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Wolfenstein II: The New Colossus - prova

A caccia di nazisti.

Wolfenstein II: The New Colossus sta prendendo forma sempre più velocemente. Non che ci sia da stupirsi, visto che il 27 ottobre, giorno nel quale il gioco raggiungerà gli scaffali di PlayStation 4, Xbox One e PC, si fa sempre più vicino. Il nuovo prodotto di Machine Games si sta modellando nel solco tracciato da The New Order e The Old Blood, ma non è una cosa della quale stupirsi. D'altra parte questa nuova avventura è la continuazione diretta della storia di William "B.J." Blazkowicz, conosciuto anche come Terror Bill. E non importa che lo avevamo lasciato praticamente morto al termine di The New Order, perché la tecnologia nazista è talmente avanzata da fare miracoli, anche quelli che rimettono in sesto il loro peggior incubo.

La sequenza con la quale questo nuovo capitolo si aprirà è la medesima raccontata durante il nostro primo incontro all'E3 di Los Angeles: Bill, risvegliato bruscamente dal coma indotto nel quale stava riprendendo lentamente le forze, si trova a farsi strada attraverso un nugolo di nazisti incattiviti, sbarcati all'improvviso sulla nave nella quale la resistenza si era rintanata. A bordo di una cigolante sedia a rotelle, il protagonista deve cercare di salvare la sua famiglia, cercando di sfruttare anche i sistemi di sicurezza sparsi per la base.

La ricchezza dei dettagli di The New Colossus contribuisce a raccontare la storia.

Ad un passo dal suo obiettivo Blazkowicz viene catturato, lasciandoci con una domanda in sospeso, quella classica, con la quale i cartoni animati di tanti anni fa ci annunciavano la pubblicità: "come farà il nostro eroe a liberarsi dalla stretta nazista?". Non lo sappiamo, ma anche se avessimo visto l'epilogo del prologo, scusate il gioco di parole, non ve lo riveleremmo. A differenza di molti altri sparatutto apparentemente analoghi Wolfenstein II: The New Colossus è un gioco da gustare nella trama, nei dialoghi, nella caratterizzazione dei personaggi, non solo durante le scene d'azione.

Ogni protagonista, infatti, ha un qualcosa di unico, capace di renderlo immediatamente iconico. Machine Games ha un gusto particolare per il citazionismo e all'interno delle sue scene più importanti non disdegna di inserire richiami ai film più famosi o ad altri capisaldi della cultura pop. Per esempio è impossibile non rivedere Has Landa, il protagonista di Bastardi Senza Gloria, nell'ufficiale nazista che parlerà con Blazkowicz all'interno del Papa Joe's diner, ma sono tanti i personaggi che i cultori del cinema sapranno collegare a quelli che appariranno nel videogioco.

Questa cura nei particolari, unita ad un umorismo spesso un po' folle, compongono il concetto di "fucking bananas" con il quale il gioco è stato descritto da Pete Hines durante l'E3 e che rendono Wolfenstein II: The New Colossus molto più di un semplice sparatutto con una forte impronta narrativa. È un gioco curato nei minimi dettagli, dallo stile graffiante e dalle musiche incalzanti, che vi saprà raccontare la storia non solo coi dialoghi, ma con ogni singolo aspetto della produzione, per poi sorprendervi con un repentino cambio di scena che rimescolerà le carte.

Basterà passeggiare per le strade di una tipica città americana per carpire nuovi dettagli sulla situazione politica e sociale di questi Stati Uniti distopici. Una sola occhiata alla parata militare nelle strade e nei cieli o al gruppo di appartenenti ai KKK che chiacchiera placidamente fuori da un negozio sono sufficienti per capire qual'è il pensiero dominante in città e che fine hanno fatto la libertà di parola e di espressione.

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La mamma che trascina via il figlio dal ristorante non appena un gerarca nazista entra nel locale e l'uso del tedesco tra la popolazione civile mostrano in maniera chiara e inequivocabile la forza della repressione teutonica e lo fanno con una forza nascosta, ma superiore a quella raggiungibile da qualunque filmato di intermezzo. Persino di uno nel quale si vedono persone con i sandali e i calzini bianchi alla Casa Bianca.

Poi, però, quando c'è da entrare in azione, Wolfenstein II: The New Colossus dimentica un po' tutte le finezze e le sciccherie per diventare uno shooter bello aggressivo e viscerale. Ancora non abbiamo potuto mettere le mani su una delle fantasiose bocche da fuoco viste nei precedenti episodi, ma abbiamo potuto apprezzare l'alternanza di sezioni più guidate con altre più aperte nelle quali decidere se procedere in maniera silenziosa o se riempire tutti di piombo fuso.

In un caso dovremo osservare la disposizione dei nemici, le loro routine di movimento, così come la posizione degli ufficiali, gli unici in grado di chiamare rinforzi e quindi di rendere ancora più rognosa la situazione. Nell'altro, invece, basterà freddare tutto quello che si muove. Non mancheranno i collezionabili, sparsi nei punti più impensabili di ogni livello, utili sia per scoprire maggiori dettagli sulla trama, sia per sbloccare qualche succoso obiettivo.

Il sistema di crescita del personaggio accompagna in maniera classica questa duplice visione del combattimento, dato che potremo scegliere se rendere più letali le nostre doti da ninja o se rafforzare l'efficacia dei nostri colpi o delle nostre difese. Anche le armi avranno un sistema di crescita che ci consentirà di potenziare principalmente quelle maggiormente utilizzate. Occhio a non terminare i proiettili, perché occorrerà raccogliere da terra le preziose munizioni per continuare a sparare, così come dovremo andare in cerca di medikit per curarsi. Perché no, in questo The New Colossus è vecchio stile e non ci sarà la cura automatica sdoganata con la serie di Halo.

Anche sulla sedia a rotelle Terror Bill si saprà far rispettare.

A questo stadio dello sviluppo ancora si notano alcune sbavature, come un'intelligenza artificiale non sempre perfetta, qualche problema grafico o qualche pasticcio nella gestione degli script, ma è una cosa assolutamente normale. Quello che ci aspettiamo dalle prossime uscite di Wolfenstein II: The New Colossus è l'introduzione di nuove armi, o di spettacolari sequenze di gameplay magari a bordo di qualche strano mezzo di trasporto. Abbiamo adocchiato delle moto in stile Akira (o Killzone) che sarebbero perfette per questo scopo.

Il ritmo, la qualità dei dialoghi, e l'alternanza di scenari sembra già ottima. Basti pensare che in poco più di un'ora di gioco siamo passati da un treno in corsa a un tunnel sotterraneo, passando per una base nazista e una battaglia con un gigantesco avversario robotico.

Inoltre non ci dispiacerebbe più libertà tra una missione e l'altra, in modo da esplorare liberamente una città nazi-americana, per scoprirne i segreti, i dettagli e le perversioni. Magari in uno stile simile a quello dell'indimenticato (almeno da parte mia) The Darkness, gioco al quale molti Machine Games hanno contribuito. Resta comunque sicura una cosa: ogni volta che lo vediamo, Wolfenstein II: The New Colossus ci convince sempre di più. Manca al momento l'elemento in grado di differenziarlo in maniera forte dai capitoli precedenti, ma già così si prospetta come una delle produzioni più interessanti del prossimo autunno.