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Borderlands

Un esperimento ben riuscito...

Il genere degli sparatutto ha bisogno di cose come questa. Gli elementi GdR si sono insinuati in diversi FPS negli anni passati ma in Borderlands ci troviamo di fronte a una vera e propria ibridazione. Non in termini di scelte, trama e conseguenze (prerogativa di S.T.A.L.K.E.R.), ma per i livelli, le statistiche, le abilità, i bottini recuperati e per la possibilità di trafficare con il proprio inventario per ottimizzare le capacità del proprio personaggio. Gearbox afferma di aver creato un role-playing shooter, un RPS , il che vuol dire che vi troverete fra le mani uno sparatutto che ricorda molto... beh, un MMO!

La pietra di paragone che alcuni hanno usato parlando dell'influenza dei GDR in Borderlands è Diablo, ma fino all'uscita del terzo capitolo della storica serie forse è più giusto dire che il titolo 2K mostri molte caratteristiche di uno dei tanti MMO in circolazione.

Questa sensazione è evidente soprattutto nella prima parte del gioco, dove ci si muove continuamente attraverso piccole aree accettando missioni, raccogliendo oggetti di vario genere e uccidendo punk e cani-lucertola mutanti di basso livello.

Per non avere brutte sorprese è fondamentale ricordare le tipologie di mostri presenti nelle varie zone della mappa.

Come accade alla maggior parte degli MMO, anche Borderlands si prende tutto il tempo necessario prima di ingranare, e ci vogliono ore prima che si inizi ad apprezzare davvero l'approccio scelto da Gearbox. Questo non vuol dire che non sia un gioco divertente fin dall'inizio, ma semplicemente che ci mette diverso tempo a scoprire le sue carte.

La lenta espansione del gioco, comunque, è dovuta anche alla splendida modalità multiplayer. Probabilmente chiunque tenderà a giocare la parte iniziale da solo, scelta assolutamente comprensibile vista la qualità del single player di Borderlands.

In solitudine, però, ci si sente come se mancasse qualcosa, e dopo la prima partita in co-op ci si rende esattamente conto di cosa. In multiplayer, infatti, uno dei meccanismi più ovvi del gioco acquista un senso.

Si tratta del “second wind”, che permette a volte di effettuare un'uccisione quando la propria energia è ormai esaurita: uccidete un nemico, e vi rimetterete miracolosamente in piedi pronti a continuare a combattere.

Giocando da soli questa meccanica diventa spesso inutile, perché si finisce col morire dietro l'angolo dove ci si era riparati, senza nessun bersaglio da abbattere a portata di tiro e senza un compagno pronto a dare una mano per risolvere la situazione.

Quindi è in compagnia di qualcuno che Borderlands dovrebbe essere giocato. Mentre le missioni in singolo sono bilanciate per tenere il giocatore occupato e divertito, l'assurda orda di nemici e gli innumerevoli poteri che intervengono in multiplayer rendono l'esperienza ben più caotica e divertente.

Lo spot televisivo di Borderlands.

Essendo in grado di spalleggiarsi a vicenda in perfetto stile Gears of War, si possono concludere scontri impegnativi senza dover mai battere in ritirata. Il gioco cambia bilanciamento a seconda del numero di partecipanti impegnati in battaglia, rendendo l'esperienza perfetta in ogni circostanza.

Perfino la classe del soldato ha la capacità di supportare i propri compagni sparando colpi curativi ai feriti, mentre gli effetti passivi equipaggiati dai vari membri del gruppo potenziano l'intero party.

In quattro giocatori Borderlands si trasforma in una vera e propria sommossa, e chiunque può decidere di abbandonare la partita o rientrare in qualsiasi momento. La campagna è stata strutturata in modo tale da permettere a tre amici di entrare nel party per contribuire al completamento delle quest.

Naturalmente la trama è legata al salvataggio dell'host, ma i compagni d'avventura possono comunque beneficiare di tutto ciò che ottengono durante la partita. I livelli, le armi e le missioni completate giocando online, infatti, si trasferiscono automaticamente nel salvataggio single player di ogni partecipante, dove gli oggetti troppo potenti vengono semplicemente etichettati come “inaccessibili” fino al raggiungimento del livello richiesto per il loro utilizzo.

L'unico appunto da fare a questa modalità riguarda l'impossibilità di gestire in alcun modo la distribuzione del bottino, elemento che potrebbe creare non pochi problemi con alleati sconosciuti generando comportamenti poco piacevoli.

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Borderlands

PS3, Xbox 360, PC

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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