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Intervista ad Alessandro “Stermy” Avallone

A tu per tu col campione di e-sport per scoprire l'altra faccia dei videogiochi.

Di Alessandro Avallone ho sentito parlare per la prima volta molti anni fa, quando nel 2004 iniziò la sua scalata alle classifiche mondiali degli e-sport. Mi ricordo che mi dissero che era bravo, bello e che aveva una fidanzata niente male. Negli anni successivi però questi dettagli di cronaca sono passati in secondo piano, perché a parlare sono stati i risultati a livello internazionale.

L'occasione per conoscerlo di persona si è presentata molto tempo dopo, all'incirca un anno e mezzo fa, quando ci siamo trovati insieme negli studi televisivi di Top Tech per la trasmissione Games Tech, condotta da Maria Remi. In quell'occasione ho avuto modo di apprezzare un ragazzo che, nonostante la giovane età, ha già sulle spalle l'esperienza di un veterano e, soprattutto, lo sguardo rivolto sempre all'orizzonte.

L'intervista che vi propongo né è la diretta conseguenza e sono sicuro che sarà capace di interessarvi. Da un lato perché spiega bene cosa siano gli e-sport e cosa voglia dire essere un campione di videogiochi; dall'altro perché fa luce su un fenomeno, quello del gaming professionistico, che sta emergendo con una forza che qualcuno potrebbe ancora ignorare.

Stermy all'NGI LAN 2002, suo primo torneo con un team sponsorizzato, i TuLLs. Vincerà le qualifiche per i World Cyber Games 2002 e volerà in Corea del Sud con la nazionale.
Eurogamer Caro Alessandro, che ne dici di iniziare presentandoti ai lettori di Eurogamer.it che ancora non ti conoscono?
Alessandro Avallone

Ciao a tutti, sono Alessandro Avallone, probabilmente mi conoscete come Stermy, ho 25 anni e sono un giocatore professionista da oltre 10 anni.

Eurogamer Com'è stato diventare dei professionisti a soli 15 anni?

" Nel 2001, cioè a 14 anni, mi sono presentato all'ILP di Firenze col joystick…"

Alessandro Avallone

Ho iniziato a giocare a 11 anni con Quake II e poi Quake III Arena. All'epoca però le connessioni non erano all'avanguardia e ho dovuto aspettare del tempo per partecipare alle prime competizioni. Nel 2001, cioè a 14 anni, ho partecipato al primo torneo italiano, l'ILP di Firenze organizzato da NGI, e lì, per dire, mi sono presentato col joystick…

Eurogamer Col joystick!? E com'è andata?
Stermy oggi in un servizio apparso recentemente su Wired.
Alessandro Avallone

Una volta lì mi sono vergognato non poco e la prima cosa che ho fatto è stata chiedere a mio padre i soldi per prendere un Razer Boomslang. Comunque, pur essendo a un livello ridicolo rispetto agli altri, ho conosciuto gente che mi ha aiutato a crescere e un anno dopo ho partecipato ad altri tornei, fino a vincere il campionato italiano. Questo mi ha permesso nel 2002 di andare in Corea del Sud con la maglia dell'Italia per disputare le Olimpiadi dei videogiochi.

Eurogamer Quindi in un anno sei passato dall'essere uno che giocava a Quake col joystick all'andare in Corea…
Alessandro Avallone

Sì.

Eurogamer A cosa imputeresti questa esplosione così repentina?
Alessandro Avallone

A giugno ero stato promosso a scuola e come regalo chiesi un computer nuovo e la connessione ISDN. In questo modo mi sono potuto allenare tutta l'estate, e in inverno ho dovuto solo mantenere la forma con un paio di ore di allenamento al giorno.

Eurogamer E i tuoi genitori come la vedevano?
Alessandro Avallone

Farli contenti non era poi così difficile: volevano solo che andassi bene a scuola, che facessi sport e che fossi un bravo ragazzo. Fatto quello, potevo coltivare le mie passioni, ossia il calcio e il gioco online.

"Un professionista deve avere una 'eccellente coordinazione mano/occhio, tenere i tempi al secondo e controllarsi emotivamente"

Eurogamer Se però fosse solo una questione di allenamento, chiunque potrebbe diventare un top player. Quali altri ragioni trovi nel tuo successo?
Alessandro Avallone

Un giocatore professionista deve avere un'eccellente coordinazione mano/occhio, tenere i tempi degli item al secondo, sapersi controllare a livello emotivo in qualsiasi situazione, perché in una gara può succedere di tutto, e capire come prepararsi al meglio per un torneo.

La grinta di Alessandro dopo avere sconfitto un avversario ai Championship Gaming Series del 2007 a Los Angeles.
Eurogamer Ecco, raccontaci come ci si prepara a un campionato mondiale di videogiochi…
Alessandro Avallone

Direi come per i campionati di qualsiasi sport. Certo, ci sono quelli che conducono una vita pazza e poi riescono a giocare lo stesso, io però ho sempre affrontato i videogiochi come una vera disciplina sportiva e dunque ho sempre condotto una vita sana e regolare, uscendo poco con gli amici prima di una competizione, senza bere alcolici, cercando di concentrarmi sul gioco e preparandomi mentalmente a qualsiasi imprevisto prima di un torneo importante. Sto calmo, mi immagino la vittoria e cerco di prevedere le cose che potranno andare storte. Oltre a questo c'è l'allenamento pratico, l'analisi delle prestazioni, capire quando proseguire lungo una certa strada e quando invece tornare all'inizio, giocando semplice.

Eurogamer Torniamo alla Corea del Sud. Vai lì e che succede?
Alessandro Avallone

Mi trovo col campione mondiale dell'anno precedente e se non sbaglio con l'altro che era arrivato in finale. Vengo massacrato dai top player a Quake III Arena ma riesco a vincere almeno un paio di partite. Comunque si tratta di un'esperienza bellissima, dove a soli quindici anni ho visto un mondo che prima osservavo solo nei filmati. Mi ricordo anche che il grandissimo Adso da Melk mi ha fatto un culetto non indifferente quando ho lasciato la finale di StarCraft per tornare in albergo a fare pratica, in vista dei tornei del giorno dopo. Il problema è che mentre aspettavo che il pullman partisse, complice il fuso orario, io e un mio amico ci siamo addormentati. Siccome nessuno riusciva più a trovarci, gli organizzatori hanno bloccato tutti gli autobus. Due ore dopo, arrivando al villaggio, ci siamo trovati Cristina “Peddy” Pedala e Adso da Melk arrabbiatissimi con me e il mio amico. Però dai, avevamo solo 15 anni…

"Nel 2004 in Corea vengo massacrato dai top player a Quake III Arena ma riesco a vincere almeno un paio di partite"

Stermy si concentra prima di un playoff ai Championship Gaming Series di Los Angeles.
Eurogamer Da lì in poi è stata una costante ascesa. Raccontaci un po' il tuo palmares.
Alessandro Avallone

Da quel torneo in poi ho iniziato ad avere i primi sponsor che mi hanno permesso, senza guadagnare una lira di stipendio, di partecipare ai vari tornei a Las Vegas, Amsterdam, Parigi e quant'altro. Grazie a queste competizioni sono diventato prima top 16 a livello europeo, poi top 16 a livello mondiale. Nel 2004 al campionato del mondo ESWC (E-Sports World Cup) ho battuto per la prima volta Fatal1ty a 17 anni e sono andato in finale. Ciò mi ha permesso di vincere i miei primi soldi e trovare altri sponsor che mi hanno supportato ulteriormente. Al che ho iniziato a viaggiare molto negli USA, essendo uno dei top player per Painkiller, dopo avere abbandonato Quake III Arena.

Ho quindi iniziato a disputare altri tornei fino a quando sono diventato top 3 al mondo e infine è arrivato anche il contratto con la società dello stesso Fatal1ty. Sono andato a vivere in Svezia per allenarmi a Quake 4 e poi mi sono trasferito negli Stati Uniti, dove ho vissuto per circa quattro anni. Lì ho iniziato a svolgere attività promozionali, tour e altro ancora. Ho poi partecipato a uno show televisivo negli USA passato su Direct TV, ESPN e riproposto da noi su Sky Sports.

Tra i risultati che ricordo con più favore c'è il terzo posto al CPL World Tour, che mi ha visto giocare una tappa al mese in uno stato diverso degli USA, con la finalissima a New York a Times Square, un'esperienza bellissima. Poi metterei il secondo posto all'ESWC, il secondo posto al Championship Gaming Series a Los Angeles, il primo posto a Quake 4 al World Series of Videogames, e altri piazzamenti che per me hanno un grande valore simbolico.

"Sono andato a vivere in Svezia per allenarmi a Quake 4 e poi mi sono trasferito negli Stati Uniti"

Stermy rifila un 32 - 9 a Fatal1ty ai WSVG del 2006.Guarda su YouTube
Eurogamer Mi ricordo che hai vinto un torneo anche l'anno scorso…
Alessandro Avallone

L'anno scorso ho vinto due campionati molto importanti. Non sono considerati eventi mondiali perché davanti al nome del DreamHack non c'è la scritta “world championship”, ma lì ho conquistato il campionato di Quake Live con un team che ho assemblato di persona. Non siamo una squadra vera e propria come lo sono le altre, nel senso che non lavoro per altre compagnie ma è tutto gestito dalla mia società, attraverso la quale promuovo il mio brand e alcuni prodotti dedicati al gaming. Ho reclutato dei player che a mio avviso meritavano una possibilità e che non volevo venissero sfruttati dagli altri team.

Eurogamer In che senso?
Alessandro Avallone

Nel senso che non è raro che alcuni player vengano assoldati per certe competizioni e poi scaricati una volta che queste sono concluse. Coi ragazzi della mia squadra siamo andati a vincere due edizioni della DreamHack, quella estiva e quella invernale. Quest'anno abbiamo aggiunto altri player e siamo andati a vincere quattro tornei di Shootmania in LAN.

Una delle tappe del tour americano effettuato da Alessandro nell'estate 2007.
Eurogamer Sei passato da Quake a Painkiller e quindi a Shootmania: con quale criterio decidi le “discipline” nelle quali gareggiare? O è lo sponsor a dirti dove giocare?

"Ho sempre deciso io dove gareggiare, anche se c'è gente che viene spinta dallo sponsor o dal proprio team"

Alessandro Avallone

Ho sempre deciso io dove gareggiare, anche se c'è gente che nella sua scelta viene spinta dallo sponsor o dal proprio team. Non fosse così, visto il successo di League of Legends, DOTA 2 o StarCraft 2, ora dovrei competere in queste discpline.

Eurogamer Raccontami allora della tua decisione di passare a Shootmania: ti ho visto l'estate scorsa all'E3 sul palco di Ubisoft durante la sua conference, ma non ti nascondo che mi ha stupito sapere che ti sei spostato su un titolo che non ha certo quell'aura hardcore che invece hanno gli altri nomi che mi hai citato.
Alessandro Avallone

La modalità Elite è stata sviluppata appositamente per gli e-sport, ci stanno investendo molto e il gioco per me ha grandi potenzialità, soprattutto dopo l'uscita della beta 2. A gennaio uscirà la versione completo e allora tireremo le somme, ma posso dirti che al momento mi diverto molto a giocarci col mio team e contro gli altri team. Shootmania è infatti un FPS che non si è mai visto prima, perché i casual hanno la possibilità di fare anche un punto con gente del mio livello, cosa che in Quake sarebbe impossibile. Insomma, credo sia un gioco aperto a tutti che può riportare gli FPS in alto, e non solo a livello professionistico…

Eurogamer Nella tua carriera hai giocato solo a FPS. Ci sono altri titoli nei quali eccelli?
Alessandro Avallone

Ho disputato anche le Championship Gaming Series a FIFA 07 e FIFA 08, titolo in cui sono arrivato secondo nel campionato mondiale nel 2008.

Eurogamer MOBA ed RTS, invece?
Alessandro Avallone

Ci gioco ma solo per divertimento. Credo infatti che la finestra temporale in cui potevo passare a questi generi sia passata. Quando vuoi cambiare disciplina, infatti, devi ragionare in prospettiva e sotto questo punto di vista credo di avere sempre deciso nel modo giusto. Ad esempio quest'anno Quake Live non aveva più molti tornei e, pur partecipando ad alcuni di essi, ho iniziato con Shootmania, sul quale ora mi sto concentrando. Finora ho vinto già due tornei, ossia il campionato del mondo e gli ESWC, mentre a novembre ho vinto 100.000 dollari al torneo di Las Vegas.

"Quando vuoi cambiare disciplina devi ragionare in prospettiva e sotto questo punto di vista credo di avere sempre deciso nel modo giusto"

Stermy impegnato quest'anno a Parigi al Cybsum, il primo torneo internazionale ufficiale di Shootmania organizzato da Ubisoft e Nadeo.
Eurogamer Quali sono le ragioni per cui gli FPS hanno perso il ruolo di discipline principali degli e-sport, a scapito di MOBA e RTS?
Alessandro Avallone

Credo sia un riflesso del fatto che il pubblico vuole avere esperienze sempre divertenti, senza allenarsi troppo. Giochi come League of Legends o StarCraft II hanno un sistema di matchmaking che permette di divertirsi anche ai principianti. Sono titoli facili da giocare, semplici da capire, che ti appassionano sin dall'inizio. Gli FPS invece sono all'opposto ed è per questo che ho molta fiducia in Shootmania e nelle sue possibilità di fare bene, sebbene secondo me manchi ancora un po' di contorno. League of Legends, DOTA 2, StarCraft II e pure CounterStrike Global Offensive, in cui Valve sta investendo molto, sono prodotti che hanno capito cosa vogliono i gamer e cosa includere (tournament system, matchmaking, livelli, team, ladder) per fare sì che anche i nuovi arrivati si integrino alla perfezione e vadano avanti a giocare.

Eurogamer Se il tuo criterio di scelta sono le prospettive di una serie e l'investimento del publisher, perché non Call of Duty?
Alessandro Avallone

Ci gioco per divertimento ma credo sia stato promosso troppo su console e troppo poco su computer. Inoltre, sebbene ci siano varie modalità, fino a Black Ops 2 sono mancate quelle adatte agli e-sport, oltre al supporto allo streaming dei video su Twitch TV e YouTube, che ormai è un fenomeno che sta esplodendo, sebbene in Italia sia limitato dai noti problemi di banda.

"League of Legends, DOTA 2, StarCraft II e pure CounterStrike Global Offensive sono prodotti che hanno capito cosa vogliono i gamer"

Alessandro ritira a Las Vegas l'assegno per avere vinto l'IGN Pro League di Shootmania.
Eurogamer Quindi, viste anche le nuove feature di Black Ops 2, non escludi di poter giocare un giorno anche a Call of Duty?
Alessandro Avallone

Sono un giocatore più che onesto, ma solo su PC e con mouse e tastiera…

Eurogamer In ambito competitivo qual è la piattaforma dominante? Le console o i PC?
Alessandro Avallone

Posso dirti che i tornei più grossi di Call of Duty vengono giocati solo su console. Le competizioni su PC sono più hardcore e i giocatori più forti e famosi hanno addirittura rifiutato di gareggiare agli ultimi capitoli, rimanendo fermi a Call of Duty 4.

Eurogamer I montepremi quali sono?
Alessandro Avallone

Dal mio punto di vista non molto buoni su PC, mentre su console ti trovi una Major League Gaming che mette in palio anche 50.00 dollari sia su Halo che su Call of Duty. Oggi però i giochi più importanti sono League of Legends, che quest'anno ha avuto 5/6 milioni di dollari di montepremi e che il prossimo anno ne dovrebbe mettere in palio oltre 20, con finali che si terranno all'interno di veri e propri stadi. Per DOTA 2 la situazione è uguale, con un torneo che solo qualche mese fa ha messo in palio un milione e mezzo di dollari.

"League of Legends quest'anno ha avuto 5/6 milioni di dollari di montepremi, che il prossimo dovrebbero salire a 20"

Vediamo la velocità con cui Stermy gioca a Quake Live in questo 'fragmovie' a lui dedicato.Guarda su YouTube

A questo s'aggiunge che i top player hanno fino a 20.000 persone connesse che seguono i loro streaming e che portano a casa, solo da questa attività, più di 15.000 dollari al mese. Lo standard infatti si sta alzando moltissimo e gli eventi più importanti hanno milioni di persone che li seguono in diretta, come le ultime finali di League of Legends che sono state viste da più di due milioni di persone. Insomma, i giochi più importanti in ambito competitivo sono quelli per PC.

Eurogamer Quali sono i titoli del futuro?
Alessandro Avallone

Come già detto League of Legends, DOTA 2, StarCraft II, CounterStrike: Global Offensive, forse Call of Duty: Black Ops 2 e Halo 4. E poi Shootmania, sul quale Ubisoft e Nadeo stanno svolgendo un ottimo lavoro, con tornei anche da 100.000 dollari.

Eurogamer Abbiamo parlato del passato e del presente, ora guardiamo al futuro. Alla tua età si comincia a essere meno competitivi nell'ambito degli e-sport: pur essendo un player longevo, hai un'idea di quando appenderai il mouse al chiodo?
Alessandro Avallone

Credo di continuare a giocare su questi standard a livello competitivo per uno o due anni ancora.

Un'altra vittoria quest'anno all'Electronic Sports World Cup.
Eurogamer Rispetto a quando hai iniziato dieci anni fa, avverti un calo nelle tue prestazioni?

"Il top della mia carriera a livello di riflessi l'ho avuto dai 17 ai 22 anni, però adesso ho dalla mia una maggiore maturità"

Alessandro Avallone

Lo avverto, lo avverto. Il top della mia carriera a livello di riflessi l'ho avuto dai 17 ai 22 anni, però adesso, pur rimanendo tra i migliori quanto a velocità e mira, ho dalla mia una maggiore maturità. Sento l'esperienza accumulata, grazie alla quale tutto mi viene naturale. So come comportarmi in qualsiasi situazione e come prepararmi.

Eurogamer A tal proposito, i campioni sportivi per la preparazione mentale si rivolgono a degli specialisti. Vale lo stesso anche per voi?
Alessandro Avallone

In passato mi sono rivolto a specialisti che seguono sportivi di alto livello, mentre tuttora leggo su Twitter persone che danno consigli in proposito. Quando ero negli USA, comunque, ogni membro del team aveva un preparatore personale; ora che sono in Europa faccio da solo, seguendo comunque le metodologie degli altri atleti, soprattutto i calciatori. Ne conosco alcuni e faccio domande, mi informo. È interessante ad esempio il modo in cui gestiscono le sconfitte nei tornei importanti o gli infortuni.

Eurogamer Che però, nel caso dei campioni di e-sport, immagino siano un evento raro.
Alessandro Avallone

Diciamo che le patologie più comuni riguardano tendiniti a mani e polsi. Io comunque non ho mai avuto alcun problema, sebbene a 25 anni non sia più giovane.

Eurogamer Cosa farai una volta che ti sarai ritirato?
Alessandro Avallone

Sto lavorando alla realizzazione di una competizione di e-sport di alto livello in Italia, come quelle cui partecipo all'estero. C'è già stato un evento pilota ed è andato molto bene. Collaboro con gente brava, capace e motivata, e spero di poter dare altre informazioni al riguardo già nel 2013. Ho poi investito in una start-up che avvierà una serie di progetti sempre nell'ambito gaming, e in uno studio televisivo dedicato allo streaming dei giochi. Per seguire queste attività abbiamo aperto uno spazio di lavoro dedicato a Milano.

Eurogamer C'è qualcos'altro che vorresti aggiungere in chiusura?
Alessandro Avallone

Nient'altro, se non un saluto ai lettori di Eurogamer!

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A proposito dell'autore
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Stefano Silvestri

Editor in Chief, EG.it

Il suo passato è costellato di tutto ciò che è stato giocabile negli ultimi 40 anni. Dal ’95 a oggi riesce a fare della sua passione un mestiere, non senza una grande ostinazione e un pizzico di incoscienza.
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