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Concrete Genie - recensione

Una colorata favola dal lieto fine... ma non per il giocatore.

Gli anni di crisi economica, che sembrano ormai quasi impossibili da lasciarsi alle spalle, hanno contribuito a creare tensioni sociali talmente feroci da far diventare il Male, con la M maiuscola, una costante della nostra ordinaria quotidianità. I terroristi sono tra noi: sono i potenti che comandano le nostre consumistiche vite, sono i bulli che vediamo per strada o sul lavoro, forse i terroristi siamo noi stessi.

Eppure, qualcosa di positivo questo decennio potrebbe lasciarcelo: la comprensione del Male stesso. Attenzione, mettiamo subito in chiaro che qui non parleremo di giustificare il Male, ma solo di comprenderlo: perché chi compie un'azione malvagia nei confronti di qualcun altro fa quello che fa? Cosa spinge una persona a schiacciare un altro essere umano? No, quello che stiamo per recensire non è il film su Joker, ma il gioco Concrete Genie: una favola per bambini dai colori sgargianti, ma non troppo.

In effetti, sarà forse una nostra impressione, ma sembra proprio che in questi ultimi anni le opere culturali stiano aprendo la strada ad un nuovo decennio in cui l'emarginato in cerca di riscatto, e che finisce per ledere le persone che lo circondano, possa essere compreso e quindi aiutato. Questa è anche un po' la morale della favola narrata da Concrete Genie.

Il gioco è completamente doppiato in italiano.Guarda su YouTube

Il protagonista Ash è infatti un ragazzo asociale che ama starsene per i fatti suoi creando attraverso i suoi disegni quelli che potrebbero essere definiti i suoi unici amici: il mix perfetto per trasformare chiunque in un bullizzato (pronto ad esplodere) o direttamente in un bullo che forse non esploderà mai sfogando quotidianamente le proprie frustrazioni contro il prossimo.

Trattandosi però di una fiaba per bambini a lieto fine è chiaro che Ash ricada nel primo caso: il ragazzino solitario bullizzato da un gruppetto di suoi coetanei, che scoprirà aver avuto storie familiari terribili che li hanno portati ad essere come sono. Considerando la semplicità della storia, ci verrebbe quasi spontaneo raccontarne anche il finale, ma eviteremo di farlo per rispetto nei confronti dei più sensibili agli spoiler.

Lasciando per un attimo da parte il contesto socio-narrativo in cui fonda le radici Concrete Genie, parliamo ora del gameplay. Come avrete visto dai trailer, nel gioco è possibile disegnare dei "Geni" che prendono vita per aiutarci a superare degli enigmi e a sconfiggere l'oscurità che si è impossessata della nostra piccola (molto piccola) cittadina. Oltre a disegnare Geni, però, attraverso il magico pennello di Ash potremo anche dar colore alla città attraverso la nostra arte muraria, sfruttando degli "stampini" preconfezionati che si possono collezionare nell'ambiente di gioco.

Concrete Genie è bello da vedere quasi in ogni istante.

Effettivamente a lasciare di stucco è la bellezza visiva e artistica che Concrete Genie offre: dai personaggi che paiono animati in stop motion, alla grigia e triste architettura industriale della città che fa da sfondo all'avventura, fino ai coloratissimi disegni "al neon" con cui potremo abbellire ogni strada, vicolo e parete.

Una bellezza che riesce anche ad estendersi nel feeling del gameplay: si disegna muovendo il pad, si corre in giro come su dei pattini, i combattimenti contro le forze dell'oscurità sono frizzanti e adrenalinici... eppure. Eppure Concrete Genie si perde in un bicchier d'acqua: tutta la fresca semplicità del gameplay sfiora solo la superficie senza mai andare a fondo.

Considerate che l'intera avventura si può concludere con molta calma in circa cinque ore di gioco e i combattimenti (così come la corsa pattinata) vengono introdotti a circa un'ora e mezza dalla fine. Ci si ritrova a fare letteralmente quattro combattimenti in totale, di cui uno contro il mega boss finale. Gli enigmi li risolvono in autonomia i geni da noi evocati, e al giocatore resta solo il compito di chiedere il loro aiuto premendo un tasto.

Anche i Geni li creiamo in base alla nostra fantasia tramite appositi 'stampini'.

Insomma, avrete capito che quello che ci siamo trovati di fronte è un classico caso di gioco forse troppo ambizioso per il budget a disposizione, magari con uno sviluppo travagliato o semplicemente con alle spalle uno studio che non è stato in grado di gestire al meglio le proprie risorse finanziarie. Praticamente una di quelle cose che noi videogiocatori siamo quotidianamente abituati a vedere, considerando i costi elevati che richiede il medium videoludico per essere foraggiato.

Il risultato però non può che far storcere il naso e lasciare parecchio interdetto il giocatore. I passaggi emotivi che ci siamo trovati a vivere sono stati questi: inizio intrigante, grossa parte centrale ripetitiva e dal gameplay talmente semplice da risultare infantile, momento in cui vengono introdotte novità di gameplay totalmente inaspettate e gradite, titoli di coda.

Come abbiamo già sottolineato, sia per quanto riguarda la tematica affrontata sia per quanto riguarda la semplicità del gameplay, Concrete Genie sembra un prodotto pensato per un target di bambini. Attenzione, non di ragazzini, ma proprio di bambini a livello di scuole elementari. Non pensate neanche per un attimo che questo sia per noi un aspetto negativo, ma non dev'essere neanche una caratteristica che giustifichi la realizzazione di un'opera frettolosa, poco profonda e chiaramente incompleta.

Pattinaggio e combattimenti: delle piacevoli novità di gameplay che vengono introdotte alla fine del gioco.

Il voto che vedete qui sotto è quindi di frutto di una profonda riflessione: da una parte viene tirato su dal fatto che una certa semplicità di fondo sia consona al target per cui il gioco sembra essere pensato, ma dall'altra l'inconsistenza generale dell'esperienza non può che fare da zavorra a Concrete Genie, al netto di tutta la sfavillante bellezza e immediatezza che il gioco sembrava promettere e che abbiamo giusto assaporato sulla punta della lingua per qualche istante.

Per finire, la modalità in realtà virtuale, presente in Concrete Genie, rappresenta in qualche modo la sintesi di tutto il gioco: un impatto estetico incredibile (chi ha provato la VR può immaginarsi quello di cui parliamo) accompagnato dalla piacevolezza dei comandi, ma condito da una ciclica ripetitività del gameplay e da una futilità di fondo delle azioni da compiere, che il piacere dell'esperienza ne risente in modo irreparabile.

6 / 10
Avatar di Pier Giorgio Liprino
Pier Giorgio Liprino: Per far felice Pier Giorgio basta parlargli di politica, scienza e videogiochi. A questi ultimi s'è avvicinato da bambino giocando ad Age of Empires 2 e da allora è rimasto un appassionato PC gamer, con uno sguardo attento alle console.

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