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Dementium: The Ward

Horror in soggettiva su DS.

L'infinita sequela di spot rilasciati in rete (realizzati con attori in carne e ossa) lo lasciavano presagire: lo scopo di Dementium: The Ward è quello di mettere davvero paura all'utenza DS, rivelandosi in definitiva un prodotto differente da quanto proposto sino ad ora nel catalogo dell'handheld Nintendo. Elementi estrapolati da vari generi (gameplay da shooter in prima persona e atmosfera squisitamente horror) si trovano perciò a convivere nei due schermi della console in un mix discretamente convincente, soprattutto considerando i limiti della piattaforma di riferimento.

Il sistema dei controlli ricalca quello collaudato a suo tempo da Metroid Prime Hunters, e riproposto in maniera più o meno fedele da Call of Duty in versione portatile. Troviamo quindi la croce direzionale a muovere il personaggio e l'accoppiata pennino/touch-screen a gestire la visuale, scegliere le armi in dotazione e in generale navigare tra le opzioni del gioco. Il tasto dorsale sinistro sarà invece deputato al fuoco contro i nemici. Il tutto rappresenta sicuramente la soluzione migliore per questo genere di gameplay, ma bisogna anche sottolineare che, in sessioni di gioco prolungate, i crampi alla mano sinistra potrebbero farsi sentire in maniera alquanto fastidiosa.

Per il resto, Dementium prosegue gli oscuri sentieri tracciati da titoli quali Silent Hill e Doom. La vicenda infatti prende avvio con il risveglio del protagonista in un tetro ospedale psichiatrico, senza che al giocatore venga fornita spiegazione alcuna. Solo con l'esplorazione dei vari ambienti e con l'acquisizione di indizi fondamentali avremo modo di ricostruire pian piano la storia personale del nostro alter ego. Ci troveremo così armati di torcia (e delle numerose armi raccolte lungo la strada) in corridoi angusti e irti di pericoli costituiti dalle abominevoli creature nascoste negli angoli più bui.

Proprio come in Silent Hill, le location sono tutte pervase da un forte senso di decadenza e abbandono.

I mostri che incontreremo nel corso dell'avventura sono di sicuro impatto, non solo per le malate fattezze con cui sono rappresentati, ma anche per l'irruenza con cui entrano in scena. Capiterà spesso di illuminare tetri e desolati corridoi e di dover procedere con cautela, per poi essere sopraffatti all'improvviso da qualche contorto abominio proprio alle nostre spalle. L'atmosfera del gioco ripropone pertanto tutte quelle meccaniche atte a tenere il giocatore in uno stato di ansia perenne, in cui l'oscurità costante e l'esigenza di parsimonia relativa alle munizioni saranno elementi ben più minacciosi dei mostri stessi.

Tra uno scontro e l'altro ci saranno alcuni enigmi da risolvere. È stato piacevole constatare che gran parte di essi sono stati ben implementati all'interno delle situazioni di gioco, senza risultare in noiose forzature in termini di gameplay e atmosfera. Lungo i sedici capitoli di Dementium avremo così modo di affrontare dinamiche ben note agli appassionati del genere (raccogliere armi e medkit, affrontare i mostri, indagare nelle varie location e risolvere qualche rompicapo) con un alcuni tocchi di sana suspense che di certo arricchiscono in maniera più che positiva l'intera esperienza.

A dispetto della versione uscita in USA, quella europea è stata graziata da alcune importanti limature. I mostri si rigeneravano ogni dannata volta che si ritornava in una location, anche dopo aver fatto piazza pulita in precedenza. Ciò non costutiva una vero difetto, ma il problema era che spesso e volentieri ci si trovava carenti di munizioni e perciò costretti ad affrontare i nemici da vicino con le sole armi contundenti. Se a ciò aggiungiamo alcuni boss non propriamente semplici da abbattere capite bene che la frustrazione poteva attendervi ad ogni angolo. L'unica scelta possibile era perciò quella di utilizzare le armi da fuoco solo in caso di effettiva necessità. Lievemente straniante per un titolo in soggettiva...

Gli enigmi sono di buon livello, ma nulla che possa impensierire i veri appassionati del genere.

La vera nota dolente era però rappresentata dal folle sistema di salvataggio, che vi costringeva a ripartire dall'inizio di ogni livello. Considerando che alcune sessioni possono anche durare una buona mezz'ora, davvero non c'erano spiegazioni valide per una scelta tanto discutibile. Fortunatamente, entrambe le questioni sono state risolte, e i giocatori del Vecchio Continente avarnno tra le mani un prodotto sicuramente più accessibile. Ecco, forse troppo accessibile. Il gioco, che non può vantare certo una longevità degna di nota, si rivela quindi privo di sfide dotate di reale mordente. Se da un lato sono stati giustamente eliminati elementi di frustrazione (e di questo ne siamo grati), dall'altro il titolo si trova ancora una volta mal calibrato, stavolta per il verso opposto.

L'intera avventura può così essere terminata in poco più di cinque ore, e purtroppo non c'è nulla che spinga a rigiocarlo una seconda volta. Il gameplay, benché funzionale, potrebbe inoltre apparire eccessivamente obsoleto e rigido, dato che lo schema di situazioni possibili sarà sempre quello citato sopra. Pregevole invece il comparto tecnico, che ci presenta ambientazioni e nemici completamente poligonali, un sistema di illuminazione decisamente accettabile (almeno su DS) e un corredo sonoro competente e capace di esaltare il pathos in quasi tutte le occasioni di rilievo. Dementium: The Ward è in conclusione un buon survival horror, capace di divertire gli appassionati e offrire un piacevole diversivo ai tanti minigiochi spensierati presenti su DS, a patto però di non nutrire aspettative troppo elevate.

6 / 10

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Dementium: The Ward

Nintendo DS

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Dario Tomaselli

Contributor

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