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Murasaki Baby: il gioco è bello quando dura poco? - review

C'è Vita per i videogiochi made in Italy.

Ci siamo. Dopo l'annuncio risalente alla Gamescom del 2013, l'atteso Murasaki Baby è finalmente arrivato su PlayStation Vita. Sviluppato dal team italiano Ovosonico, la nuova creatura realizzata da Massimo Guarini si presenta sulla portatile di Sony forte del positivo feedback raccolto negli ultimi 12 mesi, dove l'industria videoludica non ha fatto altro che spendere buone parole. Ma come si sarà comportato alla prova dei nove?

Immaginiamo che abbiate già sbirciato il voto riportato a fondo pagina ma prima di lanciarvi a commenti affrettati, leggete bene quanto segue per capire al meglio cos'abbia da offrire questo particolare titolo, che, lo diciamo subito, potrebbe non essere adatto a tutti i giocatori.

In Murasaki Baby il nostro scopo è accompagnare per mano una bambina chiamata Baby che un giorno si sveglia in uno strano mondo bidimensionale senza la sua mamma. Ed è proprio quest'ultima il motivo che spinge la piccola ad avventurarsi col suo palloncino viola tra luoghi pericolosi e oscuri, che possono essere superati soltanto grazie all'aiuto delle nostre dita e alle caratteristiche di PlayStation Vita.

I controlli sono assegnati quasi esclusivamente al touch screen, al giroscopio e al touch pad posteriore della console. Col primo, oltre a muovere la tenera Baby, possiamo eliminare piccoli nemici semplicemente 'tappandoli' con un dito, mentre tramite il pannello posto sul retro del dispositivo è possibile 'scorrere' tra vari fondali, ognuno dei quali è in grado di farci interagire in modo differente con quello che accade sullo schermo.

Il mondo creato da Massimo Guarini e il suo team è senza dubbio intrigante, per non parlare della colonna sonora, che si sposa perfettamente con le atmosfere cupe e misteriose di Murasaki Baby.

Nelle prime fasi del gioco, per esempio, selezionando lo sfondo con i mulini si può provocare una forte folata di vento per spingere una barchetta, oppure scegliendo quello con delle scatole chiuse, far uscire da esse dei pagliacci 'a molla' per spaventare i nemici che ci ostacolano la strada.

Attenzione però, perché alcune conseguenze derivate da queste azioni vanno ad incidere anche sulla protagonista, che per sopravvivere deve mantenere il palloncino nella sua mano e cercare di preservare la sua integrità: nel caso infatti in cui dovesse scappargli accidentalmente, è possibile recuperarlo semplicemente prendendolo con un dito e trascinarlo verso di lei.

Ci sono inoltre piattaforme da spostare, montagne di massi da distruggere, interruttori da sbloccare col palloncino e altre piccole/gradi trovate che seppur non brillino per originalità, si fondono perfettamente con il gameplay.

Un piccolo problema che potrebbe sorgere quando non s'impugna bene la console è quello d'incappare in spiacevoli situazioni che possono portare al game over, specie durante le fasi finali dell'avventura quando sono richieste più abilità contemporaneamente da parte del giocatore. Cambiare distrattamente un fondale sfiorando il touch pad potrebbe causare problemi, consigliamo quindi di tenere le mani ben salde sui lati di PlayStation Vita onde evitare di morire anzitempo.

Murasaki Baby non offre un livello di sfida particolarmente elevato, ma se qualcuno o qualcosa bucherà il palloncino della bambina, sarà game over.

Sullo schermo non sono presenti cursori o aiuti se non durante la prima volta in cui abbiamo a che fare con un nuovo elemento col quale possiamo interagire, ma apprezziamo la scelta fatta da Ovosonico vista la natura molto particolare del loro prodotto.

Uno degli aspetti più riusciti di Murasaki Baby è senza ombra di dubbio la realizzazione tecnica, dove i personaggi e i livelli sono stati creati con uno stile originale che ricorda a tratti le illustrazioni di alcuni libri di fiabe. Pur essendo ambientato in un universo tetro e cupo, risulta davvero difficile rimanere insensibili verso la triste bambina e le strampalate storie degli altri protagonisti, che vengono raccontate tramite disegni racchiusi dentro dei quadri in speciali mini livelli.

Ma se il comparto grafico originale è un punto a favore, quello sonoro riveste forse un ruolo ancora più importante, visto che senza questa fantastica colonna sonora, Murasaki Baby avrebbe perso buona parte del fascino che ha, e non stiamo esagerando. Alcuni brani composti dal co-fondatore di Ovosonico, Gianni Ricciardi, sono tra i migliori mai sentiti in un videogioco negli ultimi tempi, suonati con un ampio uso di chitarre elettriche che strizzano l'occhio al genere shoegaze.

Ma non va dimenticata la preziosa collaborazione dello stesso Massimo Guarini e di Akira Yamaoka, il musicista giapponese già autore, tra le altre, delle musiche di Silent Hill. Inutile sottolineare allora quanto l'uso di un buon paio di auricolari sia fondamentale per godere appieno non solo del sonoro ma di tutta l'esperienza che questo gioco è capace di regalare.

Il trailer di Murasaki Baby.

È però il momento di dare un a Murasaki Baby, titolo capace di trasportare il giocatore in un mondo surreale e di commuovere grazie all'innocenza della protagonista e delle storie che fanno da sfondo ai personaggi che incontra durante il suo viaggio.

Il difetto più grande è forse quello di durare decisamente troppo poco, anche se la cifra da sborsare (9.99 Euro) non è particolarmente elevata per una produzione del genere. Abbiamo impiegato soltanto poco più di due ore prima di veder scorrere i titoli di coda, e sfortunatamente al loro termine non ci sono incentivi per affrontare di nuovo l'avventura.

La scelta a questo punto spetta solo a voi: Murasaki Baby non è un titolo perfetto, ma è riuscito a convincerci sotto molti punti di vista, specie quello grafico e sonoro. Il primo gioco confezionato da Ovosonico è, più di qualsiasi altra cosa, un'esperienza da vivere tutta d'un fiato, come poche se ne riescono a vedere al giorno d'oggi. Peccato però che l'incanto finisca troppo presto.

Nonostante ciò, è confortante vedere che anche l'Italia stia trovando una sua dimensione nell'industria videoludica grazie a piccoli team che lentamente stanno emergendo sotto l'ala di Sony e di Microsoft.

7 / 10

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Murasaki Baby

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Manuel Stanislao

Contributor

Manuel muove i primi passi nel mondo videoludico all’età di 8 anni, dopo essere rimasto stregato dal NES del vicino di casa. Nel 2010 entra a far parte di JAVS, per poi approdare ad Eurogamer nel tardo 2011 grazie a un'ignota congiunzione astrale.

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