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Midnight Fight Express, la recensione

Tra un passato sconosciuto e un futuro ancora tutto da scrivere, la lotta è l'unica certezza.

Cos'hanno in comune il capolavoro Oldboy di Park Chan-Wook, la serie Marvel/Netflix dedicata al personaggio di Daredevil e Midnight Fight Express, il videogioco di esordio del giovane sviluppatore polacco Jacob Dwinzel, preso in esame in questa recensione? Sebbene siano prodotti di intrattenimento ascrivibili a medium differenti, tutti includono esempi di spettacolari scene di lotta girate in un unico, lunghissimo, entusiasmante piano sequenza.

Si tratta di rapide successioni di immagini in cui seguiamo il protagonista mentre affronta schiere infinite di avversari, in cui possiamo percepire la sua crescente stanchezza, in cui possiamo intuire la drammaticità dello scontro, il tutto attraverso l'occhio attento della telecamera che segue l'evolversi della vicenda fotogramma dopo fotogramma, senza mai staccare il focus dal personaggio o perdere un solo istante della feroce contesa.

Sono scene rimaste impresse nella storia del cinema per la loro cruda bellezza, sequenze memorabili che, senza ombra di dubbio, hanno ispirato il concept alla base di Midnight Fight Express, uno dei beat 'em up più brutali ma al contempo coreografici che abbiamo potuto provare in tempi recenti.

La storia alla base del titolo, ideato, progettato e sviluppato interamente da Dwinzel, è piuttosto semplice e funge come mero pretesto per lanciare il giocatore nei quaranta livelli che compongono la campagna principale ma non disdegna qualche gustoso colpo di scena, soprattutto nelle fasi più avanzate della narrazione.

Midnight Fight Express ci mette nei panni nel misterioso Babyface, un ex-esponente della malavita, accompagnato dal drone parlante Droney.

Tutto ciò che sappiamo, al principio dell'avventura, è che vestiremo i panni di 'Babyface', un ex-esponente della malavita dal passato confuso e imperscrutabile, recentemente riportato in azione da un drone parlante, opportunamente chiamato Droney, che lo aiuterà a districarsi tra le vie della 'Città del Domani', teatro di una terribile sommossa da parte di una serie di gang locali che puntano a ottenerne il controllo totale nel giro di una sola notte.

Appena fuori dal nostro appartamento, apparirà subito chiaro che la situazione è ben più grave del previsto: la metropoli è totalmente invasa da orde di criminali della peggior specie che stanno mettendo a ferro e fuoco interi quartieri nel tentativo di destabilizzare l'ordine costituito. Toccherà al nostro enigmatico alter-ego tentare di fermare l'escalation di follia che si è riversata nelle strade dispensando la propria giustizia personale a suon di arti marziali prima che giunga l'alba.

L'intero racconto viene svelato poco a poco agli occhi del giocatore per mezzo di ripetuti flashback durante l'interrogatorio condotto dalla polizia ai danni del criptico Babyface e volto a scoprire di più circa il suo background e il suo coinvolgimento nei fatti di questa drammatica notte di sangue e violenze.

Reputiamo importante reiterare come la narrativa non sia di certo il punto di forza principale dell'esperienza offerta da Midnight Fight Express ma, allo stesso modo, va dato atto al talentuoso sviluppatore polacco di aver infuso una certa cura anche sotto questo aspetto, invece di concentrarsi unicamente sulla raffinatezza e i tecnicismi che caratterizzano gli scontri corpo a corpo proposti dal gioco.

Il titolo di esordio di Jacob Dwinzel può vantare una certa varietà, in termini di situazioni proposte.

Credeteci quando vi diciamo che sotto all'apparenza da picchiaduro a scorrimento arcade classico si nasconde una profondità quasi insperata che tradisce la passione di Jacob Dwinzel per il genere hard boiled, reso popolare dal leggendario regista John Woo ma recentemente tornato alla ribalta grazie a pellicole del calibro dello splendido The Raid – Redemption o dal John Wick di Keanu Reeves.

Il giovane 'sviluppatore solitario di Unity e papà (come recita la sua biografia su Twitter, ndR) è riuscito ad assimilare appieno la filosofia di questo tipo di cinema e a reinterpretarla secondo il proprio gusto estetico personale ed ha letteralmente imbottito la sua creatura di tecniche di lotta provenienti da diverse discipline marziali per creare un sistema di combattimento accessibile, facile da imparare ma incredibilmente ricco di possibilità e impegnativo da padroneggiare al meglio.

Il gameplay di Midnight Fight Express si basa sui canoni tipici del genere dei beat 'em up a scorrimento con un tasto dedicato agli attacchi, uno alle contromosse, uno alle schivate e uno alla raccolta di armi e oggetti. A questo, però, va aggiunta la spiccata attenzione rivolta all'interattività ambientale, esplicitata con ancora più vigore dall'aggiunta di un pulsante 'Focus' che consente di conoscere a colpo d'occhio quali sono gli oggetti con cui è possibile interagire per creare combo sempre più articolate e massimizzare il punteggio alla fine delle missioni.

Potreste voler lanciare una sedia per stordire un nemico particolarmente robusto, usare un bidone dell'immondizia per mandare al tappeto istantaneamente un altro avversario oppure, ancora, di scaraventarne uno sui binari di un treno in arrivo per assistere alle ovvie e macabre conseguenze.

Il sistema di combattimento diventa sempre più profondo e stratificato proseguendo nell'avventura.

C'è anche, come accennavamo poco più sopra, la possibilità di impugnare armi bianche e da fuoco per infliggere danni ingenti agli avversari ma è bene soppesare bene contro chi usarle perché in entrambi i casi potrete fare affidamento su pochissimi colpi prima di tornare a mani nude.

Insomma, la peculiarità dell'opera di Dwinzel, che finisce per allontanarla anche dall'ottimo Sifu con cui è facile fare paragoni, a dispetto delle ovvie differenze in termini di impostazione della telecamera, qui a visuale isometrica piuttosto che in terza persona, è l'assoluta libertà di approccio offerta al giocatore che può intestardirsi scegliendo di affidarsi unicamente ai pugni per avere ragione dei nemici oppure dare sfogo alla propria creatività per creare una danza di sangue e violenza da cui è difficile staccare lo sguardo.

Emblematica, in tal senso, è l'inclusione di un sistema di potenziamento che, al termine di ciascuna missione, consente di spendere i punti esperienza e il denaro ottenuto per sbloccare nuove abilità e personalizzazioni estetiche per il nostro alter-ego. Se all'inizio della campagna potremo eseguire manovre offensive piuttosto semplici, dopo poche ore di gioco avremo a disposizione un arsenale abbastanza articolato di colpi speciali, prese e contrattacchi da inanellare con il preciso obiettivo di creare robuste catene di combo, completare le diverse sfide proposte e incrementare la valutazione finale.

La campagna di Midnight Fight Express, infatti, è strutturata come una sequenza di set piece di varia natura infestati da copiose quantità di avversari sempre diversi con determinati punti di forza e debolezze da sconfiggere nei modi più originali e nel più breve tempo possibile per ottenere punteggi sempre più elevati (e competere nelle leaderboard mondiali).

Una sequenza di lotta iperviolenta all'interno di una chiesa? Dove l'abbiamo già vista questa?

Dopo ciascuna incursione, come dicevamo, è possibile prendersi il tempo necessario per sbloccare nuove tecniche per il nostro Babyface ma anche per acquistare nuovi pezzi di equipaggiamento che vanno a modificare l'aspetto del protagonista senza intaccare i suoi parametri combattivi: non c'è nemmeno l'ombra delle contaminazioni da RPG che spesso caratterizzano questo tipo di giochi, qui è solo l'abilità meccanica del giocatore a fare la differenza.

Nota di merito anche per la gestione della curva della difficoltà, sempre ben calibrata e capace di offrire una sfida mai troppo banale e mai troppo ardua, che cresce di pari passo con l'evoluzione del protagonista e dell'utente che lo controlla. Nel caso in cui doveste trovarlo troppo difficile, comunque, Midnight Fight Express offre la possibilità di calibrare manualmente il livello di aggressività dei nemici, la quantità di salute del protagonista e diversi altri parametri per adattarsi al meglio alle esigenze del singolo giocatore (a patto di rinunciare all'inclusione nelle classifiche online, si intende). Davvero ben fatto.

Sotto il profilo tecnico, infine, il titolo di esordio di Jacob Dwinzel può vantare uno stile visivo alquanto peculiare che coniuga un immaginario dalle tinte noir ad alcune trovate stilistiche tipiche del genere cyberpunk per creare un connubio davvero piacevole da vedere in movimento, grazie anche ad un frame-rate piuttosto solido perfino nelle situazioni più concitate.

Buono il comparto animazioni (al cui motion capture ha lavorato uno degli studi più importanti dell'industria, oltre che al performer responsabile delle movenze di Kratos di God of War, ndR) e ottima la selezione musicale dalle sonorità elettroniche e dubstep che accompagna ed enfatizza efficacemente il ritmo forsennato dell'azione.

È possibile modificare l'aspetto del protagonista e le sue abilità attraverso un apposito menu al termine di ogni missione.

In definitiva, possiamo dire che Midnight Fight Express ci ha convinti appieno. Il suo riuscito mix di arti marziali ipercinetiche, interazione ambientale e vistosi riferimenti ai grandi classici del genere action ha rapidamente fatto breccia nel nostro cuore.

L'opera di Jacob Dwinzel, il suo immaginario, la cura maniacale infusa nella riproduzione delle svariate tecniche di lotta incluse nel gioco lo rendono un titolo consigliabile a chiunque sia alla ricerca di un beat 'em up diretto, senza troppi fronzoli, ma graziato da un sistema di combattimento forse dalla profondità davvero invidiabile.

8 / 10

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Midnight Fight Express

PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S, PC, Nintendo Switch

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A proposito dell'autore
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Riccardo Cantù

Contributor

Nato nel 1993, Riccardo ha coltivato, negli anni, una passione smodata per tutto ciò che è entertainment. Videogiochi, cinema, fumetti, musica e letteratura sono il suo pane quotidiano e ama le lunghe discussioni riguardanti queste tematiche.

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