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World of Warcraft: Cataclysm

Alla scoperta di Gilneas e dei Worgen.

Apprenderemo inoltre come la nostra maledizione (sì, non temete, il morso ‘lupificante’ arriva ben presto) sia già stata affrontata da un gruppo particolare di Druidi, che sapranno guidarci attraverso la rabbia di sangue che minaccia di ridurci in bestie senza coscienza.

Apprenderemo come il post-Arthas sia tutto tranne che facile e risolto, soprattutto nel senso degli equilibri di potere (anche all’interno della stessa Orda) e di come la Scourge non abbia detto l’ultima parola.

Insomma, benché non venga dato ampio spazio alle storie iniziali come fu per The Burning Crusade, né vi siano rivoluzioni artistiche degne di nota, è impossibile non fare paragoni con la meraviglia di vagare nella città capitale dei Blood Elf o di scorgere in lontananza il relitto dell’Exodar.

Dov’è andato a finire tutto il lavoro del team di sviluppo quindi? Beh cominciamo col dire che vi aspetta un mondo di Azeroth pesantemente ristrutturato, e qui si parla di fatiche ciclopiche: sono state rivisitate molte delle quest iniziali e ne sono state introdotte di nuove, il tutto per rispecchiare i cambiamenti geografici e politici dei suoi continenti principali.

Lo spellbook è stato rivisto per essere ancora più pratico (e bello) da usare.
La grafica di WoW, sebbene non più al passo coi tempi, riesce pur sempre a regalare scorci suggestivi come questo.

L’ultima parte che ha preteso molte “risorse di sistema” sono sicuramente state le meccaniche di gioco: il World of Warcraft del dopo Cataclysm è una grande scommessa in cui i designer hanno cercato di realizzare una versione più semplice ma interessante del MMORPG più amato in Occidente.

La schermata stessa dei talenti ha subito delle modifiche, cercando di spiegare in modo semplice e diretto a quale meta porterà l’intraprendere un sentiero piuttosto che un altro. Anche il modo di presentare le skill è cambiato: il vostro trainer gestirà un elenco più grafico ed esplicativo di quanto non accadesse nella vecchia interfaccia.

Il tutto senza dimenticare che, essendo ora possibile volare per Azeroth, si è dovuto rimettere mano alle mappe anche per quanto riguarda la loro estensione verticale.

È troppo presto per poter dire se questi macro-cambiamenti sortiranno l’effetto sperato dai designer, di certo c’è che influenzeranno pesantemente il modo in cui si vivrà dentro il mondo di gioco. Cataclysm sarà probabilmente l’espansione più critica mai vissuta da WoW in questi 6 anni di vita: potrebbe allungare ulteriormente la longevità del titolo Blizzard o ridurla drasticamente.

Per il momento non possiamo che riporre la massima fiducia nella software house che può ben meritarsi l’appellativo di “one shot one kill”, nell’attesa di poter mettere mano più a lungo su tutta la sequela di innovazioni apportate.

Vi lasciamo dunque con una carrellata di immagini di ciò che attenderà chi intraprenderà la via del Worgen e vi rimandiamo all’articolo sui Goblin, prossimamente su Eurogamer.it!