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Nintendo Classic Mini NES - recensione

Il Nintendo Entertainment System ritorna dopo 30 anni in formato tascabile e con grafica HD.

Nintendo ha stupito un po' tutti quando il 14 luglio 2016, mentre tutti ipotizzavano possibili presentazioni alla Gamescom di agosto della nuova console casalinga della casa (allora nota come NX), ha annunciato il Nintendo Classic Mini NES, un Nintendo Entertainment System (NES) in miniatura con 30 giochi preinstallati e supporto a grafica ad alta risoluzione.

La "nuova" console ha avuto un potente effetto nostalgico su tutti i giocatori cresciuti tra gli anni '80 e '90. Nonostante infatti Nintendo permetta da oltre una decade di giocare ai giochi NES tramite la Virtual Console delle sue piattaforme fisse e portatili, vogliamo mettere l'idea di farlo con un NES praticamente identico come forma e finiture, ma solo più piccolo e con un controller uguale a quello originale? Nintendo ha fissato l'uscita del Classic Mini NES a novembre, ma ha avviato i preordini già in sede di annuncio. Neanche a dirlo, le prenotazioni sono state cospicue, tant'è che grandi distributori come Amazon si sono visti costretti a bloccare gli ordini apiù di un mese di distanza dalla release.

Adesso il Nintendo Classic Mini è finalmente tra noi, e in questa recensione analizzeremo ogni suo aspetto, partendo dall'estetica e dalle dimensioni, ampiamente trattate nel video unboxing più sotto, fino all'esperienza d'uso, alla qualità dell'emulazione ed ai pregi e difetti.

Il Nintendo Classic Mini NES visto frontalmente. Difficile distinguerlo dalla console originale senza punti di riferimento!

Quando diciamo che il NES Mini è un NES in miniatura intendiamo proprio questo nel senso stretto del termine: la console ha infatti la stessa forma della console casalinga degli anni '80 di Nintendo, con gli stessi angoli spigolosi, le stesse plastiche, gli stessi colori, e persino i due pulsanti power e reset (il primo ha la stessa funzione originale con tanto di led che si accende). Le differenze principali rispetto al fratello maggiore, oltre alle dimensioni, risiedono nell'impossibilità di aprire il vano per le cartucce, nelle porte posteriori e laterali (queste ultime sono assenti) e nelle interfacce dei controller.

Il tasto Reset non ha più la funzione originale, ma serve a tornare nel menu di selezione dei giochi e ad accedere alle opzioni e alle funzionalità avanzate. Sulla parte posteriore del telaio troviamo l'uscita HDMI ad alta definizione ed uno slot micro USB per alimentare la console. Nintendo fornisce nella confezione un solo controller (il secondo va acquistato a parte ad un prezzo di €10), un cavo HDMI e un cavo micro USB. Quest'ultimo va collegato a una presa USB del televisore o, alternativamente, potete collegare un alimentatore da smartphone o un powerbank per fornire la corrente necessaria al funzionamento della console.

Pur essendo praticamente uguali in forma e dimensioni rispetto agli originali, i controller del Mini NES adottano l'interfaccia dello slot di espansione del Wii Remote, e quindi anche del Wii Classic e Pro Controller. Ciò significa che potrete utilizzare sia il NES Classic Controller sulla vostra Wii, sia i Classic e Pro Controller sul Classic Mini NES. Tuttavia, ci sono alcune limitazioni: il NES Classic controller non funziona con tutti i titoli su Wii, ma solo con quelli della Virtual Console. Altra differenza, cruciale, rispetto ai controller originali, è la lunghezza di cavi. Se infatti quelli originali misuravano più di 2 metri, i cavi dei nuovi controller sono lunghi appena 80 cm. Ciò rende inevitabilmente problematico il posizionamento del giocatore rispetto alla TV, specialmente per chi gioca su schermi da 40 pollici e oltre.

Il retro della console ospita l'output HDMI e la connessione micro USB per l'alimentazione.

La console è molto leggera, pesando poco più di 170 grammi, ma presenta caratteristiche tecniche di tutto rispetto, che la rendono sulla carta molto più potente di Wii e New 3DS. Il Mini NES adotta infatti un SoC da smartphone, l'Allwinner R16 costituito da 4 core ARM Cortex A7 a 1,2 GHz e dalla GPU Mali400MP2, capace di mandare su schermo fino a 55 milioni di poligoni al secondo. A titolo comparativo, la GPU Pica200 clockata a 268 MHz del 3DS è non va oltre i 15 milioni di poligoni al secondo. Il resto dell'hardware vede 256 MB di DDR3 e una memoria Flash da 512 MB non espandibile.

Ma a che serve tutta questa potenza in una console che non deve fare altro che far girare i 30 giochi NES preinstallati? Semplice, a fornire la migliore emulazione che Nintendo abbia mai offerto in una sua console. La qualità dell'emulatore integrato nel Classic Mini NES è infatti superiore a quello di Wii, del 3DS e persino del Wii U. I giochi NES non si sono mai visti e giocati così bene su una console Nintendo. La qualità dei pixel in HD e la fedeltà dei colori sono persino superiori rispetto alla console originale. I giochi sono visualizzati a 60Hz e la console offre tre modalità di visualizzazione: Tubo Catodico, che simula le scanline devi vecchi CRT. La modalità 4:3 offre invece il look originale con un leggero allargamento, e infine Risoluzione Originale è una modalità pixel perfect che restituisce le immagini così come sono state pensate.

Il Classic Mini NES offre una libreria di 30 giochi preinstallati non ampliabile. Ci sono alcuni dei titoli migliori del NES ed alcuni di essi hanno anche fatto la storia dei videogiochi. Pensiamo ad esempio a Mario Bros e alla trilogia di Super Mario Bros, a The Legend of Zelda I & II, Final Fantasy, Metroid, Gradius, Ninja Gaiden e tanti altri. Nel menu principale della console troviamo la lista dei giochi, ordinabile in base a diversi parametri quali titolo, publisher, anno di release o numero di utilizzi. In background abbiamo una piacevole musichetta in chip-tune rigorosamente 8-bit e delle animazioni in pixel-art che si alternano a sessioni di gameplay dimostrative che partono in modalità automatica e random.

Adesso sì che è facile rendersi conto delle contenutissime dimensioni della console, sta in una mano!

È certamente una lista di titoli di tutto rispetto (vedi box qui a lato), ma restiamo dell'idea che Nintendo avrebbe potuto fare di più, magari arrivando a 50 o 100 giochi anche con una ragionevole maggiorazione del prezzo. Trenta giochi senza la possibilità di espansione lasciano in qualche modo con l'amaro in bocca e la sensazione è quella di un'opportunità mancata da parte del costruttore giapponese. Negli anni '80 il salvataggio era qualcosa di raro. Non c'erano memory card o hard disk interni e gran parte dei titoli erano quindi pensati per essere terminati in una singola run (non è però che fossero più facili per questo motivo).

Alcuni giochi particolarmente lunghi come Zelda o Simon's Quest erano impossibili da completare in una singola giornata, per cui si affidavano a sistemi come batterie tampone o password. Per la gioia dei fan, Nintendo ha inserito, per ognuno dei 30 giochi, la possibilità di salvare i progressi per ricominciare in qualsiasi momento dopo aver spento la console. Basterà premere il tasto reset e salvare in uno dei quattro slot chiamati da Nintendo "Punti di Sospensione", disponibili per ogni gioco.

Dopo aver analizzato estetica, hardware e qualità dell'immagine e dell'emulazione, passiamo ora all'esperienza d'uso. Accendendo la console tramite il tasto power e prendendo il pad in mano la sensazione di déjà-vu è preponderante. Guardare quella console riprodotta fedelmente in scala, con lo stesso led rosso di funzionamento, ritornare a premere all'impazzata quei tasti così rumorosi e scomodi ed un controller quadrato che oggi potrebbe far storcere il naso ai fissati dell'ergonomia... eppure la sensazione è che sia tutto "al posto giusto". Nintendo ha indovinato a fornire un pad in tutto e per tutto identico all'originale, visto che contribuisce ad aumentare all'ennesima potenza il fattore nostalgia.

Ecco il Mini NES insieme al fratello maggiore. Questo scatto ci dà l'idea della riduzione delle dimensioni.

Tuttavia, anche in questo frangente, si sarebbe potuto fare di più e senza nemmeno chissà quali sforzi. Tanto per cominciare, come già accennato prima, la lunghezza del filo del pad è troppo scarsa. Con 80 centimetri di filo, se piazzerete la console sotto il vostro TV dovrete praticamente stare incollati allo schermo, e se la vostra TV è di grandi dimensioni potrebbe essere un'esperienza tutt'altro che comoda e piacevole. Negli anni '80 quando eravamo bambini gli schermi delle TV erano piccoli, 12-14 pollici. I più agiati avevano TV color da 20 pollici. Spesso si giocava inginocchiati a terra, o si mettevano TV e console sul tavolo per vedere meglio le immagini. Probabilmente Nintendo ha voluto rievocare nelle menti dei giocatori quelle metodiche, ma chi lo farebbe al giorno d'oggi, quando siamo ormai abituati a schermi giganti e a giocare comodamente in poltrona con controller wireless?

Abbiamo poi riscontrato un'altra incongruenza riguardante i controller. Prima di tutto sarebbe stato meglio inserire il secondo pad nella confezione, anche alzando di €10 il prezzo. In secondo luogo, Il tasto reset, come detto poc'anzi ha la funzionalità di tasto home. Nintendo ha chiaramente voluto mantenere il layout del controller inalterato, ma aggiungere un tasto home al controller avrebbe aiutato non poco l'esperienza d'uso, considerando che l'unico modo per cambiare gioco, salvare i progressi e tornare al menu è premere il tasto reset sulla console. La cosa curiosa è che i classic controller del Wii, dotati di tasto home, sono dotati di tale funzionalità. Tuttavia, i cavi di quel controller non sono certo più lunghi, anzi forse anche più corti, visto che si attaccano al Wii Remote.

I produttori hardware di terze parti hanno già commercializzato delle soluzioni per sopperire a questi inconvenienti, con prolunghe a filo e controller wireless, che però comportano una spesa aggiuntiva, mentre chi acquista la console si aspetta immediatezza e comodità d'uso, vista anche la natura chiusa della piattaforma. Teoricamente, con un cavo HDMI più lungo e avvicinando la console al giocatore si può attenuare il problema, ma non è certo una soluzione elegante per un salotto. Il Nintendo Classic Mini NES viene proposto a un prezzo di €59,99. Considerando che siamo di fronte ad una fedele riproduzione in miniatura della console originale che offre un'immagine di una perfezione mai vista, e che include 30 tra i migliori giochi della piattaforma, il prezzo ci sembra giusto, tenendo a mente anche quanto costerebbe acquistare questi 30 giochi su Virtual Console Wii U/3DS.

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Il Mini NES non è una semplice console, è bensì un gran bel pezzo da collezionismo e un tocco di classe da parte di Nintendo come non ne vedevamo da parecchio tempo. Non intende sostituire la Virtual Console delle altre piattaforme, ma bensì s'indirizza al giocatore affezionato, a chi è cresciuto a pane e NES, a chi aveva la console originale e non l'ha più in quanto guasta, ma anche al collezionista, a chi vuole fare un bellissimo regalo di Natale diverso dai soliti. È un prodotto che non è certamente esente da difetti, la lunghezza dei cavi dei controller su tutti, ma rimane comunque un remake meraviglioso che nessun appassionato di retrogaming dovrebbe farsi sfuggire.

Ulteriore surplus nostalgico è la possibilità di scaricare in formato PDF tutti i manuali dei giochi originali riprodotti fedelmente (solo in inglese) tramite il sito dedicato accessibile anche tramite codice QR. Ci sarebbe certamente piaciuto trovare qualche gioco in più o la possibilità di ampliarli, è vero (le assenze di rilievo sono davvero tante), ma va bene anche così. Questa mini console farà una meravigliosa figura nel salotto o nella cameretta di ogni appassionato di videogiochi, soprattutto i nintendari quarantenni sopravvissuti agli anni '80.

8 / 10