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Nessuna donna (videoludica) è come Lara Croft - editoriale

Da 21 anni un'icona insuperabile.

Il 25 ottobre 1996 Tomb Raider arrivava nei negozi. Insieme a questo gioco - che, più in generale, ha dettato la linea da seguire per le avventure tridimensionali - è sbarcata nei mondi virtuali l'eroina che tutt'oggi regna fra i personaggi del gentil sesso: Lara Croft. Da allora il trono dell'icona videoludica femminile per eccellenza è suo senza una vicina concorrente che potrebbe usurparlo. È indubbio, infatti, che, nonostante tante altre protagoniste abbiano saputo raccogliere un buon consenso, nell'immaginario sia lei La Donna nei mondi virtuali.

Senz'altro ha contribuito la trasversalità del personaggio, che l'ha portata anche al cinema, prima attraverso la recitazione di Angelina Jolie e, ora, di Alicia Vikander nel nuovo film che ripercorre la storia del reboot che, nel 2013, è stato partorito da Crystal Dynamics per PC, PS3 e Xbox 360. Soprattutto, però, l'affezione nei confronti di Lara Croft - che nessun'altra, per ora, è riuscita a scalfire - deriva dal fatto che il personaggio abbia saputo evolversi negli anni, assumendo tratti più sfumati e più credibili e, in secondo piano, crescendo insieme alla gran parte del pubblico.

Cresciuta si fa per dire, considerato che dai capitoli originali a oggi Lara Croft è pure ringiovanita nel nuovo percorso videoludico voluto dal publisher. Dev'essere però riconosciuto che rispetto alla "bambolona" dell'originale trilogia per PlayStation, Lara Croft è man mano diventata una personalità a 360 gradi; semplicemente più credibile e, quindi, anche una figura con cui è più facile relazionarsi.

Alicia Vikander vestirà i panni di Lara Croft nel film “Tomb Raider.

Insomma, ha affiancato, nel corso delle varie iterazioni, tanti giocatori e giocatrici che da giovanissimi appassionati sono ora uomini, madri, lavoratori e imprenditrici; Lara Croft è stata il Woody (il personaggio di Toy Story) per più di una generazione, rappresentando anche la crescita caratteriale che travolge l'adolescenza e l'età adulta. Altrettanto può essere detto di pochissimi altri personaggi che, pur avendo avuto successo, hanno poi cessato di raccontare le proprie storie, vuoi per scelta commerciale (vendite in calo dopo anni di capitoli), vuoi perché la loro avventura aveva raggiunto la conclusione naturale (Solid Snake o Nathan Drake, per esempio).

Avendo attraversato svariate generazioni - e avendo potuto, quindi, coinvolgere molteplici videogiocatori, anche di vecchia data - è rimasta nell'immaginario popolare: se chiedete a qualcuno che adesso i videogiochi li tocca molto meno o nient'affatto, è probabile che di Tomb Raider, e conseguentemente della sua protagonista, abbia sentito parlare o lo abbia provato in prima persona.

Altrettanto non si può dire di molte altre figure femminili che, negli anni, si sono ritagliate uno spazio più o meno rilevante nella "hall of fame" videoludica. Citiamo, in modo sparso, Jill Valentine (Resident Evil), Ciri e Yennefer (The Witcher), Aloy (Horizon: Zero Dawn), Chloe Sullivan (Uncharted), Bayonetta, ma anche Zelda (The Legend of Zelda) e Peach (Super Mario).

Lara Croft diventa una metafora dell'emancipazione femminile: affronta ostacoli di ogni sorta ed emerge più forte di prima.

Queste ultime due sono senz'altro note anche al grande pubblico - magari anche più di Lara Croft - ma la loro caratterizzazione superficiale, contestuale all'esperienza dei loro giochi, non permette ai loro personaggi di emergere più del necessario.

Di certo non può essere data la colpa di una mancata "successione" al trono di Lara Croft, dovuta in primis alla mancanza, come detto, di una reale concorrenza, a un'eventuale abbondanza di videogiocatori maschili a cui fare riferimento perché il riscontro manca: in Italia il pubblico è equamente diviso a metà fra donne e uomini.

Lara Croft ha saputo, tra l'altro, diventare una metafora, un riferimento, sebbene virtuale, per la lotta dei diritti delle donne. Nel reboot Tomb Raider del 2013 è impossibile non notare che praticamente tutti i personaggi con cui andiamo a confrontarci - sia alleati sia nemici - siano maschi. Lara si deve far strada - scalando letteralmente montagne - per scoprire il mistero dell'isola, ma anche per trovare se stessa dopo essersi persa (anche qui: letteralmente e metaforicamente).

Lara Croft ha saputo scavare un solco indelebile nel cuore dei videogiocatori attraverso svariate generazioni.

Sopravvive a un ravvicinato tentativo di aggressione, sviluppa le proprie capacità, supera ogni ostacolo e diventa consapevole della sua forza. Caccia, crea, organizza, esplora e sfida; una potenza vigorosa che pochi altri personaggi femminili (ma anche maschili a dire il vero) hanno saputo cogliere e trasporre altrettanto bene sullo schermo videoludico.

Il pubblico maschile può fare riferimento a un ventaglio molto ampio di personaggi accattivanti: Nathan Drake (Uncharted), Solid Snake (Metal Gear Solid), Gordon Freeman (Half-Life), Sam Fisher (Splinter Cell), Ezio Auditore (Assassin's Creed), Kratos (soprattutto nella sua veste più sfaccettata del prossimo God of War) solo per citarne una manciata.

Di Lara Croft, invece, no: di Lara ce n'è una sola.