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Facebook, svelati i dettagli di una class action: rifiutò di risarcire i genitori di minori che avevano inconsapevolmente fatto acquisti nei suoi giochi

Altri guai all'orizzonte per il colosso di Zuckerberg?

Se il 2018 è stato un annus horribilis per Facebook, il 2019 non sembra essere da meno. In base a quanto riportato da Gizmodo, un giudice federale ha stabilito di rendere pubblici, il prossimo lunedì, alcuni documenti contenenti i dettagli di una class action intentata contro il gigante di Mark Zuckerberg nel 2012.

Il fascicolo, scovato grazie all'intervento del blog Reveal, spiega come alcuni impiegati di Facebook fossero ben consapevoli della massiccia quantità di acquisti in-game effettuati dai bambini, in un periodo in cui sulla piattaforma spopolavano titoli come Angry Birds.

A capo della denuncia, una coppia di genitori che si è vista rifiutare il risarcimento delle centinaia di dollari spesi in moneta virtuale dal loro bambino, poiché i dati della carta di credito della madre erano stati salvati nei server di Facebook. Il punto della questione, secondo Reveal, è che il gigante dei social sapeva che l'età media dei suoi giocatori era di circa 5 anni; così come sapeva che i genitori non avrebbero immaginato che i loro figli sarebbero riusciti a inoltrare richieste d'acquisto tanto facilmente.

Il fascicolo cita un particolare scambio di battute tra due impiegati del colosso blu, i quali si chiedevano se fosse opportuno risarcire i genitori di una ragazzina di 15 anni: indicata come "whale", cioè "balena" (un termine che, nel gergo dei giocatori d'azzardo, indica chi si lascia andare a spese folli), avrebbe speso circa 6000 dollari in due settimane. "Io non li risarcirei", ha liquidato la questione uno dei due.

Vedremo quali e quanti altri dettagli trapeleranno dalla vicenda, che rischia di assestare un'altra arpionata ai tentacoli della piattaforma di Zuckerberg.