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Destiny 2 - prova

Senza la Luce, siamo ancora Guardiani?

La presentazione di Destiny 2 si è appena conclusa, e le informazioni non hanno ancora fatto a tempo a sedimentare che già abbiamo avuto la possibilità di provare la prima missione della campagna del gioco.

Homecoming, questo il suo nome, si svolgerà quasi interamente nella Torre, divenuta non più un luogo sicuro nel quale commerciare e ritemprarsi, ma un vero e proprio campo di battaglia. La Legione Rossa dei Cabal ha sferrato un attacco improvviso e totale alla città e le Avanguardie non hanno potuto fare altro che ripiegare e provare a difendersi, spezzando il fronte nemico per cercare di aprire una via di fuga che consenta ai Guardiani di trovare la salvezza.

Esattamente come nel filmato, il personaggio fornitoci era uno stregone di classe Dawnblade pesantemente armato e nel pieno dei suoi poteri. Il Viaggiatore non è ancora stato soggiogato e tutti possono ancora contare sulle vecchie abilità e su di un equipaggiamento avanzato. Dal punto di vista del feeling col pad, dunque, il salto tra il primo capitolo e quello nuovo sembra minimo: in pochi minuti ci si abitua ai movimenti e si ritrovano le care e vecchie abitudini.

Armati di fucile automatico e di cannone portatile ci siamo fatti strada per i corridoi della Torre, riconoscibili solo per qualche spettacolare scorcio rimasto pressoché immutato, non fosse per le decine di navi spaziali della Legione che circondano il Viaggiatore, e qualche sparuto attendente che sta continuando a pulire per terra incurante dei combattimenti e delle macerie che lo circondano.

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In queste prime fasi potremo vedere in azione alcuni dei personaggi più celebri di Destiny, che sfoggeranno finalmente tutto il loro potere. Non solo Cayde-6, dunque, ma anche Zavala e Ikora scenderanno sul campo di battaglia, aiutandoci a resistere alle ondate di nemici, grazie ad una portentosa bolla, abbattendo una navicella a mani nude. Queste sezioni sono assolutamente precalcolate, ma in pochi secondi riescono a dare più carisma e riconoscibilità a queste figure, che anni di continue visite alla Torre.

Il taglio cinematografico di Homecoming è innegabile e pone questa missione di Destiny 2 sullo stesso piano delle migliori sequenze d'azione dei più recenti giochi single player usciti recentemente, con continue interruzioni per portare avanti la storia o eventi scriptati utili a imprimere un ritmo e una progressione ai combattimenti.

Lo stile della missione però era molto classico, un po' perché per forza di cose si attraversano ambienti conosciuti e quindi realizzati in base alle limitazione tecniche e di design di Destiny, un po' per la necessità di introdurre i giocatori, vecchi e nuovi, all'interno del nuovo universo.

Per questo motivo i nemici non sono particolarmente impegnativi, e anche gli elite presenti possono essere fatti a pezzi con un paio di sciabolate della nuova super degli stregoni, che crea ondate di fuoco letali capaci di bruciare intere porzioni di vita anche dai nemici più coriacei.

La prima missione di Destiny 2 riesce a dare in pochi secondi molta più riconoscibilità e carisma ai capi di ogni classe.

Si tratta di un ponte tra vecchio e nuovo che accoglie i veterani con un sistema di gioco, delle abilità e dell'equipaggiamento conosciuti, mentre fa assaggiare brevemente alle reclute come diventeranno lungo il nuovo viaggio che li porterà a visitare la Terra, ma anche pianeti lontani come Nessus, Io e Titano.

L'impressione è che a Bungie facesse comodo avere del materiale non troppo dissimile dal Destiny originale, in modo da non svelare immediatamente le proprie carte e proporre con calma il nuovo sistema di crescita del personaggio che per forza di cose deve prescindere dalla Luce, dato che il Viaggiatore non sarà più in grado di condividerla coi Guardiani.

Inoltre in questo modo quei volponi di Bungie non hanno mostrato alcuna nuova area di gioco e non hanno ancora specificato il grado di libertà che si avrà durante le pattuglie, ma hanno solo detto che finalmente gli eventi in tempo reale saranno mostrati direttamente in game, evitando in questo modo di spingere i giocatori a fare riferimento a siti o applicazioni esterni sia per cercare e gestire un clan, sia per capire quando trovare uno dei tanti elementi casuali delle mappe.

Queste ultime saranno molto molto più vive, con interi dungeon da scoprire, chiamati lost sectors, da esplorare e sconfiggere per ottenere sempre nuovi poteri e armi, che si aggiungeranno alle classiche pattuglie, ai tesori e alle missioni secondarie che per brevi periodi compariranno sulla mappa. Queste introdurranno poii nuovi personaggi, contribuendo in questo modo a comporre un universo più vivo e riconoscibile che in passato, sempre in evoluzione e facilmente plasmabile dalla stessa Bungie.

Rimangono ancora tante ombre sulla componente single player e cooperativa del gioco, ma quello che è stato mostrato evidenzia come Bungie abbia cercato di ascoltare i tanti suggerimenti della sua community per cercare di offrire un prodotto più semplice da approcciare, che integri meglio e più profondamente al suo interno tutte quelle funzioni che inspiegabilmente erano delegate ad app o solamente accennate in Destiny, come la possibilità di accedere a tutti i contenuti anche nel caso in cui si sia dei giocatori solitari o il maggiore rilievo dato ai clan.

Sono però altrettanti gli aspetti ancora oscuri, come il modo in cui ci sposterà sulla mappa, se ci saranno i tanto agognati combattimenti sulle navi spaziali, come si calcolerà la propria forza non potendo più contare sulla Luce e dove troveremo asilo ora che la Torre non esiste più.

Ma adesso dobbiamo chiudere qui, che abbiamo un Assalto e un match PvP da provare su PS4 e anche la possibilità di provare le medesime cose su PC per scoprire come e se gli sviluppatori di Destiny 2 siano riusciti a mantenere la stessa personalità delle armi con mouse e tastiera. Ve lo avevamo preannunciato: saranno giorni Destiny-centrici. Rimanete con noi.

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