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Here They Lie - recensione

La mente fa brutti scherzi, soprattutto su VR.

Altro giro, altra corsa sulla giostra della Realtà Virtuale firmata Sony. Stavolta si parte per un viaggio decisamente diverso da quello che mi ha visto vestire per poche (ma intense) ore i panni di Batman nella recensione di Batman: Arkham VR. Stavolta si precipita nell'incubo creato dalla start-up indipendente Tangetlemen, che sotto la sapiente direzione di Toby Gard (uno che nella sua vita ha 'solamente' creato uno dei franchise più famosi al mondo, Tomb Raider) e con il supporto del team Sony Santa Monica Studios, ha messo insieme un gioco decisamente particolare.

Vissuto con una visuale in soggettiva, Here They Lie è un horror/thriller di stampo psicologico che trasporta il giocatore in luoghi contraddistinti quasi esclusivamente da tonalità bianche e grigio, con occasionali macchie di colore che ne sottolineano ancora di più la natura onirica. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un gioco che di ludico non ha poi molto e che fa dell'atmosfera il suo punto di forza.

La componente 'giocosa' è ridotta ai minimi termini, così come l'interazione con le ambientazioni che il giocatore si trova ad esplorare quasi fluttuando. Possiamo definirla una storia semi-interattiva caratterizzata da un'atmosfera decisamente malata, che richiama alla mente David Lynch, ma anche Kubrick e un pizzico di Von Trier.

La qualità delle ambientazioni è altalenante. Alcune sono assolutamente immersive e ben realizzate, altre invece avrebbero meritato del lavoro in più.

In Here They Lie non avrete combattimenti da affrontare e nemmeno indizi da raccogliere, né tanto meno enigmi da risolvere. Tutto quello che dovrete fare sarà lasciarvi trasportare dal sogno, guardarvi intorno e capire che diavolo stia succedendo. Sì, perché in questo titolo gli sviluppatori si sono divertiti a prendere il giocatore di sorpresa, a mettergli di fronte situazioni che sembrano svilupparsi in un modo ma che poi prendono tutt'altra direzione.

Direzione che dovrete imparare a gestire anche nelle fasi d'esplorazione, inizialmente spiazzanti. Sì, perché gli sviluppatori hanno optato per un sistema di movimento piuttosto particolare nel quale lo stick sinistro è come al solito deputato al movimento del personaggio in linea retta, il Visore VR all'inquadratura degli scenari e i due tasti dorsali allo spostamento laterale, diviso però in settori.

Mi spiego meglio: ogni volta che premerete R1 o L1, il personaggio ruoterà su se stesso di circa 45 gradi a destra o a sinistra. Tale sistema in teoria dovrebbe limitare il fenomeno del motion sickness, ma risulta decisamente spiazzante nelle prime fasi. La sensazione di vuoto allo stomaco non tarda a farsi sentire a causa di un continuo alternarsi di luci ed ombre, di effetti di sfocatura fin troppo esagerati e continui sali-scendi negli scenari. Siete stati avvertiti: a meno che non abbiate delle viscere al titanio, procuratevi delle pasticche per il mal di mare prima di immergervi in Here They Lie.

L'avventura di per sé gioca parte delle sue carte sui colpi ad effetto che grazie alla Realtà Virtuale non mancano di provocare qualche sussulto. Inevitabile in alcuni momenti paragonare alcune trovate con quelle viste in altri giochi, Silent Hill su tutti: lo stratagemma del corridoio apparentemente senza fine si era già visto in Downpour, tanto per fare un esempio.

La procace signorina che vi accoglierà all'inizio del gioco è decisamente fuorviante. Da quel momento in poi avrete intorno a voi solo oscurità, orrore e follia.

Pur non essendo particolarmente originale, il gioco riesce comunque a coinvolgere nelle sue atmosfere grazie proprio alla Realtà Virtuale e all'ottimo comparto sonoro. Spesso l'orrore peggiore non è quello che ti fa saltare sulla sedia ma quello che ti provoca un senso di disagio dall'inizio alla fine, per poi sfociare in un finale da brivido.

Here They Lie sposa questa tecnica narrativa e mette subito addosso un'ansia quasi tangibile e lo fa spiazzando il giocatore con continui cambi di scena. All'inizio, ad esempio, si viene accolti da una procace signorina che ci parla in maniera suadente in un luogo pienamente illuminato; pochi secondi dopo ci si ritrova in una lurida metropolitana avvolta nelle tenebre che in pochi secondi vomita su di noi sangue, fiamme e rumori sinistri.

Dove HTL si distingue rispetto alla massa è nelle scelte morali che ci pone senza mai far capire quale rappresenti un bene e quale un male nel proseguo del gioco. Solo andando avanti s'intuisce quale svolgimento le nostre scelte hanno portato e questo rappresenta un punto a favore della rigiocabilità.

Dal punto di vista grafico Here They Lie non diventerà sicuramente un punto di riferimento per gli anni a venire. I modelli poligonali sono piuttosto grezzi e questo non contribuisce certo a renderli credibili, mentre le ambientazioni hanno un aspetto poco rifinito e "sporco" che va sicuramente al di là della volontà degli sviluppatori di ricreare un'atmosfera onirica.

Cover image for YouTube videoHere They Lie - Launch Trailer | PS VR

Se a questo aggiungete problemi di stomaco a cui accennavamo prima, che quasi sicuramente vi coglieranno se deciderete di affrontare sessioni troppo prolungate (Tangetlemen ne è cosciente, al punto di aver aggiunto delle schermate che consigliano di fare una pausa), avrete di fronte un'occasione sprecata, qualcosa che avrebbe potuto dare molto di più.

Una buona storia e alcune brillanti scelte di design non bastano per elevare Here They Lie dalla sufficienza stiracchiata. Il consiglio è di prenderlo in considerazione se siete in astinenza da giochi horror, ma se dovete scegliere un solo titolo da utilizzare col vostro fiammante visore VR, la line-up di lancio offre prodotti migliori.

6 / 10

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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