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Classificazione PEGI obbligatoria e presunti divieti: AESVI fa ufficialmente chiarezza

Ecco il comunicato stampa ufficiale.

Nella giornata di ieri avevamo pubblicato una notizia riguardante la classificazione PEGI che verrà resa obbligatoria tra qualche giorno. Tuttavia alcune cose non erano chiare, soprattutto per quanto riguardava il presunto divieto di giochi a persone con età inferiore a quella riportata sulla classificazione PEGI.

Ebbene, a far chiarezza ci ha pensato definitivamente AESVI che, con un comunicato stampa, spiega cosa comporterà l'obbligatorietà della classificazione. Di seguito riportiamo il comunicato stampa in toto.

Come prima cosa il regolamento a cui ci siamo riferiti nell'intervista non è né di AESVI né del PEGI, ma è un regolamento dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), già approvato a marzo scorso con delibera 74/19/CONS, che disciplina la classificazione di opere audiovisive per il web e videogiochi. Il regolamento è stato adottato sulla base della Legge Cinema n. 220 del 14 novembre 2016 e dal successivo decreto legislativo n. 203 del 7 dicembre 2017 secondo un processo decisionale pubblico che ha coinvolto gli operatori del settore, i rappresentanti dei consumatori e le istituzioni. La nostra Associazione, insieme a PEGI SA, l'organizzazione no profit che gestisce il sistema di classificazione PEGI in Europa, ha partecipato all'audizione pubblica e ai successivi lavori del tavolo di co-regolamentazione, con cui sono state definite le linee guida di applicazione del regolamento, in procinto di entrare in vigore.

Il regolamento in oggetto introduce per la prima volta in Italia l'obbligo di classificazione per i videogiochi distribuiti sul mercato italiano, che prima non era previsto. Obbligatorietà della classificazione significa che non potranno essere resi disponibili in Italia videogiochi privi di classificazione e quindi di indicazioni utili per orientare in modo consapevole le scelte di acquisto dei consumatori e dei genitori. Non significa invece prevedere un divieto o una sanzione per la distribuzione di videogiochi adatti ad un pubblico di età superiore ai 18 anni a minori. Questo è un tema che rimane nella decisione e nella responsabilità dei consumatori, e dei genitori, come peraltro succede per tutti gli altri prodotti di intrattenimento.

Tra tutte le industrie creative, l'industria dei videogiochi è il settore attualmente dotato degli strumenti più avanzati di autoregolamentazione a tutela dei consumatori:

  • Il sistema di classificazione PEGI riporta sui prodotti fisici e sulle piattaforme online tutte le informazioni necessarie a compiere acquisti consapevoli: raccomandazioni di età e descrittori in presenza di contenuti violenti, linguaggio scurrile, ecc.
  • I sistemi di controllo parentale consentono ai genitori di impostare: limite di tempo per le partite dei propri figli; divieto di esecuzione di videogiochi inadatti alla loro età; divieto di utilizzare carte di credito o portafogli virtuali associati al dispositivo per effettuare acquisti. I sistemi di controllo parentale sono integrati all'interno di tutte le console per videogiochi in commercio.
  • I produttori informano gli utenti dell'importanza di prendere delle pause durante il gioco di almeno 5 minuti ogni 45-60 minuti, come regola generale.

Tutti gli strumenti elencati sono estremamente efficaci, ma lo strumento di controllo in assoluto più importante resta il genitore. Giocare vicino ai propri figli e divertirsi con loro è il modo migliore di vivere l'esperienza di gioco in famiglia.