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Atelier Sophie 2 The Alchemist of the Mysterious Dream Recensione: Il sogno non è finito

Un sequel nel segno della tradizione.

Sophie e Plachta sono tornate. Come dite? Non avete la minima idea di chi siano? Allora che ci fate qui?

Ok, vi perdoniamo. Sicuramente la curiosità vi ha spinti a cliccare su questa recensione, forse avete voglia di un gioco diverso da quelli che in queste settimane affollano canali di streaming e siti specializzati.

L'antidoto all'oscurità punitiva che permea il mondo dei videogiochi in questo periodo è un bell'JRPG fatto di gonnelline piene di pizzi e merletti, colori pastello, animaletti carini e personaggi dal perenne sorriso stampato in faccia. È giunto il momento di Atelier Sophie 2, sequel del gioco GUST da noi recensito la bellezza di sei anni fa.

Questa nuova avventura di Sophie è al tempo stesso un sequel e un prequel in quanto ambientata tra The Alchemist of the Mysterious Book e The Alchemist and the Mysterious Journey. A meno che non siate dei patiti della saga, la possibilità di fare un po' di confusione ma soprattutto di perdersi dei dettagli narrativi è piuttosto alta. No problem, direttamente dal menu principale potrete accedere alla sezione "The Story So Far", che vi rinfrescherà la memoria con un riepilogo discretamente veloce.

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Dopo un prologo abbastanza sbrigativo che funge da raccordo, vi troverete proiettati in una nuova realtà che sembra cristallizzata in una dimensione alternativa. Sophie viene condotta in una ridente cittadina di nome Erde Wiege, ma Platcha sembra essere scomparsa. In realtà in città c'è una ragazza con quel nome, conduce ricerche in un atelier poco distante. Le assomiglia ma non sembra conoscere la sua giovane amica.

Non è lei, c'è qualcosa che non quadra. Questa sorta di paese delle meraviglie senza Alice nasconde un segreto ma, per evitare qualsiasi tipo di spoiler, evitiamo di proseguire oltre. Ci limitiamo a dirvi che la storia di The Alchemist of the Mysterious Dream, sebbene semplice e lineare, risulta ben più interessante di quella del gioco precedente. Preparatevi però ad un'esperienza assai verbosa: specialmente nelle prime ore i dialoghi sono presenti in dose massiccia e il gioco non è localizzato in Italiano. Giocatore avvisato...

Visto che il pubblico di riferimento rimane quello degli "aficionados", la formula e le meccaniche di gioco sono rimaste sostanzialmente le stesse del precedente Sophie. È stato migliorato il sistema di sintetizzazione, fulcro attorno al quale ruota la creazione e il potenziamento di oggetti utili sia in combattimento che per il completamento di alcune missioni secondarie.

Il mini-gioco per sintetizzare gli oggetti è stato migliorato, ma se non vi piacciono le meccaniche “alla Tetris” potrete anche completarlo in modo automatico.

Queste ultime purtroppo non si distaccano molto dai canoni delle fetch-quest, ma in alcuni casi risultano un po' più articolate rispetto alla media e portano a conoscere alcuni NPC interessanti anche se mai pienamente sviluppati. Il mondo di gioco che dovrete percorrere in lungo e in largo durante la vostra forsennata ricerca di ingredienti, offre alcuni divertenti mini-game e l'esplorazione non soffre delle continue interruzioni dovute agli abusatissimi scontri casuali.

I nemici sono infatti visibili su schermo, quindi spetterà a voi scegliere se ingaggiare la sfida o meno. Non esistono schermate di caricamento: un battito di ciglia e sarete nel vivo delle battaglie che si svolgono secondo un sistema a turni piuttosto canonico sebbene diverso dall'ATB dei due Ryza.

I turni sono come sempre visibili sullo schermo e i comandi utilizzabili sono sempre gli stessi: Attacco, Difesa, Abilità, Oggetti e così via. In qualsiasi momento potrete consultare le "intenzioni di attacco" dei nemici, elemento che facilita non poco la decisione delle azioni da intraprendere con ogni elemento del party.

Sebbene la difficoltà sia tutt'altro che alta, risulta comunque importante imparare le debolezze elementali dei nemici più coriacei e colpire con gli attacchi più efficaci. È anche possibile utilizzare tecniche di coppia che tuttavia differiscono da quelle standard unicamente per la quantità di danni prodotta e per le coreografiche animazioni che le precedono.

La longevità complessiva è strettamente dipendente dalla vostra voglia di completare tutte le side quest e le storie secondarie.

Nulla di particolarmente nuovo quindi, ma il tutto risulta assai fluido, accessibile e quindi godibile anche per chi non sia avvezzo ai JRPG. Come dicevamo all'inizio, questo è un gioco indirizzato a chi ha voglia di qualcosa di defaticante, che a tratti proceda quasi con il pilota automatico.

Avremmo apprezzato qualche elemento più hardcore, magari con boss segreti e opzionali, ma il DNA della saga è questo e tale probabilmente rimarrà fino alla fine dei suoi giorni. Atelier Sophie 2: The Alchemist of the Mysterious Dream è esattamente quello che i fan si aspettano, un caramelloso "more of the same" che replica quasi totalmente tutti gli elementi del gioco precedente.

Lascia stupefatti che un franchise del genere, strettamente legato alla tradizione dei JRPG, continui ad avere una discreta fetta di pubblico anche in Italia, non tanto per la sua qualità generale del prodotto (che a fronte di novità prossime allo zero è comunque buona) ma per l'ormai tradizionale mancanza di localizzazione in Italiano.

Pur presentando strutture e modelli poligonali non particolarmente complessi, l'estetica è piacevole. Lo stile di molte location ricorda quello dei paesi nord europei.

Anche in questo caso non si tratta di un ostacolo insormontabile in quanto la narrazione è piuttosto semplice e il gameplay si rifà ai canoni più classici dei giochi di ruolo giapponesi. Se siete incuriositi vi consigliamo tuttavia di iniziare dal capitolo precedente, disponibile ormai da tempo e a prezzo molto più ridotto, per poi tornare nei panni di Sophie solo successivamente.

7 / 10