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From Dust

Provato il god game del creatore di Another World.

La palma d'oro per il miglior tempismo resta ancora saldamente in mano a Sony e al suo Motorstorm Apocalypse, lanciato a poche ore dal sisma giapponese e in cui si doveva correre in una metropoli devastata da violenti terremoti. Al tempo stesso, però, il buon Chahi pare volersi aggiudicare la piazza d'onore, sebbene ora che il gioco sarà uscito la memoria collettiva della recente sciagura si sarà affievolita.

Il gameplay non cambia poi nella missione successiva, in cui periodicamente il nostro villaggio verrà travolto da violente ondate d'acqua e dove, ancora una volta, ci troveremo in lotta contro il tempo per fare raggiungere ai nostri fedeli una pietra con cui evocare l'incantesimo "Addensa Acqua". Grazie ad esso, quasi fossimo dei novelli Mosè, potremo aprire i flutti e fare transitare i nostri adepti là dove diversamente sarebbero annegati. Una fine nefasta, questa, che è sempre possibile sperimentare qualora non si sia abbastanza svelti a plasmare il territorio per raggiungere l'uscita dal livello prima dello scadere del timer.

Sebbene mi sia stato detto che non tutte le missioni saranno impostate in questo modo, non nascondo che la costante corsa contro il tempo nelle mappe da me provate è stato l'elemento che ho meno gradito di tutto il gioco. Avrei infatti voluto provare a plasmare i terreno come più mi piaceva, giocare con la terra e col mare, dare magari fuoco ai dei boschi facendoci colare sopra la lava e poi spegnere le fiamme rovesciandoci sopra l'acqua raccolta da un vicino lago. Purtroppo però mi trovavo sempre di corsa a raccogliere sabbia e a rovesciarla in mare, per creare dei passaggi artificiali per i miei adepti capaci di bloccarsi davanti a un rigagnolo d'acqua.

Che gusto c'è quindi ad essere delle divinità se poi ci si deve trovare sempre in affanno, peggio di Charlie Chaplin alla catena di montaggio in Tempi Moderni? Non resta quindi che attendere il codice finale per vedere se i primi livelli del gioco rappresentino o meno il gameplay di From Dust nella sua interezza.

Se così purtroppo fosse, un'altra caratteristica del gioco che ho notato potrebbe rivelarsi deleteria per le coronarie, ovvero la lentezza con cui si spostano i fedeli lungo la mappa di gioco. Sia ben chiaro, vista l'estensione la loro velocità è più che realistica, ma in quelle occasioni in cui ero davvero in lotta contro il tempo, mi sono trovato a imprecare verso lo schermo sperando che in qualche modo qualcuno dall'altra parte mi sentisse e si desse una smossa.

Tolti questi dubbi, il gioco pare avere le carte in regola per ben figurare: col pad si controlla tutto molto bene (stick sinistro per navigare la mappa, stick destro per muovere la telecamera) e la grafica è convincente a patto di non zoomare sulle singole unità: in tal caso si noterà una vegetazione un po' approssimativa, con texture fin troppo stirate. Stiamo comunque pur sempre parlando di un "god game" scaricabile in digital delivery, non certo di Crysis 2, il che ci porta a chiudere un occhio di fronte a certe leggerezze.

Occhi puntati quindi a questa estate, quando Ubisoft farà uscire il gioco. Solo allora capiremo se siamo delle divinità giuste e benevole o invece incapaci e perennemente in affanno, e soprattutto se Eric Chahi potrà rientrare nell'Olimpo dei game designer dal quale è assente da ormai molti anni.

From Dust sarà disponibile questa estate per Xbox 360, PlayStation 3 e PC.