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Metal: Hellsinger Recensione | Per la carneficina chiamare il numero 666

Una crociata contro le legioni dell'inferno a base di lame, proiettili e... heavy metal!

Quante volte avete sentito parlare della musica metal come del “canto del demonio” o della “musica di Satana”? Tantissime, vero? Fin dai suoi albori, a cavallo tra la fine degli anni '60 e l'inizio dei '70, il genere musicale dell'heavy metal è stato più volte (spesso erroneamente, ndR) associato alla simbologia infernale per i motivi più disparati.

Vuoi per la particolare 'aggressività' delle linee armoniche, vuoi per i testi che si allontanavano delle solite tematiche, vuoi ancora per l'impiego di tecniche di canto peculiari come il growl e lo scream, questo particolare genere è stato capace di scardinare l'ordine costituito divenendo ben presto un autentico stile di vita, oltre che uno dei filoni musicali di maggior successo della storia.

E allora perché non sfruttare questo immaginario così forte e indubbiamente intrigante come ambientazione per un titolo atto a coniugare uno dei trend videoludici più in voga del momento, quello degli sparatutto in prima persona, con le sonorità tipiche del metal?

Dev’essere stato questo il processo creativo condotto da The Outsiders, giovane team di sviluppo svedese che si prepara al proprio debutto ufficiale con Metal: Hellsinger, un 'FPS ritmico' che si avvale della collaborazione di alcuni dei nomi più noti della scena musicale internazionale per confezionare un prodotto originale, adrenalinico e dannatamente soddisfacente.

Metal: Hellsinger segue le gesta de 'L'Ignota', impegnata in una violenta crociata contro le legioni infernali.

Pluri-premiato all'ultima edizione della kermesse tedesca Gamescom e accolto con favore dal pubblico a seguito della release della demo qualche settimana fa, Metal: Hellsinger ha saputo catalizzare l'attenzione dei giocatori nella fervente attesa del suo rilascio, previsto per il 15 settembre su PC, PS5 e Xbox Series X|S, grazie ad una riuscitissima amalgama di trama, gameplay e, soprattutto, soundtrack, curata personalmente dallo studio Two Feathers dei compositori svedesi Elvira Björkman e Nicklas Hjertberg.

Questi ultimi, già noti per aver contribuito alla realizzazione di titoli come Aragami 2, Warhammer: Vermintide 2 e League of Legends: Wild Rift, hanno lavorato a stretto contatto con i frontman di band del calibro di Trivium, Arch Enemy, Dark Tranquillity, Lamb of God, Jinjer, Soilwork, Refused/INVSN e System of a Down per creare un prodotto in cui la musica non è solo un gradevole accompagnamento, bensì parte integrante dell'esperienza, sia sotto il profilo narrativo che sotto quello puramente ludico. Il risultato è, senza mezzi termini, esplosivo.

La trama di Metal: Hellsinger, narrata dal celeberrimo doppiatore Troy Baker, una vera e propria leggenda dell'industry, è incentrata sull'enigmatica figura de 'l'Ignota', una creatura nata dall'unione di sangue umano e demoniaco che, una volta terminato il ciclo di vita terrena, è giunta sulle rive dello Stige, uno dei migliaia di piani che compongono l'Inferno nella sua accezione più tradizionale. La nostra protagonista è un'entità dalla volontà incrollabile e dalla forza formidabile, privata tuttavia della propria voce a causa dei capricci della Giudice Rossa, uno degli esseri più potenti che governano l'oltretomba.

Per poter recuperare la parola, vendicarsi del torto subito e assurgere al predestinato ruolo di 'Cantrice Infernale', l'Ignota dovrà imbarcarsi in un'autentica crociata ai danni delle nutrite legioni diaboliche agli ordini della Giudice, facendosi strada a suon di lame e piombo attraverso otto degli innumerevoli piani di esistenza che costituiscono questa peculiare versione degl'inferi.

Il gameplay da 'FPS ritmico' coniuga i canoni tipici degli sparatutto in prima persona con la necessità di andare a tempo con la musica per infliggere il massimo dei danni e accumulare punteggio.

Quella imbastita da The Outsiders è una storia piuttosto lineare, senza particolari colpi di scena o guizzi di spiccata brillantezza, ma è comunque narrata in modo sufficientemente ritmato da mantenere alta l'attenzione del giocatore per le circa 5/6 ore necessarie a portare a termine la campagna principale.

Ciò che salta davvero all'occhio già dalle prime battute, tuttavia, è il notevole impegno profuso dallo studio svedese nella realizzazione di una personale visione dell'inferno che spazia da luoghi stretti nella morsa di un gelo senza fine ad altri letteralmente divorati da fuoco e fiamme, passando per ambientazioni più 'urbane' e anche qualche... inattesa sorpresa.

Se non altro, va reso merito a The Outsiders di non essersi limitati a riproporre quanto visto, ad esempio, nei recenti reboot di Doom (sebbene la loro influenza sia ben visibile e assolutamente innegabile), ma di aver cercato di dare a Metal: Hellsinger una personalità, uno stile artistico distinto e memorabile.

Ad ogni modo, la vera punta di diamante dell'esperienza, come accennavamo in apertura, è la struttura ludica ideata dallo studio, magari non originalissima nel concept ma incredibilmente ben implementata, divertente e precisa nell'esecuzione.

Nelle sezioni più avanzate il gioco può regalare situazioni piuttosto caotiche. Il frame-rate, tuttavia, riesce a rimanere piuttosto stabile.

Un FPS ritmico, per chi ancora non lo sapesse, risponde alle regole classiche del genere tra sparatorie, ricariche rapide, scatti, salti e movimenti repentini; qui però il tutto è declinato in salsa musicale richiedendo al giocatore di compiere tutte le azioni sopraelencate a ritmo di musica, pena un output di danno sensibilmente inferiore e un punteggio notevolmente più basso alla fine di ciascun livello.

Se invece si riesce a rimanere sempre in linea con i brani ad alti BPM che vengono proposti dal gioco, in breve tempo ci si rende conto di navigare per gli scenari come in una danza mortale, facendo leva sulla spiccata agilità dell'Ignota per portare una vera e propria carneficina alle porte dell'inferno.

Non è un compito facile, almeno per i primi tempi, ma per aiutarci in questa impresa gli sviluppatori hanno ben pensato di inserire nell'HUD un indicatore che cinge il reticolo di mira e pulsa a ritmo di musica, in modo da suggerire il momento giusto per eseguire qualsiasi tipo di gesto.

Con un po' di pratica, comunque, è possibile prendere dimestichezza con i meccanismi fondanti di Metal: Hellsinger evitando di prestare troppa attenzione all'indicatore, ed è proprio in quel momento che il gioco rivela tutto il suo potenziale.

Le doppie revolver Cerbero e Ortro sono solo alcune delle armi a disposizione dell'Ignota.

Dopo aver familiarizzato con i comandi e con la precisione di esecuzione richiesta per non perdere le 'serie di punti' cumulabili eliminando i nemici senza andare fuori tempo, ecco che The Outsiders ci presenta il moltiplicatore Furia che, in una scala da 2 a 16, garantirà ai giocatori più abili la possibilità di ottenere punteggi elevatissimi e di svettare nelle classifiche globali presenti alla fine di ogni missione.

Per raggiungere il grado massimo, oltre a una buona dose di riflessi e coordinazione, sarà fondamentale conoscere i diversi tipi di nemici, i loro moveset e le loro debolezze: basta subire un solo colpo per vedere crollare drammaticamente la Furia.

L'Ignota, dal canto suo, può fare affidamento su un arsenale di armi ristretto ma ben caratterizzato e soprattutto efficace, che va dall'inseparabile lama Terminus, utile a falciare i nemici a distanza ravvicinata o a eseguire le immancabili Glory Kill (che anche in questo caso ricompensano con un quantitativo di punti vita), al fucile a pompa Persefone, ottimo da breve distanza per occuparsi anche di interi gruppi di nemici; senza dimenticare le doppie revolver Cerbero e Ortro, perfette per le i tiri a lunga gittata.

Ci sono anche alcune sorprese che preferiamo lasciarvi scoprire da soli ma, tutto sommato, gli attrezzi del mestiere pensati da The Outsiders ci hanno soddisfatti, chi più e chi meno, in termini di feeling e registrazione dei colpi. Davvero un ottimo lavoro.

La soundtrack può vantare artisti di fama internazionale.

Ci sono ovviamente anche alcune boss fight, spettacolari sotto il profilo delle coreografie e delle atmosfere ma un po' deludenti sotto quello della varietà: i boss tendono a somigliarsi un po' troppo tra loro per motivi legati alla trama ma non vi nascondiamo che ci sarebbe piaciuto scontrarci con nemici più diversificati tra loro. Magari nel prossimo capitolo?

Che dire, infine, delle modalità secondarie? Dopo aver completato una discesa in ciascuno degli otto inferni ideati dal team svedese, potrete partecipare ai cosiddetti 'Tormenti', delle missioni con regole specifiche che, una volta portate a termine, vi daranno accesso ai relativi Sigilli, ovvero dei perk che possono essere utilizzati nella campagna principale per migliorare le prestazioni e ottenere punteggi sempre più corposi.

Si tratta di un'interessante variazione sul tema che richiederà agli utenti un certo spirito di adattamento, oltre che i soliti nervi d'acciaio e l'orecchio musicale. Non saranno compiti che vi terranno impegnati per decine di ore, sia chiaro, ma è comunque un buon tocco da parte di The Outsiders.

Chiudiamo la disamina parlando del comparto tecnico di Metal: Hellsinger che non sarà ai livelli dell'eccellente Doom: Eternal ma che comunque può vantare una certa cura nella creazione dei modelli poligonali, nelle animazioni e nell'effettistica generale. Ottimo anche il frame-rate, che non mostra alcun segno di cedimento nemmeno nelle situazioni più caotiche: una vera manna dal cielo per produzioni di questo tipo.

The Outsiders ha tratteggiato una visione dell'inferno del tutto personale.

Intendiamoci, stiamo pur sempre parlando di un prodotto indipendente realizzato con budget tutt'altro che faraonici ma abbiamo apprezzato ogni minuto del tempo passato negli inferni in compagnia dell'Ignota, complice anche una direzione artistica in stato di grazia.

Il ruolo del leone, tuttavia, lo gioca la selezione musicale che, come dicevamo, è composta da brani inediti arrangiati da Two Feathers e da alcuni talentuosi musicisti della scena metal contemporanea. Spiccano, in un contesto di assoluta eccellenza, il brano curato da Matt Heafy dei Trivium, quello di Alissa White-Gluz degli Arch Enemy e quello di Tatiana Shmayluk dei Jinger ma non c'è stato un solo momento in cui siamo rimasti delusi da uno dei pezzi inclusi nel gioco, ve lo possiamo garantire.

In definitiva Metal: Hellsinger è un progetto che parla direttamente al cuore degli appassionati del metal, un'esperienza dai ritmi forsennati, divertentissima, a tratti galvanizzante, un titolo che non può non fare parte del bagaglio culturale di chiunque si professi sostenitore di questo peculiare genere musicale.

La trama è piuttosto basilare, è vero, e in termini di valore contenutistico è un pacchetto che non fa certamente gridare al miracolo ma quando la struttura ludica è così solida e l'accompagnamento musicale è di un livello così elevato, servono davvero altri motivi per consigliarvi Metal: Hellsinger? Affilate le lame, caricate le armi e accordate le chitarre: abbiamo otto inferni da reclamare.

8 / 10