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Videogiochi e inclusività: uno scrittore rifiuta un lavoro perché non ci sono personaggi LGBTQ

L'inclusività nei videogiochi è 'necessaria'?

Siamo abituati, stando a contatto sia con il mondo interno che quello esterno del medium videoludico, a sentire diverse storie: alcuni hanno dell'incredibile, a volte ce ne sono di straordinarie, e altre rasentano l'assurdo, come in questo caso: uno scrittore che stava per essere reclutato nella scrittura di un videogioco ha rifiutato l'incarico perché nessuno dei personaggi rappresentati nella storia apparteneva alla comunità LGBTQ.

Nel forum NeoGAF, un dipendente (probabilmente con un ruolo importante) ha riportato la vicenda: "Lo studio con cui sto lavorando su un progetto necessitava di uno scrittore che aiutasse a stendere la storia e la lore dell'universo già creato che si focalizza su 5 personaggi principali. Quando si è presentato lo scrittore per il colloquio di assunzione, ha chiesto se ci fossero personaggi LGBTQ. Gli è stato risposto di no, e ha chiesto se potessimo cambiare uno dei personaggi per renderlo gay (o lesbica)."

"Abbiamo risposto di essere spiacenti, perché i personaggi e le loro storie erano già stati scritti, e non si potevano cambiare. Allora si è alterato, ha detto «Scusate ma non posso lavorare qui se non volete rendere questo progetto LGBTQ-friendly» dandoci anche degli omofobi. Sappiate che ci sono tre membri della comunità LGBTQ nel nostro team [...]. Mi ha mandato il sangue al cervello."

Chiaramente possono esserci molte ragioni per rifiutare un incarico, ma resta il fatto che rifiutarlo per una motivazione simile sembra eccessivo, a maggior ragione se poi si implica automaticamente che le persone con cui si sta parlando siano omofobe solo per l'assenza di personaggi appartenenti a specifiche categorie.

Fonte: NeoGAF