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From Dust

Provato il god game del creatore di Another World.

Nella versione da me testata, ovvero quella per Xbox 360, basta tenere premuto il grilletto sinistro per raccogliere ciò che sta sotto il puntatore e quello destro invece per depositarlo, modificando così il paesaggio a piacimento. Il materiale può essere acqua, terra o magma, e più si terrà premuto il grilletto, maggiore sarà la sfera che andremo a formare.

Queste azioni ci permettono di apprezzare un motore fisico davvero convincente, dove fare colare della lava in un fiume porterà al suo immediato raffreddamento e alla formazione di una diga naturale di pietra, che non bloccherà ma devierà il corso d'acqua. Volendo però potremo scavare un bacino artificiale per creare un lago, e successivamente prosciugarlo risucchiandone l'acqua e scaricandola altrove.

Tutto ciò si renderà necessario sostanzialmente per due ragioni, ovvero per permettere il transito dei nostri fedeli, come già detto, e per rendere più rigogliosa la flora del nostro mondo.

Nel primo caso, infatti, sparsi per la mappa vi saranno dei totem che richiederanno attorno ad essi la presenza di alcuni fedeli. Questi possono potranno dare luogo alla creazione di un villaggio o all'evocazione di un particolare incantesimo necessario a concludere la missione. Le magie imparate da un villaggio potranno essere divulgate grazie a un volontario scelto dal capotribù che dovrà fisicamente recarsi nei nuovi insediamenti.

Insomma, tra che devono raggiungere le pietre sotto cui pregare, tra che devono andare in giro a diffondere le loro conoscenze, è facile capire come le mappe diano luogo a pellegrinaggi di fedeli che dovranno trovarsi la strada spianata. Purtroppo però il più delle volte non sarà così, e ci accorgeremo che tra noi e la destinazione finale ci sarà sempre un ostacolo da aggirare. Ecco quindi spiegata la necessarietà delle nostri doti da demiurghi.

La seconda ragione, come accennavo poco sopra, riguarda invece la vegetazione: quando riusciremo a creare un insediamento, attorno ad esso si formerà della flora il cui progresso verrà mostrato da un indicatore in basso a sinistra dello schermo. Il nostro compito sarà aumentare manualmente gli appezzamenti di terreno in modo che il verde dell'isola raggiunga una certa estensione.

Una volta che l'indicatore sarà al massimo le mappe si popoleranno di animali, che potranno sbloccare nuove missioni. Purtroppo anche in questo caso il gioco dimostra un gusto estetico alquanto bizzarro, e se è vero come scrivevo che il nostro avatar assomiglia a un grosso anellide, gli animali che potremo "evocare" nei livelli da me visti assomigliano a degli scarafaggi corazzati che, se li vedessi sul pavimento di casa mia, li ammazzerei a colpi di ciabatta. Il buon Eric Chahi però è un personaggio un po' particolare, e non ci si deve dunque stupire più che tanto...

Superata la seconda missione, piuttosto facile, di nome Il Rito, giunge la funesta Il Ruggito del Mare, in cui ci troveremo in lotta contro il tempo per creare un villaggio ed evocare subito dopo una preghiera che protegga i nostri abitanti da un imminente tsunami.