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Silent Hill: Downpour

Scende la pioggia...

Muoversi nella foresta intorno a Silent Hill si tramuta in un'esplorazione non lineare e immersiva, che in più di qualche circostanza fa smarrire il giocatore o lo costringe a rivisitare più volte una stessa zona, prima di scovare il sentiero corretto. Inutile ricordare che ogni nostra scelta, sia essa anche un banale bivio, condurrà a differenti evoluzioni dell'intera storyline e, allo stesso modo, a diversi epiloghi: un marchio di fabbrica che i fedelissimi della saga non potranno non apprezzare.

Pad alla mano, l'obiettivo principale della nostra prima sessione di gioco è quello di riattivare una vecchia funivia che collega le montagne, tra le quali siamo attualmente intrappolati, alla città. La scampagnata ad alta quota (che si dimostra prodiga di panorami e squarci suggestivi) ci conduce all'interno della cucina di un ristorante abbandonato, quasi del tutto satura del gas che fuoriesce da un vecchio fornello.

Nella nostra prima visita nell'Otherworld, verremo braccati da questa peculiare sorgente di luce rossastra.

Il tentativo di arginare la perdita darà il là a un ancor più pericoloso incendio, che dovremo estinguere nel minor tempo possibile (considerando che tutte le porte della stanza sono bloccate) per evitare un prematuro epilogo. Domate le fiamme (dopo alcuni tentativi, a onor del vero) le pareti intorno a Murphy iniziano a sgretolarsi progressivamente, catapultando il nostro attonito alter ego all'interno dell'universo di ruggine e metallo che contraddistingue ASH (Alternative Silent Hill).

In questa prima fase nell'Otherworld siamo inseguiti da un misterioso bagliore rossastro capace di frantumare ogni cosa sul suo cammino, un vero attentato al nostro autocontrollo mentre corriamo tra angusti corridoi pieni di asperità e immancabili bivi. L'assenza di ulteriori nemici su schermo non facilita il compito, considerando che imboccare la direzione sbagliata, a meno di un repentino cambio, il più delle volte risulta fatale.

Nonostante l'elevato tasso di concitazione, è impossibile non apprezzare l'architettura e l'opprimente senso di degradazione che caratterizzano l'animo malvagio di Silent Hill, reso ulteriormente irreale dalla presenza inspiegabile di enormi cascate che si perdono in un enorme baratro.

La bella agente Anne Cunningham, uno dei comprimari di spicco di questa storia. A nessuno torna in mente Cybil Bennett?

Come anticipato nella nostra introduzione, la vera novità di questo Downpour risiede nelle sue meccaniche di gioco, che segnano una brusca inversione di marcia se paragonate ai trend più recenti: l'approccio marcatamente action che contraddistingue gli ultimi passi del brand viene abbandonato in favore di un horror più psicologico e subdolo, fatto di angoscia, enigmi criptici e di raccapriccianti passeggiate al buio in compagnia di una terribile radiolina.

Si tratta di un ritorno alle origini che i moltissimi fan invocavano ormai da tempo immemore. Ciò non significa comunque che la nuova revisione di Silent Hill sia priva di nemici: al contrario, non mancheranno occasioni in cui la presenza massiva di creature deliranti, unita alla scarsità del nostro arsenale bellico, ci costringerà alla più classica delle fughe, lasciandoci alle spalle le urla inquietanti dei più impensabili aguzzini.

Proprio a tal riguardo, vale la pena sottolineare come la quantità di munizioni delle armi da fuoco in nostro possesso abbia subito un drastico ridimensionamento: centellinare il piombo nei soli momenti in cui è necessario diviene presto una condotta di gioco quasi obbligatoria, che se da un lato aumenta la difficoltà globale in termini di gameplay, dall'altro amplifica al massimo livello il concetto di "survival" insito nell'IP.

Gli sviluppatori ci parlano del gioco.