Skip to main content
Se clicchi sul link ed completi l'acquisto potremmo ricevere una commissione. Leggi la nostra policy editoriale.

Kotick risponde a Tim Schafer

"Mai avuto niente a che fare con lui".

Non solo Electronic Arts. Il CEO di Activision ha anche altri nemici, e uno di questi è sicuramente il boss di Double Fine, Tim Schafer. Indimenticabili, per esempio, gli attacchi dell'autore di Brütal Legend a quello che Schafer definisce Darth Vader.

Al di là delle antipatie personali, il seme della discordia tra Kotick e Schafer va ricercato nella pubblicazione di Brütal Legend, gioco che Activision non avrebbe voluto far arrivare sugli scaffali dei negozi.

Originariamente Brütal Legend era un titolo di Vivendi, ma in seguito alla fusione che portò alla nascita del colosso Activision Blizzard, le priorità della compagnia cambiarono, e l'interesse nei confronti del titolo Double Fine scemò spingendo Schafer a rivolgersi a EA per la pubblicazione del gioco. O almeno questo è quanto generalmente si dice. La verità è probabilmente racchiusa tra le carte degli avvocati e nelle menti dei protagonisti della vicenda.

"Il tizio viene fuori e dice che sono uno xxxxxxx", ha dichiarato Kotick a Edge.

"Nella mia vita non l'ho incontrato una sola volta. Non ho mai avuto niente a che fare con lui. Non sono mai stato coinvolto nel progetto di Vivendi al quale stava lavorando, Brütal Legend, se non quando durante un incontro i ragazzi lo stavano guardando e dicevano che aveva mancato ogni milestone, che aveva superato il budget e che in fondo non sembrava un gran gioco. Lo cancelleremo, dicevano.

"E sai cosa? Mi sembrava ragionevole cancellarlo."

Kotick ha commentato inoltre una sua dichiarazione di qualche tempo fa, diventata uno dei cavalli di battaglia dei detrattori del CEO di Activision: "voglio togliere il divertimento dallo sviluppo dei videogiochi".

"Era solo uno scherzo! Il problema è che ci sono persone, ma sono solo una minoranza, che credono che io parlassi seriamente... Come posso evitare tutto questo?".

"Questo è il lavoro dei miei sogni. Mi diverto coi videogiochi da quando ho 18 anni. Avrei potuto comprare qualsiasi compagnia ma ne acquistai una in bancarotta, e faccio questo lavoro da 21 anni. L'ipotesi che io non ami i videogiochi è ridicola, ma appeno dico qualcosa viene decontestualizzata".