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Star Wars: The Old Republic

Dalla parte dei Sith...

Inutile girarci intorno: Star Wars è un marchio immortale che vende un botto. Non importa se siano tazze, penne oppure quaderni: basta che ci sia sopra Darth Fener (ops Vader) oppure Luke, e frotte di appassionati compreranno tutto.

Poteva dunque mancare un MMO dedicato al franchise di maggior successo dello scorso secolo? Ovviamente no, ed eccoci quindi a parlarvi del titolo col quale Electronic Arts vuole andare a spodestare Activision dal trono del mercato videoludico, e con cui invece Bioware tenterà l'attacco alla corazzata Blizzard.

Dico subito che provare Star Wars: The Old Republic (da ora SWTOR) pone di fronte a delle scelte. La prima è quella del personaggio: io che, sono una persona intelligente, ho scelto subito il Sith Warrior, perché i Jedi, ammettiamolo, sono un po' troppo banali. Nella versione da me provata non era possibile creare un personaggio da zero, quindi non ho potuto vedere il processo di creazione. Quello che posso dirvi però è che il mio Sith Warrior era bruttissimo. Ma continuiamo…

Quando si "spawna" nel mondo di gioco, la sensazione di déjà-vu è forte. Tutto, persino i colori, rimanda a quel gioco che comincia per 'World' e finisce per 'of Warcraft'. Anche lo stile è fumettoso (ma questo lo sapete già), così come i personaggi.

Come ogni MMO che si rispetti, anche SWTOR ha una solida componente multiplayer: eccone un esempio.
I modelli poligonali appaiono superiori alla concorrenza, seppur migliorabili.

Ma bando alle ciance, eccoci davanti a un bellissimo tempio Sith. Ci accoglie un NPC che, guarda caso, ci assegna la primissima quest: "Vai all'altro tempio passando per quelle tombe brutte e infestate e, già che ci sei, disattiva 4 dispositivi. Se hai tempo, uccidi anche quei mostri che vedi per strada. Te lo chiedo perché dici di essere un Sith con le palle cubiche: dimostralo!".

Sì, mi sento un Sith con le palle cubiche e ho persino una spada laser… oh no! Non è una spada laser, sembra una stanga di ferro con la corrente elettrica! Un arriccia capelli! Sono un Sith che combatte con un arriccia capelli!!! Ora che ci faccio caso, però, ho persino una pettinatura da scappato di casa…

Ecco, diciamo che in una cosa SWTOR riesce bene: a far capire al giocatore che ha appena iniziato di essere un principiante totale. Niente spada laser, un'armatura che sembra più un pigiama e pochissime abilità a disposizione. Si ha la sensazione di essere in un mondo grande, e soprattutto si ha la sensazione di essere davvero degli allievi delle arti oscure. E di essere dei niubbi della Forza…

SWTOR riesce a trasmettere ottimamente il feeling di Star Wars. Non sarà difficile riconoscere molti degli alieni visti nei film, e soprattutto i dialoghi (che sono moltissimi) a scelta multipla fanno immedesimare il giocatore nella propria parte.

Quando si parla a un NPC per una quest (gli NPC che possono dare quest sono contraddistinti da un punto esclamativo sulla testa), si comincia un dialogo vero e proprio. Siamo lontani anni luce dalle missioni di WoW: non si ha una quest scritta da leggere e portare a termine. Si può interagire con il quest giver e chiedergli informazioni: ed è proprio qui che si capisce come SW:TOR sia il successore del mostro sacro Knights of the Old Republic (nella mia top ten dei giochi migliori di sempre).

I dialoghi sono in puro stile Bioware, quindi a scelta multipla e con diversi stati d'animo. Siccome volevo combattere un po' e girare il mondo il più velocemente possibile, mi sono cimentato solo in un paio di dialoghi ed ho cominciato un paio di quest.

Vediamo una instance di livello 50.

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Simone Barillà

Staff Writer

Simone Barillá è un genovese DOC. Tifoso del Genoa, divide la sua vita tra famiglia, lavoro, videogiochi e antipatia per i ciclisti.
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