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Gamescom 2018: The Division 2 - anteprima

Benvenuti a Washington.

Nonostante sia la capitale degli Stati Uniti Washington D.C. non è una delle città più celebrate della nazione. Los Angeles è la città di Hollywood e del sole, San Francisco quella dei diritti civili, Las Vegas è la città dei vizi, Philadelphia quella dell'amore fraterno oltre che di Rocky, mentre Detroit è la capitale delle automobili. E New York è New York.

Washington è sì il luogo dove i vari Trump, Obama e Kennedy hanno vissuto all'interno della Casa Bianca, ma poco altro. Oltre al Lincol Memorial e il lungo parco che lo unisce alla White House, sono pochi gli scorci celebri di una metropoli che concentra in pochi chilometri quadrati alcuni dei poteri chiave della nazione più influente del pianeta.

Forse i videogiocatori si ricordano di questa città grazie a Fallout 3, ma D.C. non è il primo luogo che viene in mente quando si pensa a dove ambientare un nuovo tripla A. Nonostante questo, quando Ubisoft ha cominciato a gettare le basi per The Division 2, la scelta è ricaduta sulla capitale e non sulla città del jazz: New Orleans.

Ubisoft ha scelto di ambientare il gioco in estate per creare un forte contrasto con l'atmosfera natalizia di The Division.

I motivi sono molteplici e, una volta ascoltati, abbiamo capito perché questa città nata dove un tempo si estendeva una palude potrebbe essere il luogo perfetto per raccontare il nuovo capitolo di The Division.

Partiamo da una premessa: Manhattan è bellissima, famosa e iconica. Però, oltre a Central Park, è un monotono susseguirsi di palazzi e grattacieli. Washington D.C., invece, ha consentito agli sviluppatori di ricreare ben sette ambienti differenti, grazie ai quali poter dare alla propria storia una progressione anche scenica, oltre che narrativa.

La parte occidentale della città, quella corrispondente a Roosevelt Island, è selvaggia e ricca di vegetazione. Questa area divide il ricco sobborgo di Georgetown, formato da ville e case coloniali, da un'altra area residenziale, più povera e anonima, dove le persone si sono arroccate dopo l'epidemia che ha messo in ginocchio la nazione.

Proseguendo verso est si incontra la zona commerciale, quella forse geograficamente più simile a New York, nonostante l'altezza media degli edifici sia più contenuta. Al centro si estende l'area governativa, ricca di grandi edifici dell'architettura austera, quasi sovietica, e infine c'è la parte storica della città, quella ricca di punti di interesse come la Casa Bianca, l'obelisco di Washington e il Lincoln Memorial.

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Si tratta quindi sempre di una metropoli profondamente americana, ma fortemente diversa dalla jungla urbana di New York. Un luogo quindi perfetto per ambientare il seguito di un prodotto con tanti punti di forza, ma che forse mancava un po' di varietà. Le moderne tecnologie e gli aggiornamenti dello Snowdrop Engine, oltretutto, hanno consentito agli sviluppatori di ricreare Washington in maniera perfetta, importando direttamente i rilievi geografici all'interno del gioco. Dalla struttura di un edificio alla posizione di ogni singolo albero.

Solo che quella di The Division 2 non sarà la città attuale, ma quella del futuro. Alcuni progetti ancora in divenire sono stati già completati, così come sarà possibile notare alcuni grandi cambiamenti dovuti alle rivolte e all'epidemia del Black Friday. Per capire come la città potrebbe reagire ad un tale evento gli sviluppatori di Ubisoft hanno intervistato degli esperti in materia, oltre che sono andati in città ad intervistare pompieri, poliziotti, ma anche semplici cittadini per farsi un'idea di quello che le autorità potrebbero fare e di come la popolazione potrebbe reagire.

E il risultato è inquietante, ma lo era anche a New York. Quindi, per marcare ancora più la differenza tra i due scenari, Ubisoft ha deciso di ambientare questo secondo capitolo qualche mese dopo il primo, in modo che su D.C. splenda il sole cocente dell'estate.

Questo salto temporale ha dei vantaggi anche dal punto di vista narrativo: nell'universo di The Division 2, infatti, l'emergenza è passata da un po' di tempo e quelle che deve fare il governo è contare i danni e provare a rialzarsi in piedi. I sopravvissuti, infatti, hanno avuto il tempo per riorganizzarsi e provare ad imbastire le condizioni per sopravvivere. Si sono riuniti in gruppi e hanno cercato un modo per recuperare le poche risorse ancora disponibili.

Nonostante sia la capitale, D.C. non è entrata nell'immaginario collettivo come New York, Los Angeles o Las Vegas.

Nel frattempo la città è andata in malora. Il forte caldo sta facendo marcire i rifiuti gettati in strada e senza le pompe che liberano i cunicoli della metropolitana, la capitale è nuovamente invasa dalle acque paludose dei dintorni. Nonostante la presenza dei massimi vertici dello stato e del quartier generale della Divisione, anche a D.C. si è propagata la violenza e diverse fazioni sono in lotta tra di loro per il potere residuo.

Grazie a tutte queste sfaccettature la città è diventata uno degli attori principali di Tom Clancy's The Division 2, un luogo affascinante e tutto da scoprire, che potrebbe riservare più di una sorpresa, dato che scopriremo percorsi sotterranei sconosciuti ai più, oltre che le difese pensate per tenere al sicuro il Presidente degli Stati Uniti.

Attraverso questa panoramica Ubisoft è riuscita a trasformare quello che a nostro modesto avviso poteva essere uno dei punti deboli del gioco in un elemento di interesse, ricco di fascino e possibilità. Ci saranno comunque tante altre occasioni per scoprire la Washington D.C. di Tom Clancy's The Division 2 nei prossimi mesi. Il gioco, infatti, arriverà su PS4, Xbox One e PC a marzo dell'anno prossimo.