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Cryostasis

Dalla Russia con orrore.

Signori siamo lieti di presentarvi il “Bioshock Russo”. Detto così può anche sembrare poco delicato, ma quando si parla del capolavoro di 2K Boston ambientato in quel di Rapture, ogni paragone è ben accetto. Tuttavia sotto un altro punto di vista discutere di un nuovo brand facendo confronti di tale portata può avere dei risvolti positivi come anche negativi, è una sorta di coltello dalla doppia lama. Il titolo è prodotto da 1C Company e sviluppato da Action Forms, software house che in verità in passato non ha confezionato lavori di particolare spessore, ovvero la serie Carnivores e Vivisector: Beast Inside, ma che in questi anni si è sempre dedicata al genere First Person Shooter.

Come dicevamo già ad un primo sguardo non possono che nascere spontanei parallelismi con Bioshock e il suo controverso mondo. Ancora una volta la visuale in soggettiva conferisce agli scenari bui e misteriosi un aspetto affascinante. Si impersonerà un uomo che da solo dovrà esplorare un ambiente popolato per larga parte da individui ostili e, come per la produzione di Take Two, uno degli scopi fondamentali sarà quello di mettere insieme molteplici dettagli utili a ricostruire il disastro che ha condotto a quella situazione di desolazione.

Come si evince dalla colonna sonora che si può udire nei pochi filmati mostrati fino ad oggi (e le similitudini con Rapture in questo frangente si fanno veramente molto forti), anche in questo caso l’avventura è ambientata negli anni ’50. I due setting ovviamente sono differenti, infatti in Cryostasis si vestiranno i panni di un metereologo che sta compiendo alcuni studi in prossimità del circolo polare artico. All’inizio del gioco si riceverà un segnale di richiesta d’aiuto da una nave vicina ma all’arrivo in loco il protagonista perderà i sensi e quando li riconquisterà si troverà a bordo, nelle viscere di un vascello arenato tra i freddi ghiacci polari.

Due fattori chiave possono essere presi in esame per definire l’ambientazione. Il primo è la nave stessa, un’imbarcazione rompighiaccio sovietica di dimensioni notevoli. Questi giganti marini facevano rotta nelle acque ghiacciate a nord della Russia e della Siberia durante i difficili anni della Guerra Fredda, e il modello presente nel gioco, la “North Wind”, è alta quanto un palazzo di nove piani per oltre duecento metri di lunghezza. Giustamente in un luogo di questo tipo sono assenti i richiami all’estroso stile art-deco presente al contrario nella città sommersa di Rapture, i virtuosismi cromatici lasciano inesorabilmente spazio ad un profilo spartano e industriale.

I giochi horror non sono conosciuti per un’illuminazione allegra. Preparatevi a “passeggiare” al buio, da soli

E quale può essere il secondo punto cruciale in un setting come quello di Cryostasis? Ovviamente il freddo. La bassa temperatura non è esclusivamente un pretesto per poter inserire qualche godibile texture dedicata alla neve o ai ghiacci, piuttosto risulta funzionale alle meccaniche di gioco. Si insinua costantemente nel corpo e nell’animo del personaggio mentre avanza attraverso i cupi interni ghiacciati, un compagno di viaggio sgradito ma onnipresente per tutto il corso dell’avventura.

Scordiamoci la presenza di una barra della salute, saranno al contrario implementati un paio di termometri, situati nell’angolo alto a sinistra della schermata di gioco. Mentre il primo mostrerà quanti gradi ci sono nella stanza in cui si staziona, l’altro indicherà la temperatura corporea del protagonista. Sarà fondamentale mantenere il giusto equilibrio dal momento che il rischio di ipotermia condurrà rapidamente alla morte.

Buona parte del gioco si sostanzia nella ricerca di vitali fonti di calore. I reattori della nave continueranno a pomparlo attraverso svariati condotti e dispositivi, sfruttabili per scaldarsi prima di passare attraverso le ampie aree ghiacciate. Alcuni scompartimenti possiedono addirittura elementi riscaldanti che potranno essere accesi, rendendo perfettamente vivibili intere aree, un procedimento accompagnato da un piacevole effetto grafico durante il quale il ghiaccio che ricopre qualsiasi superficie rapidamente si scioglie e scende dalle pareti formando delle pozzanghere sul pavimento. Tali dinamiche hanno suggerito ai ragazzi di Action Forms di mettere a punto un’interessante varietà di puzzle da risolvere. L’obiettivo per riuscire a visitare i livelli seguenti sarà quello di sconfiggere passo dopo passo il freddo, rimanendo il più possibile caldi mentre si avanza. Il ponte è una delle aree maggiormente inospitali, essendo per lo più investito da una possente e violenta tormenta di neve, con la visibilità ridotta ai minimi termini e un vento gelido a rendere la sopravvivenza davvero ardua.

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Davide Spotti

Contributor

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