inglese suona molto bene: bigger, better and more badass.

Seguendo queste indicazioni, difficilmente si sbaglia. 2K e Gearbox devono pensarla nello stesso modo tanto che Borderlands 3, al momento, sembra esattamente questo: una versione più grande, esagerata e rifinita del padre dei looter shooter.

Le novità introdotte dallo sviluppatore texano, infatti, al momento non sembrano stravolgere la formula che ha consentito loro di vendere milioni di copie qualche anno fa. Anche perchè forse non ce n'era particolarmente bisogno. Quello che hanno fatto è stato il prendere il meglio di tutto quello che è uscito finora (la violenza del primo capitolo, i pestoni di The Pre-Sequel) e impacchettarlo in una nuova enorme serie di missioni. Col risultato che Borderlands 3 è ancora dannatamente veloce, stiloso e divertente.

Vecchi e nuovi protagonisti si alterneranno sullo schermo.

Nel caso in cui abbiate vissuto sulla Luna, vi rinfreschiamo la memoria: Borderlands 3 è uno sparatutto cooperativo ambientato in un lontano pianeta, quello di Pandora. Un luogo arido, inospitale e popolato da tutta una serie di creature decisamente poco amichevoli, e cattivi inaspettatamente carismatici. Il nostro compito sarà farci largo tra corporazioni malvagie e sette religiose deviate, grazie a una serie di folli e potentissime armi, lasciate in quantità industriale dai nemici lungo i vari livelli.

Il ritmo con il quale si trovano queste bocche da fuoco, oltre che la follia delle stesse, è uno degli elementi che maggiormente differenzia la serie di 2K da altri esempi del genere, come Destiny o Anthem. Gearbox ha creato più una sorta di Diablo coi fucili, un gioco nel quale si cambia continuamente arma sperimentando di volta in volta le diverse combinazioni possibili, alla costante ricerca della più devastante.

Oltre ad avere due modalità di fuoco differenti, ogni arma sarà caratterizzata da un'affinità elementale diversa e da un'usabilità molto particolare. Ci saranno quelle che sparano proiettili che inseguono automaticamente il bersaglio, quelle che forniscono uno scudo protettivo o quelle che disegnano scie colorate nell'aria. Così, tanto per creare un po' di caos.

Le armi sono folli e colorate, ognuna con la propria animazione e le proprie statistiche. Quello che hanno in comune è l'efficacia nel far fuori i nemici.

Nella creazione dell'arsenale di Borderlands 3, Gearbox non si è tirata indietro e ha attinto a piene mani dalla creatività dei suoi dipendenti. Sam Winkler, narrative designer del gioco, ci ha confidato che ogni idea, anche quella più folle, è stata vagliata in fase di sviluppo. Se funzionava veniva introdotta, in caso contrario veniva riposta in un cassetto, in attesa di trovare un modo per farla funzionare.

Il risultato è un numero di armi pressoché raddoppiato rispetto ai precedenti Borderlands. Un numero impressionante, vista la varietà presente negli episodi passati. Non si tratta però solo di una ricerca quantitativa. Ogni bocca da fuoco ha un design differente, differenti animazioni che ne regolano il rinculo o la ricarica, oltre che speciali effetti collaterali che potranno essere combinati con i vari barili esplosivi o con le abilità dei personaggi per ottenere effetti quantomeno fantasiosi. Non si tratta di gameplay emergente, ma poco ci manca.

Le armi non sono le uniche novità introdotte da Gearbox. Innanzitutto per ogni classe sono state introdotte nuove abilità, attive e passive, con le quali caratterizzare il proprio guerriero. A queste vanno aggiunte delle augmentation, ovvero delle modifiche speciali alle abilità di base. La sentinella, per esempio, può equipaggiare un drone volante che attacca automaticamente i nemici. Oltre a poterne migliorare la portata e la forza, sarà anche possibile modificare l'aspetto del drone. Amara, la nuova Sirena, potrà invece cambiare l'affinità elementale della propria abilità.

In questo modo due Sirene, per quanto potenzialmente simili, potranno essere profondamente diverse. E non stiamo parlando del mero aspetto fisico, nonostante in Borderlands 3 sia, finalmente, personalizzabile.

Zane, la Sentinella, sarà l'unico personaggio a poter equipaggiare due abilità. La seconda sostituirà la granata.

Certo, avere un team composto da tutte e quattro le classi di personaggi dovrebbe essere la soluzione migliore, anche perchè ognuno di loro è caratterizzato sia dal punto di vista estetico, sia da quello delle abilità, ma selezionare lo stesso personaggio non dovrebbe precludere nulla.

L'obiettivo di Gearbox, infatti, è quello di eliminare qualsiasi potenziale limite alla collaborazione tra amici. Per questo motivo ogni partita sarà "semi-istanziata". In altre parole il loot e la forza degli avversari saranno tarati in base al proprio personaggio e non alla forza dell'host della partita.

Questo consente di eliminare due problemi: da una parte non esisteranno più i cosiddetti loot ninja, ovvero quei giocatori che rubano tutte le ami e le munizioni lasciati a terra dai nemici, e dall'altra si potrà giocare con i propri amici in qualunque momento, non importa se ci saranno tanti livelli di differenza. Tutto, infatti, dalla forza degli avversari alla qualità del loot, sarà regolato in base alla propria partita, rendendo ogni sessione utile per ottenere nuova esperienza o armi, oltre che divertente dato che la sfida sarà sempre all'altezza.

Ci sarà una grande varietà di nemici, ognuno debole ad un elemento in particolare, da sfruttare per semplificare lo scontro.

L'obiettivo è quello di semplificare al massimo l'esperienza e mettere al centro di tutto il gameplay. Borderlands 3 è veloce, frenetico, facile da prendere in mano anche per sessioni molto brevi. Grazie alla scivolata, alla possibilità di arrampicarsi, alle coperture distruttibili e alle nuove affinità elementali, gli sviluppatori hanno introdotto una manciata di nuovi elementi da tenere in considerazione durante le battaglie, anche se nel tripudio di proiettili ed esplosioni è facile perdere di vista tutti i tatticismi per concentrarsi semplicemente sullo scontro e sul portare a casa la pelle.

Nonostante i nemici non siano particolarmente furbi, il loro numero e la loro resistenza li rende piuttosto coriacei e potrebbe talvolta capitare di finire K.O. Fortunatamente sarà possibile riportare in vita i compagni, così come questi ultimi potranno curarci qualora fossimo noi a finire al tappeto.

Fatto salvo per queste differenze, pad o tastiera alla mano, Borderlands 3 non differisce così tanto dai suoi predecessori. L'intento è quello di "far sentire a casa" i vecchi fan, senza per questo stranirli con un gameplay estremamente complesso. Le missioni sembrano il classico susseguirsi di sparatorie, inseguimenti a bordo di veicoli e dialoghi strampalati nei quali i vari personaggi tratteggiati da Gearbox fanno a gara per dire la cosa più folle.

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Questo primo round lo vince Claptrap, protagonista di un divertente balletto, con canzoncina annessa, davvero riuscito. Speriamo che l'adattamento in Italiano di Cidiverte riesca a mantenere inalterata questa vena di follia. In seconda posizione, a poca distanza, ci sono i vari boss e le loro descrizioni, sempre ficcanti e taglienti. In Borderlands 3 dovrebbero esserci più boss battle e scontri epici rispetto ai predecessori, tanto per confermare l'intento di avere tutto bigger, better and more badass.

Da questi elementi si dovrebbe capire come lo stile sopra le righe della serie sembri essere stato mantenuto immutato, sia visivamente che narrativamente. Pandora e tutti gli altri pianeti presenti nel gioco sono immediatamente riconoscibili grazie al pulitissimo cel-shading di Borderlands 3. Allo stesso modo la voglia di fare citazioni e di prendere in giro tutto e tutti è ancora lì, graffiante come in passato.

Non stupiamoci quindi di vedere qua e là echi di Star Wars, di Portal o di qualunque altra produzione sci-fi degli ultimi anni, perché probabilmente è esattamente quello che gli sviluppatori volevano fare. In questo modo Borderlands 3 è una gioia per gli occhi, per la fluidità del motore di gioco, ancorato a 60fps (perlomeno su PC corazzati Ryzen), per il tripudio di luci ma anche per i tanti dettagli nascosti qua e là tra i livelli.

Amara potrà colpire i barili esplosivi e lanciarli contro i nemici. L'effetto è assicurato.

E di dettagli ce ne saranno davvero tanti, visto che sarà possibile viaggiare tra i diversi pianeti che compongono l'universo di Borderlands. Pandora, infatti, sarà solo uno degli scenari sui quali si combatterà. Durante un trailer mostrato al termine della presentazione ne abbiamo potuti contare 4 o 5, ma ufficialmente abbiamo fatto la conoscenza solo di Pandora e Promethea, un pianeta pesantemente civilizzato, sede della Atlas.

In questo caso la struttura di gioco non è stata stravolta ma il cambio di ambientazione ha consentito agli sviluppatori da una parte di mettere alla prova la loro creatività, dato che hanno dovuto creare un mondo molto differente dal deserto di Pandora, e dall'altra di infarcire i livelli con nuovi avversari robotici. In questa occasione il nostro cammino si incrocerà con quello di Zer0, uno dei tanti protagonisti dei vecchi Borderlands che ci aiuteranno lungo il nostro cammino. Un'altro, per esempio, sarà Lilith, che in questo terzo capitolo riveste il ruolo di capo della Crimson Guard.

Per spostarsi da un luogo all'altro sarà possibile usare la Sactuary, una nave che sarà la base di tutta la nostra cricca. Tra le sue stanze sarà possibile trovare commercianti, medici e aiutanti vari grazie ai quali potenziare o rifornire il proprio personaggio. Inoltre sarà possibile cambiare l'eroe controllato, oltre che salvare il setup di armi prediletto, in modo da richiamarlo facilmente prima di andare a combattere. Potenzialmente tra i corridoi della nave si nascondono nuove storie e segreti, come Claptrap che si sta costruendo una fidanzata, grazie ai quali rendere ancora più colorito e goliardico questo universo.

Per questo motivo abbiamo chiesto a Winkler se avessero intenzione di espandere nuovamente la lore di Borderlands su altri media oltre al videogioco. I fumetti ufficiali o Tales of Borderlands erano stati in grado di ampliare le storie e la mitologia di Pandora, con grossi benefici per tutti. E con tutti questi nuovi pianeti, personaggi e situazioni, trovare nuove storie potrebbe essere persino più semplice. Il narrative designer al momento non ha potuto condividere i piani di Gearbox, affermando di non conoscerli, ma ha ammesso che gli piacerebbe molto, essendo stato un avido lettore dei precedenti comics.

Proseguendo nel solco della tradizione, Borderlands 3 sembra voler offrire ai fan della serie tutto ciò che desiderano. Più armi, più nemici, ancora più armi e nuove sfide. Grazie ad un ritmo indiavolato e uno stile tagliente, la produzione di Gearbox non sembra soffrire più di tanto l'affollamento di looter shooter sul mercato. Anzi, rifiutando qualsivoglia forma di microtransazioni all'interno del progetto, proclama orgogliosamente il suo essere distante dalla concorrenza. Forse qualche novità in più sotto il profilo della struttura di gioco non avrebbe guastato, ma lo sviluppatore texano ha fatto intendere che nei prossimi mesi ci saranno ancora diverse occasioni per parlare del gioco.

Restate quindi con noi per tutte le novità di Borderlands 3!

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Borderlands 3

PS4, Xbox One, PC

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Luca Forte

Contributor

Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.

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