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The Saboteur

La nobile arte del sabotaggio.

Se da un lato lo scopo sarà sempre quello di minare le forze militari naziste, dall'altro avremo una discreta quantità di opzioni per portare a termine gli obiettivi. Avremo quindi modo di agire furtivamente e far strage di nemici senza dare troppo nell'occhio, oppure decidere di affrontarli a viso aperto e armi spianate. Nessuna tattica di guerriglia particolare, come detto poc'anzi, Sean non è un soldato addestrato, e farà ricorso più all'istinto e al buon senso che a particolari strategie. Tutto è ovviamente nelle mani del giocatore, che potrà persino esibirsi in scazzotate da taverna qualora ce ne fosse l'esigenza.

Il team ha adottato un sistema denominato "Will to Fight", che servirà a rendere visivamente chiari i traguardi raggiunti e le restanti aree rimaste militarizzate. Una intrigante peculiarità del gioco risiede infatti nella specifica scelta di design, che vede nel contrasto cromatico tra le varie zone della città il suo punto di forza. Le aree da liberare saranno così rappresentate da uno struggente bianco e nero, spezzato solo dal rosso delle svastiche, dalle bandiere del regime e dalle esplosioni. Se avete visto Schindler's List o Sin City avrete certamente un quadro dettagliato sul modo in cui le location verranno rappresentate. Una volta liberata la zona di riferimento della missione, il colore tornerà ad irradiare gono cosa, sottolineando la ritrovata libertà. Si tratta di un concept già abusato (Okami, Prince of Persia, Flower...), è vero, ma riteniamo possa comunque contribuire all'appeal generale del gioco.

Ciò implica la possibilità di scalare gli edifici più alti e prendere subito visione del lavoro da svolgere. Il colpo d'occhio, promettono gli sviluppatori, sarà di grande effetto. Le zone dense di colore staranno a segnalare il vostro successo, mentre quelle in grigio saranno lì a reclamare con urgenza la vostra attenzione. Un simile escamotage sarà inoltre utile per fornire ai giocatori sicure direttive sulle zone in cui è necessario agire. Badate però, il fatto che determinati quartieri siano stati liberati non significa che non possano ritornare sotto il gioco nazista. Il fine ultimo di Sean non è la liberazione di Parigi, quanto il conseguimento della sua vendetta personale. Una dinamica incredibilmente afascinante, che potrebbe segnare svariati punti in termini di longevità. L'importante, ovviamente, è che gli obiettivi rimangano sempre pertinenti alle motivazioni del personaggio.

Una volta liberati, i vari quartieri di Parigi torneranno a risplendere di colore.

Abbiamo detto che Sean non è un soldato e che non disdegna menare cazzotti, ma sappiate che all'occorrenza sapra essere in grado di utilizzare al meglio la gran quantità di pistole, fucili e tutte le altre armi sottratte ai nemici o fornitegli dalla resistenza locale. Pandemic ha già sottolineato che l'approccio stealth e quello action saranno entrambi applicabili all'interno del gameplay. Questo significa che non mancheranno furiose sparatorie e, data la prestanza atletica, di Sean, tali meccaniche si alterneranno a scalate e salti acrobatici densi di adrenalina. Il gameplay prevede anche un comodo sistema di copertura automatico, che dovrebbe agevolare non poco la fluidità degli scontri. Le varie location sono perciò state pensate non solo per essere liberamente esplorabili, ma anche per dar modo al protagonista di effetturare mirabolanti manovre di evasione. Pare sia contemplato un grado di sospetto in base al quale alcune zone saranno più o meno sicure, ma ci saranno dati svariati modi per eludere i nemici. Tra questi, segnaliamo la possibilità di indossare le uniformi naziste e mimetizzarsi tra gli avversari.

Ciò che comunque colpisce di The Sabouter è la genuina rappresentazione dell'epoca. Nonostante le non poche libertà in termini di realizzazione delle location, Parigi sembrerà proprio essere la meravigliosa città raccontata da Hemingway o Miller, con i suoi bar e le stradine tortuose dei quartieri più antichi, corcevia di artisti e personalità influenti. La colonna sonora dovrebbe orientarsi sul jazz, genere che meglio di qualunque altro potrebbe ricreare le peculiari sonorità del tempo. Insomma: in sede di direzione artistica sembrano essere stati fatti enormi passi in avanti rispetto all'ultimo Mercenaries, la cui formula continua a non convincere pienamente. The Saboteur, sembra davvero di tutt'altra pasta, e potrebbe rappresentare sul serio la vera prova della maturità di Pandemic Studios. Il progetto è atualmente in piena fase di realizzazione, non ci resta quindi che attendere l'occasione per una nuova prova in presa diretta.

The Saboteur è in sviluppo su PC, Xbox 360 e PS3. Al monento non è ancora stata indicata alcuna data d'uscita.