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Da The Matrix fino a Resurrections: i videogiochi che hanno dato vita alla saga

Il legame fra il videogioco e l'universo narrativo si è fatto sempre più stretto.

Nel marzo del 1999, il celebre Morpheus mise per la prima volta la pillola blu e la pillola rossa di fronte a decine di milioni di spettatori: il riflesso venutosi a creare sulle sue iconiche lenti specchiate alzò il sipario su quella tana del Bianconiglio che, nel corso degli anni a venire, si sarebbe trasformata in una pietra miliare del sottobosco cyberpunk.

"Benvenuto nel mondo vero". La prima rinascita di Thomas Anderson fuori dai confini della matrice ha segnato intere generazioni, delineando i confini di un cult capace di regalare infiniti spunti di riflessione a tutti coloro che percepivano ci fosse "qualcosa di profondamente sbagliato" nel tessuto della realtà.

Una pietra fondante che ha innestato le radici di uno fra i media franchise più amati di tutti i tempi, capace di ramificarsi attraverso una storica trilogia cui, di recente, si è aggiunto Matrix Resurrections, al tempo stesso sequel diretto e reboot dell'epopea di Neo, un film nato allo scopo di riscrivere le regole della saga alla luce della nuova visione maturata da Lana Wachowski.

Un episodio quattro che di fatto è un capitolo 2.0 e che, a poco più di un mese di distanza dal lancio nei cinema di tutto il mondo, è uscito on-demand sulle principali piattaforme di streaming, fra cui Amazon Prime Video, Sky Primafila, Infinity, YouTube, iTunes e anche Microsoft Store, per chi volesse goderselo direttamente tramite l'Xbox ammiraglia sostituendo a pizza e cinema il comodo divano di casa, magari in compagnia degli amici.

Matrix Resurrections, oltre a stravolgere le regole del franchise e adottare una filosofia che spinge sulla metanarrativa, fa del videogioco un elemento essenziale della sinossi, consolidando una volta e per sempre quella connessione che, volontariamente o meno, aveva costruito una netta sovrapposizione fra gli amanti del medium videoludico e la saga della matrice.

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Tra chi vedeva nel viaggio dell'Eletto una mimesi dell'escapismo e dell'acquisizione di potere offerta dal video game, e chi invece si identificava nel Thomas Anderson imprigionato in un carcere senza mura né sbarre, gli appassionati hanno sempre apprezzato la capacità di Matrix di rompere il muro con lo spettatore e, soprattutto, di contaminare altri media, dal fumetto fino per l'appunto al videogioco.

E quali sono i videogiochi che hanno tentato di tradurre l'opera magna delle sorelle Wachowski in un vero e proprio mondo interattivo nel quale perdersi attraversando lo schermo? In occasione del lancio digitale di Matrix Resurrections, andremo attraverso le diverse interpretazioni della saga di Matrix che i videogiochi ci hanno messo a disposizione.

Enter The Matrix

Pubblicato nel 2003, in concomitanza con il lancio di Matrix: Reloaded, Enter The Matrix è stato il primo videogioco dedicato alla saga a raggiungere quelle decine di migliaia di fan che ormai da quattro anni attendevano una lettura interattiva della serie. Sviluppato da Shiny Entertainment e pubblicato da Atari, questo primo tentativo di penetrazione del videogioco non si concluse tuttavia nel migliore dei modi.

Il motivo è presto spiegato: tanto la critica quanto il pubblico furono delusi dalla scelta dei protagonisti e dell'intreccio di riferimento. Enter The Matrix, infatti, ruotava attorno alle vicende di Niobe e Ghost, rispettivamente capitano e vice della nave Logos, storici alleati della ciurma della Nabucodonosor di Morpheus e attori principali di una campagna solo collaterale alle imprese dell'Eletto.

Enter The Matrix fu il primo videogioco a mettere in scena gli spettacolari combattimenti della saga.

La scelta di evitare Neo come personaggio principale non fu ben vista, ma ad attirare le ire dei media pensò principalmente il comparto tecnico del gioco, giudicato estremamente superficiale ed eccessivamente stilizzato, assieme a un'interpretazione del gameplay che tendeva alla costante ripetizione nei confini di ambienti spogli e scarsamente curati.

Nonostante ciò, il tie-in riuscì a piazzare oltre quattro milioni di copie e a nascondere - pur se sotto una patina di incertezze tecniche - tutta la magia alla base dell'azione della saga cinematografica. Anche se privo di pulizia, Enter The Matrix restituiva un feeling difficile da incontrare in opere sue contemporanee, sfruttando il focus (ovvero il tempo rallentato) e le arti marziali per dar vita a un'architettura di gioco genuinamente divertente.

Lo stile minimalista, per quanto attaccato da numerosi esperti, non falliva nel replicare il design alla base della serie, donando agli appassionati una prima finestra sul potenziale nascosto dietro la conversione videoludica della saga. Siamo certi, infatti, che molti fan abbiano conservato ottimi ricordi legati all'avventura di Ghost e Niobe: quale altro gioco consentiva di crackare letteralmente parti di codice per accedere a livelli segreti?

The Matrix Online

The Matrix Online è un videogioco del quale si parla poco, e ciò accade principalmente perché, assieme a titoli suoi contemporanei come ad esempio Final Fantasy XI, ai suoi tempi era un'opera troppo avanti per essere compresa fino in fondo. La seconda grande età dell'oro dei MMORPG, infatti, faticò a consolidarsi fino all'arrivo di World of Warcraft, titolo che finì per fagocitare l'interezza della concorrenza grazie alla sua massiccia ambizione.

E cosa ci è rimasto oggi di The Matrix Online? Niente, perché i server sono stati chiusi e con essi è sparito quello che, per molti appassionati, ha rappresentato un insostituibile pezzo di storia. Ciò alza il sipario sul tema della preservazione videoludica nei riguardi dei "live game" e di tutte le opere che poggiano le fondamenta su un universo persistente online, che presto o tardi sembrano tutte quante destinate a svanire senza lasciar traccia.

In The Matrix Online i giocatori assumevano le sembianze dei "redpill", ovvero quegli umani che, scelta la pillola rossa e risvegliatisi dall'inconsapevolezza tipica della matrice, dovevano finalmente trovare il proprio posto nel mondo. Viene da sé che l'MMO rappresenta probabilmente il genere perfetto nei confini del quale imbastire una rilettura videoludica di Matrix e soprattutto una continuazione della "storia" oltre le stringhe di codice, proprio perché il contesto creativo del genere giustifica la presenza di numerosi attori.

The Matrix Online è forse la migliore idea mai uscita dal mondo dei videogiochi e connessa alla serie.

Nello specifico era possibile scegliere se vestire i panni di un Coder, un Hacker o un Operative, praticamente gli equivalenti del Crafter, del Mago e del Guerriero tipici dei giochi di ruolo. Il combattimento si svolgeva interamente in tempo reale, mescolando momenti di "freefight" - segmenti in cui muoversi, sparare e combattere liberamente - e fasi di interlock, nelle quali i giocatori disponevano di round della durata di quattro secondi per agire in CQC e sperare di abbattere le difese dell'avversario.

Era ottima anche l'implementazione della "lore" nel contesto non solo della narrativa, ma anche del gameplay di The Matrix Online, dal momento che a ciascun "redpill" era riservata la scelta di unirsi a una fra le tre fazioni principali: gli umani di Zion, intenti a combattere le macchine; le Macchine stesse, volenterose di preservare il Matrix e proteggere i bluepill, ovvero gli umani ancora sopiti; per finire i "Merovingian", ovvero gli accoliti del Merovingio, distanti dalla guerra e intenzionati ad agire solo per il proprio interesse.

Di tutte le interpretazioni di Matrix in chiave videoludica, quella di The Matrix Online incarnava probabilmente la migliore visione creativa possibile per il brand, ed è sorprendente che un tie-in dal sicuro successo, per di più già rodato nel contesto del live game, non sia riuscito a trovare spazio nelle generazioni più recenti.

Sfortunatamente, la parabola di The Matrix Online fu destinata a durare solamente cinque anni: nel 2009 i server furono chiusi per sempre, e l'eredità del titolo sopravvive unicamente per mezzo delle testimonianze presenti su YouTube.

Matrix: The Path of Neo

Dopo l'accoglienza tiepida di Enter The Matrix e la natura monodimensionale delle critiche, spesso concentratesi attorno all'assenza dello storico Eletto, non fu assolutamente una sorpresa scoprire che Matrix: The Path of Neo sarebbe stato interamente ricamato attorno alla storia di Thomas Anderson, portando per la prima volta una trasposizione in scala uno a uno dell'esperienza cinematografica, sempre ad opera di Shiny Entertainment.

Anche se, a ben vedere, l'idea era quella di trasformare il percorso dell'eletto in un'esperienza videoludica dalle tinte action-RPG, traducendo il cammino di crescita di Thomas Anderson secondo le regole dei più classici sistemi di progressione digitali. Fra oltre 500 mosse diverse, combo spettacolari, azione in bullet time e dozzine di avversari, la formula di gameplay migliorava nettamente le basi gettate dal primo tie-in dedicato al brand.

Le registe della trilogia hanno avuto l'ultima parola sulle sequenze da integrare nel videogioco, delineando un'opera dalla natura più celebrativa che additiva; certo, c'era qualche missione aggiuntiva e la narrativa si prendeva la licenza di ampliare la "lore" costruita attorno ai redpill, ma la sostanza rimaneva quella di far vestire al videogiocatore i panni dell'Eletto, con tutta la spettacolarità che ne conseguiva.

Path of Neo consentiva finalmente di vestire i panni dell'eletto.

A differenza di Niobe e Ghost, infatti, Neo poteva contare su un incalcolabile mole di skill attive pensate esclusivamente per celebrare il puro combattimento action; se una volta, di fronte a un Agente, l'unica strada percorribile era quella di fuggire o tentare di sbatterlo giù dal trentesimo piano di un grattacielo, in The Path of Neo la questione era molto diversa dal momento che il protagonista era persino in grado di fermare le pallottole.

Dopo aver chiamato a gran voce l'ingresso sul palcoscenico di Thomas Anderson, d'altra parte, neppure la tanto reclamata conversione della trama originale fu in grado di convincere la critica. Forse perché, come abbiamo imparato in epoca recente, i tie-in migliori sono quelli che costruiscono qualcosa di inedito dalle solide basi di un grande franchise invece di percorrere ostinatamente quelle stesse impronte che l'hanno portato al successo.

The Matrix Awakens

A metà fra lo showcase tecnico, il videogioco, il teaser e il metaverso, The Matrix Awakens è "un'esperienza in Unreal Engine 5" sviluppata da Epic Games per spingere al massimo gli hardware più recenti attraverso il nuovo motore proprietario della casa. Pubblicato in versione gratuita lo scorso 9 dicembre, il titolo assume i connotati della tradizionale demo tecnica per offrire una ricostruzione iper-realistica dell'universo cinematografico della saga.

La natura di prodotto destinato allo showcase ha concesso a The Matrix Awakens di potersi permettere velleità tecnico-grafiche di gran lunga superiori alla media contemporanea, aprendo una minuscola finestra su quello che sarà il futuro dei videogiochi una volta che Unreal Engine 5 sarà interamente operativo, pronto a disegnare le esperienze interattive di domani.

Certo, non si tratta di un videogioco in senso stretto: dopo una splendida introduzione che rompe costantemente la quarta parete e un folle inseguimento al cardiopalma, il giocatore viene sguinzagliato per le strade di una fra le tante megalopoli fittizie della serie, incapace di compiere qualsiasi azione se non ammirare il paesaggio e guidare per le trafficatissime strade, entrando a contatto con tecnologie e hero asset che, forse, in futuro diverranno la normalità.

Quella di Matrix Awakens è una delle demo tecniche più impressionanti mai viste.

Il fatto è proprio che questo piccolo antipasto offerto da Epic Games e Warner ha fatto venire l'acquolina in bocca agli aficionados, disegnando nella loro mente un'immagine ben precisa di come dovrebbe essere il prossimo video game dedicato a Matrix. Un titolo open-world basato sugli ultimi ritrovati della tecnologia e capace di trasformare in realtà l'immenso universo immaginato dalle Wachowski.


Ed è proprio questa la tematica perfetta per chiudere l'analisi: anche se Matrix Resurrections prende una netta deviazione dall'immenso costrutto di "lore" scaturito dalle radici della trilogia originale, ha tutto il potenziale necessario per riportare il mondo vissuto attraverso la matrice al centro dell'opera videoludica.

Forse The Matrix Awakens non è nient'altro che uno sneak peek al massiccio open-world che restituirà Neo e compagnia al medium del videogioco, forse i tempi sono maturi per riprendere l'ispirazione alla base di The Matrix Online e costruire un "live game" del futuro, in ogni caso non vediamo l'ora di scoprire se e quando torneremo a combattere o addirittura vivere nel metaverso digitale -seppur ipotetico - più famoso di tutti i tempi.

Nel frattempo, Matrix Resurrections è disponibile su tutte le piattaforme di streaming, e in caso voleste approfondire una delle opere metanarrative più discusse degli ultimi anni è sufficiente utilizzare una delle piattaforme di riferimento per vivere una serata di cinema, e senza dubbio anche di discussione, comodamente a casa.