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Victoria 3, la recensione

Sarete dimenticati o ricordati come fari della civiltà?

Paradox Development Studios procede a spasso spedito e dopo un altro importante e succoso DLC per Crusader Kings 3, è pronta a riportare su PC un altro caposaldo nel panorama degli strategici. Stiamo parlando del grande ritorno di Victoria 3, rimasto ibernato per 12 anni in attesa di tornare con importanti novità, in grado di sorprendere i giocatori di vecchia data e accoglierne nuovi.

Dobbiamo specificare che la saga Victoria è molto particolare, in quanto la sua complessità negli anni ha ammaliato molti ma al contempo ha tenuto a debita distanza tutti coloro poco inclini a perdersi tra i tantissimi menu a schermo adibiti alla gestione della civiltà. Victoria ha da sempre alzato l’asticella della difficoltà, con un gameplay molto denso e moltissime variabili da prendere in considerazione per portare a casa il risultato.

Tale complessità l’avevamo già riscontrata anche nel nostro provato dello scorso mese: Victoria rimane un osso duro, difficile da scalfire se non si è preparati. Gli sviluppatori ne sono consapevoli e non possiamo nascondere che questa saga sia indirizzata a chi mastica strategici da molto tempo. Ed è proprio la complessità, che ogni tanto ci vuole, a rendere questo gioco così particolare ed iconico in fondo.

Il vero obiettivo di Victoria 3 è uno sviluppo florido ed omogeneo della nostra civiltà, concentrando l’attenzione sullo sviluppo economico.

Ma un grande ritorno va preparato con dovizia e Paradox ha pensato di calcare un po’ meno la mano nelle fasi iniziali del gioco, con una modalità atta a far imparare i rudimenti ai novizi o a chi abbia bisogno di un ripasso. Nel menu iniziale di Victoria 3 si può dunque selezionare l’obiettivo che vogliamo prefissarci nel nostro cammino tra il 1836 e il 1936, scegliendo tra dominio economico, egemonia politico–militare o egemonia sociale. Per poter perseguire uno di questi obiettivi, il gioco ci consiglia quattro nazioni per ognuno degli obiettivi, più precisamente gli stati più forti in quel campo all’epoca.

Non ci ha quindi stupito trovare gli Stati Uniti o l’Impero ottomano tra i fautori della conquista di territori grazie alla loro potenza militare o di imbatterci nella Francia e nella Russia tra i fari dello sviluppo sociale. Ma questi sono consigli per avere una vita relativamente più facile nelle schermaglie tra paesi nell’epoca vittoriana; siamo infatti liberi di poter scegliere qualsiasi regno dalla cartina del mondo e portare tale civiltà a risplendere o a fallire miseramente.

Per darci il giusto contesto del paese che siamo stati chiamati a rappresentare, vi è una vera e propria classifica, calcolata basandosi su fattori economici, sociali e sulla potenza militare. Per fare un esempio relativo al suolo nostrano, il Regno delle Due Sicilie nel 1838 rientra nella top 20 grazie ad un enorme potenziale agricolo e alla produzione di beni di lusso come il vino, che ne fa salire le statistiche ma al contempo non la fa eccellere a causa di una forte povertà dei cittadini per di più poco scolarizzati.

Per concludere una panoramica di questo titolo, fin troppo ricco di dettagli per essere minuziosamente analizzati in una recensione, è doveroso precisare che i conflitti e le guerre di espansione, seppur possibili, non sono il fulcro principale del gioco. I combattimenti si decidono quasi a tavolino con una meccanica di fortuna come il lancio dei dadi e non appariranno dunque truppe sulla mappa intente a darsi battaglia.

La stratificazione della popolazione, con vari gruppi sociali e culturali, ci porta a porre attenzione a molteplici aspetti inerenti allo sviluppo nel nostro paese.

Il cuore pulsante di Victoria 3 è saper gestire le proprie risorse interne in modo efficace e sovrastare economicamente e socialmente le altre società dell’epoca, anche bluffando. Abbiamo vestito dunque i panni di abili diplomatici e di astuti contrattatori per portare il nostro paese, in un percorso di 100 anni precisi, ad essere ammirato ed invidiato.

Il gioco, oltre a fornire completa libertà nelle scelte verso la gloria, offre missioni segnalate dal giornale, un vero e proprio diario di quest aggiuntive, fondamentali per la crescita del nostro territorio. Questo si lega anche ai report che compaiono in basso a destra del nostro HUD, dove vengono segnalate le notizie dal mondo, come gli stati che si dichiarano guerra ma soprattutto l’andamento del mercato.

Come già specificato, l’economia e la diplomazia sono gli aspetti più importanti da tenere in considerazione e per gestire tutto al meglio vi sono comparti su cui investire maggiormente, come gli edifici e le rotte commerciali. I prezzi di mercato si regolano in base alla produzione: dunque se produciamo molto ferro, ad esempio, il valore sarà minore rispetto ad una nazione confinante che ha scarse miniere e sta a noi dettare i prezzi per trarne vantaggio. Per quanto concerne invece gli edifici, è opportuno pianificare in cosa eccellere, sviluppando migliori tecniche di lavorazione dei prodotti o concentrandosi sulla creazione di strutture per aumentare l’istruzione e dunque la cultura generale della popolazione.

L’albero delle abilità può sembrare inizialmente un aspetto secondario ma dare priorità a determinate tecnologie ci darà dei benefici enormi nel nostro cammino verso la gloria.

Inoltre si ha a disposizione un albero della tecnologia che si divide in sociale, produzione e militare, non molto lontano da quanto visto ad esempio in Civilization VI. In Victoria 3 però tali abilità progrediranno col tempo, senza alcun input da parte nostra, ma qualora decidessimo di focalizzarci su di esse, avanzeranno più rapidamente.

A concludere questa lunga disamina del gameplay dell’ultima fatica di Paradox vi sono gli eventi casuali e periodici; i nostri cittadini possono notificarci il loro scontento per svariati motivi, come condizioni sanitarie pessime o una difficile accessibilità all’istruzione. In questi casi si può decidere di ignorarli portando la società alla rivolta o acconsentire alle loro richieste, il che potrebbe tramutarsi in bonus e/o malus nel tempo.

Insomma, Victoria 3 è davvero un gioco molto denso, che richiede tanta attenzione e concentrazione ma, soprattutto, davvero tanta lungimiranza nelle scelte. Trattandosi di un titolo ambientato nell’arco di 100 anni, le scelte sbagliate sono difficilmente correggibili. Sebbene i menu, che troverete simili a quelli di Crusader Kings 3 nel loro funzionamento, vengano maggiormente spiegati per darci la possibilità di capire le varie sfaccettature del gioco, l’immensa mole di aspetti da tenere in considerazione ci ha lasciato quasi storditi e stupiti.

Victoria 3 è il paradiso per chi cerca un’assoluta libertà di scelte e complessità di strategie con davvero tanti fattori da prendere in considerazione ma, al tempo stesso, diviene un inferno per chi non sia avvezzo a così tanta profondità e non abbia un’ottima conoscenza dell’inglese. Purtroppo il gioco non è supportato nella nostra lingua e molti termini provenienti dall’epoca vittoriana potrebbero risultare incomprensibili a chi mastichi a fatica la lingua anglosassone.

A scandire i tempi, oltre alle missioni proposte dal giornale, vi sono eventi casuali che possono influire notevolmente sulla nostra gestione del territorio.

Il gioco di Paradox è senza dubbio un gradito ritorno, piacevole se lo si vive in modo completo e senza cercare scorciatoie che potrebbero rivelarsi fatali già nelle prime ore. Da elogiare inoltre è il grande lavoro svolto in ambito grafico con delle squisite animazioni su mappa, rivedibili invece i menu, tanti ma poco curati.

Victoria 3 non è un titolo per tutti ma e questa è anche la sua bellezza, in fondo. Dobbiamo però ammettere che una maggiore semplificazione nelle prime battute non avrebbe guastato.

8 / 10

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