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Finti Youtuber rubano chiavi di Steam: ecco come

Uno sviluppatore smaschera la truffa.

Uno sviluppatore ha mostrato quanto sia facile in rete spacciarsi per un utente di Youtube e ricevere molti codici Steam per i giochi gratuitamente, come riporta Gamespot.

Leszek Lisowski, proprietario dello studio polacco Wastelands Interactive, ha dichiarato di aver mandato 46 e-mail a vari sviluppatori, spacciandosi per uno Youtuber, chiedendo a ognuno un codice gratuito per un suo gioco.

"In risposta, ho ottenuto 16 chiavi per 15 giochi, per un valore di più di $400," ha affermato.

Per ragioni di marketing, gli sviluppatori hanno l'abitudine di dare codici gratuiti ai proprietari di canali Youtube nella speranza che facciano pubblicità ai loro titoli. Ma è facile cadere in inganno.

Lisowski scrive: "Permettetemi di sottolineare una cosa: ho impiegato tre ore mandando mail a quasi 50 sviluppatori semplicemente chiedendogli un codice Steam, affermando di essere uno Youtuber con 50.000 iscritti. In cambio, ho ricevuto chiavi Steam per un valore di $400. Questo significa in teoria che ho guadagnato quasi 150 dollari in un'ora."

E aggiunge: "Se avessi speso più tempo nel rendere la mia identità crdibile, o solo nel mandare più messaggi, credo proprio che i risultati sarebbero stati migliori. In ogni caso, ricevendo un solo messaggio, il 25% degli sviluppatori sono stati derubati".

Lisowski ha cominciato a sospettare della truffa quando ha trovato uno dei suoi giochi ancora in fase di sviluppo, Worlds of Magic, in vendita senza la sua autorizzazione. Per scoprire come fosse potuto accade, ha acquistato il suo stesso gioco.

"Sono andare sullo store e ho comprato un codice usando la mia carta di credito. Così ho scoperto che la chiave era quella spedita ad uno Youtuber. Inizialmente ho pensato che il tipo avesse ricevuto tre chiavi, tenuto una per sé e venduto le altre due, ma dopo aver controllato era chiaro che ne avesse ricevuto una sola. Mi ci è voluto un po' per capire cosa stesse succedendo".

Dopo aver fatto ricerche più approfondite, Lisowski è ora convinto che "quasi il 70% delle chiavi che abbiamo dato sono state richieste con false pretese, o per usare termini più chiari, rubate".