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Dragon's Dogma su Switch: un porting solido ma con tagli evidenti - analisi tecnica

Una versione ibrida last-gen/current-gen?

Lanciato dal director di Devil May Cry Hideaki Itsuno, Dragon's Dogma è spesso finito in secondo piano tra i migliori RPG last-gen. Ispirata dai titani occidentali come Skyrim, Capcom ha sfidato sé stessa per creare il suo epico GDR fantasy, sviluppandolo con la tecnologia di casa di cui è proprietaria. Poi sono arrivati i porting per PC e console current-gen, cui è seguita una conversione per Nintendo Switch.

Sviluppato in tre anni, Dragon's Dogma gira su MT Framework, engine utilizzato da gran parte dei titoli last-gen di Capcom. Avendo avuto a disposizione solo le risorse limitate di PS3 e Xbox 360 a quell'epoca, il team aveva fatto un grandioso lavoro nella realizzazione di un open world che oltrepassasse i limiti tecnici delle piattaforme di riferimento. Anche se le meccaniche funzionavano bene messe insieme, il frame-rate faticava parecchio su quelle console. C'erano problemi di pop-in e la qualità delle texture non era eccezionale, forse per causa dei soli 512MB di RAM condivisi sulle due macchine.

La buona notizia è che la versione Switch ha più in comune con i remaster current-gen che con le versioni originali. Collegando la console alla TV tramite la dock si notano dei miglioramenti in molti aspetti. L'illuminazione last-gen rimane intatta: i raggi crepuscolari e le ombre dinamiche erano buoni allora e lo sono ancora oggi. La luce filtra splendidamente tra le fronde degli alberi, e le ombre dei cieli grigi riempiono le scene di apertura. Le ombre dei personaggi sono invece un punto di forza dei dungeon sotterranei e delle battaglie in notturna. Le torce creano marcate ombre direzionali, un po' come le ombre delle sagome dei personaggi si proiettano attorno ai falò di Dark Souls 2. Questo garantisce alla luce di avere un grande impatto sulle scene, visto che le lanterne sono spesso fondamentali per avanzare nel gioco.

Un'altra interessante conversione su Switch: Dragon's Dogma qui è confrontato con le versioni PS3, PS4 e PC del gioco.Guarda su YouTube

Gli upgrade ci sono e innalzano a un livello superiore basandosi su solide fondamenta last-gen. La risoluzione nativa su Switch è incrementata a 1600x900 in configurazione docked. In fin dei conti, 900p è un'esperienza più che decente sulle TV full HD moderne, e viene mantenuto il sistema di anti-aliasing originario. In confronto alla risoluzione 1280x608 della versione PlayStation 3 risulta davvero un bell'upgrade. La versione Switch adotta anche l'aspect ratio 16:9 delle versioni rimasterizzate, abbandonando l'impostazione cinematografica 2.35:1 del titolo di lancio. Si tratta di un miglioramento su tutti i fronti, ma che risulta inferiore rispetto alla versione PS4 con i suoi 1080p nativi.

Per quanto riguarda la qualità grafica, la versione Switch si può collocare a metà tra le versioni PS3 e PS4, ma in realtà ha molto più in comune con i remaster moderni. Per esempio, troviamo le stesse texture a risoluzione maggiore presenti nelle versioni PS4 e PC. Questi asset non rappresentano certo lo stato dell'arte su nessuna piattaforma, ma è bello constatare che Capcom sfrutti a dovere i 3,5GB di memoria disponibili su Switch per fornire un upgrade decente rispetto alle versioni last-gen.

Onestamente, la versione Switch si difende bene rispetto a quella PS4 sotto molti punti di vista. Il filtraggio delle texture è inferiore, così come accade per molti porting per la console Nintendo, ma il fulcro del gioco è pressoché lo stesso nel mondo aperto, negli interni e nei primi piani sui personaggi. A soffrire maggiormente sono le ombre. Su Switch non ritroviamo le linee pulite e marcate che caratterizzano la versione PS4, ma abbiamo comunque un netto upgrade rispetto alle sfumature impastate delle console last-gen. Lo stesso accade per la risoluzione, dove si trova un compromesso per adattarsi al meglio alle specifiche hardware, anche se un po' di flickering rimane.

Switch Docked
Switch Portable
PlayStation 3
PlayStation 4
La risoluzione nativa 1600x900 della versione Switch, in configurazione docked, si piazza in mezzo a quella 720p della PS3 e a quella 1080p della PS4. La modalità portatile riduce la risoluzione a 1024x576.
Switch Docked
Switch Portable
PlayStation 3
PlayStation 4
La qualità delle texture è spinta ai livelli della PS4, e a un livello simile in modalità portatile. La qualità delle ombre è migliorata rispetto alla versione PS3, ma non eguaglia quella di PS4.
Switch Docked
PlayStation 3
PlayStation 4
Il filtraggio anisotropico non è ai livelli della versione PS4, e le sfumature dell'occlusione ambientale sono differenti. Nel complesso, il porting Switch mantiene gran parte degli effetti, tra cui l'utilizzo dei raggi crepuscolari e le ombre dinamiche.
Switch Docked
PlayStation 3
PlayStation 4
La distanza di rendering è un punto debole di Switch. Su PS4 alberi, oggetti ed NPC appaiono a distanza maggiore, e noterete un sacco di pop-in di conseguenza.

Ci sono anche altri cambiamenti qua e là, e l'occlusione ambientale è uno di questi. Su PS4 risulta più rifinita e meno sfumata di quella implementata su Switch. Ma uno dei problemi più grossi è il dettaglio del mondo stesso. Da vicino, è evidente che entrambe le versioni utilizzino gli stessi asset alla stessa qualità, ma su PS4 la distanza di rendering per la vegetazione, gli oggetti e gli NPC, è maggiore. Switch utilizza invece un'impostazione più simile a quella delle versioni last-gen, e bisogna dire che si nota alla risoluzione di 900p a cui è spinto il gioco. Il risultato è un pop-in molto più marcato rispetto agli standard odierni. Si verifica praticamente in ogni area, inclusi i dungeon, ed è un po' un peccato. Dragon's Dogma è pure poco rifinito dal punto di vista dei glitch, visto che abbiamo più volte notato del jittering nelle animazioni degli NPC, proprio come accadeva sette anni fa.

Dragon's Dogma presenta quindi problemi di fedeltà su uno schermo da salotto, ma la situazione si attenua in configurazione portatile, visto che lo schermo da sei pollici della console rende alcuni dei punti citati sopra meno evidenti. Messa fianco a fianco con l'esperienza docked, il vero unico downgrade è la risoluzione, che viene ridotta 1024x576. Si tratta del 56 percento della risoluzione nativa 720p dello schermo, una riduzione che permette un gran risparmio di banda di memoria per la GPU. All'atto pratico, Dragon's Dogma gira a una risoluzione che corrisponde al 41 percento rispetto ai 900p della modalità docked.

Parlando ora delle performance, gran parte delle scelte di Capcom sono pensate con l'obiettivo di far girare il gioco su Switch a 30fps bloccati, proprio come accade nella versione PS4. Collegando la console a una TV, il frame-rate target è mantenuto per la maggior parte del tempo, ed il confronto con PS3 ci mostra quanta strada abbiamo fatto lo sviluppo. La risoluzione è maggiore, le texture sono più nitide, le ombre migliorate, ma il frame-rate è notevolmente incrementato rispetto ai 20-30fps della versione PS3. Le versioni originali last-gen potevano scendere addirittura sotto i 20fps in alcune occasioni, ma questo non accade su Switch. Ne concludiamo che, grazie anche ai downgrade nella distanza di rendering, la versione Switch gira fluidamente per la maggior parte del tempo.

Un confronto tra i remaster di Dragon's Dogma, con la versione top PC che prende il centro della scena.Guarda su YouTube

Questo non equivale a dire che le performance siano perfette. Ci sono problemi di frame-pacing, situazione che si verificava sulla versione PS3 quando raggiungeva i 30fps. E non è che la versione Switch sia inchiodata al frame-rate target: la battaglia iniziale con il drago mostra come i pesanti effetti alpha possano impattare sulle prestazioni facendo calare il frame-rate sulla soglia dei 20fps. Quello è il momento peggiore che abbiamo incontrato finora, ma è probabile che ci siano situazioni simili più avanti.

Comunque, la versione Switch è sicuramente la più fluida. Detto ciò, la versione PS4 ci suggerisce quanto potrebbe essere migliore il porting per la console Nintendo, se girasse a 1080p e 30fps inchiodati. I problemi di frame-pacing rimangono, e ci sono alcuni stuttering che fanno impuntare il gameplay. L'asso nella manica della versione Switch è la modalità portatile, che sfortunatamente delude un pochettino per la risoluzione e per il frame-rate, che non è solido come vi aspettereste.

Il downgrade della risoluzione è enorme per l'esperienza portatile, ma non è ancora sufficiente per scaricare abbastanza la GPU quando la console è alimentata a batteria. Le performance sono notevolmente aumentate rispetto alla versione PS3, ma abbiamo riscontrato regolari cali di fotogrammi nella soglia dei 25fps, che si verificano molto più frequentemente rispetto al gameplay in configurazione docked. La nota positiva è che questi cali di fluidità sono poco evidenti sul piccolo schermo della console, ma è un peccato che non si sia riuscito a fare di meglio nonostante una riduzione così drastica della risoluzione.

Dragon's Dogma è un interessante porting per la console ibrida di Nintendo. Per dirne una, è notevole quanto sia stato mantenuto della versione PS4, nonostante sia un porting che presenta dei limiti, uno su tutti la distanza di rendering che è a livello degli standard last-gen. L'esperimento open-world di Capcom è riuscito, ma c'è la sensazione che Nintendo Switch avrebbe potuto offrire di più con uno sviluppo mirato per l'hardware della console. A prescindere da ciò, Dragon's Dogma è un RPG con solide fondamenta tecniche, e ci sono tanti contenuti con cui deliziarsi. Siate solo preparati a convivere con gli effetti collaterali degli sforzi di Capcom di oltrepassare i limiti delle macchine last-gen, che vi faranno a volte storcere il naso durante il gameplay.