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Il Professor Layton e lo Scrigno di Pandora

Nuovi meravigliosi enigmi per Layton e Luke.

A volte si resta piacevolmente stupiti dalle evoluzioni di determinati sviluppatori. Sto parlando di quei team capaci di ideare una formula fondendo in essa talento e personalità in egual misura, senza sottomettersi a compromessi di sorta. Level 5 rientra senza ombra di dubbio in questa ristrettissima elìte, e questa seconda avventura a base di enigmi dedicata all'impassibile Professor Layton ne è una prova lampante.

Lo squisito taglio cinematografico messo in atto dal team ci consente di godere pienamente della trama, incentrata su un misterioso scrigno che, si narra, sia capace di uccidere all'istante chiunque tenti di aprirlo. Incredibile il livello delle scene d'intermezzo: non fosse per evidenti limiti di risoluzione sembra quasi di assistere ad un vero e proprio cartone animato destinato alle sale cinematografiche. Tutto inizia con una lettera inviata dal Dr. Andrew Schrader, mentore di Layton, il quale ci informa di essere entrato in possesso dell'arcano artefatto. Nei panni del giovane Luke saremo ancora una volta a fianco del geniale detective con lo scopo di far luce sull'intera vicenda.

Il gameplay si fonda essenzialmente sulle medesime dinamiche del capitolo precedente: bisognerà risolvere enigmi di volta in volta sempre più complessi guadagnando i Picarati (la valuta corrente nel gioco) e procedendo nella storia. Possiamo subito dirvi che gli enigmi sono tanti, ideati con criterio e ben distribuiti all'interno delle varie location.

Tutto, dagli sfondi ai personaggi, è pennellato con maestria. Piacevole ma non sempre esaltante la recitazione nei dialoghi.

Parte di questi sono dei semplici rimaneggiamenti di di puzzle già visti nel primo episodio, ma l'importante è poter constatare come il tutto sia sempre legato alle più pure meccaniche del "problem solving". Non serve alcuna conoscenza particolare, ciò che il gioco richiede è la volontà di pensare e valutare il problema riflettendo a 360°, senza seguire schemi mentali precostituiti. Sarà necessario pertanto mettere in pratica quei processi di "pensiero laterale" che ci consentiranno di capire il problema e adottare l'approccio corretto per la soluzione.

Nulla può e deve essere dato per scontato. La soluzione più semplice non è sempre quella corretta, e il giocatore imparerà man mano ad adottare punti di vista differenti a seconda dell'enigma proposto. Sia chiaro che i mefistofelici ideatori degli enigmi spesso e volentieri si prenderanno la briga di essere criptici e consapevolmente vaghi, giusto per costringervi a spremere le vostre meningi proseguendo nei più tortuosi percorsi mentali. È tutto parte del gioco, e in ogni caso non mancano i tre indizi cui affidarsi in caso di difficoltà.

Lo Scrigno di Pandora (questa, ahinoi, la traduzione del titolo per l'italia) si differenzia però dalla iterazione precedente in alcune significative novità: innanzitutto qui non avremo un'unica città da esplorare, ma ci troveremo a viaggiare su una splendida locomotiva e a ricomporre i frammenti della vicenda sostando in ambientazioni differenti.

Ciò offre al giocatore un senso evidente di progressione, nonostante le fasi in treno possano risultare stancanti sulla distanza. La struttura del gioco è certamente lineare, data l'importanza rivestita dalla trama, eppure le fasi punta e clicca, gli stralunati dialoghi con i personaggi e la certosina ricerca di indizi e monete rimangono sempre degli ottimi diversivi tra un indovinello e l'altro

Presenti infine anche alcuni minigiochi segreti, decisamente divertenti e implementati con dovizia. Senza privarvi troppo del piacere di scoprirli, citiamo soltanto quello che vi vedrà intenti a costruire una macchina fotografica. Dopo aver ricomposto l'aggeggio avremo la possibilita di immortalare alcuni scenari. Risulta quasi pleonastico sottolineare adesso la sua utilità nel fornirci ulteriori puzzle prima inaccessibili. Potrete anche divertirvi con un simpatico criceto, ma questo dovrete scoprirlo da voi. Se da un lato ci troviamo dinnanzi ad elementi di gameplay già utilizzati altrove, dall'altro non possiamo che rimarcare la cura e l'efficienza con le quali il team si è adoperato per fornirvi un'esperienza di gioco complessa e sfaccettata lungo il corso dei sette capitoli che compongono la storia.

Questa nuova avventura del Professor Layton riesce pertanto a convincere e divertire, e se ad un gameplay ormai collaudato uniamo un comparto estetico dal gusto retrò ma incredibilmente dettagliato e un sonoro di prim'ordine (le musiche, ancora una volta, sono semplicemente splendide), capite bene quanta dedizione il team abbia riposto nel progetto. Per gli appassionati del genere si tratta sicuramente di un acquisto obbligato. Gli altri avranno comunque a che fare con un titolo ideale per riprendere fiato dai soliti sparattutto e rimettere in moto i neuroni.

8 / 10

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A proposito dell'autore

Dario Tomaselli

Contributor

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