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La prima donna nera in Overwatch è l'ennesima gatta da pelare per cui Blizzard si deve giustificare

L'attesa per un eroe di questo tipo sarebbe legata alla storia del gioco.

Chi vi scrive deve ammettere che non era a conoscenza di un'altra insistente critica che da ormai diverso tempo sta colpendo Blizzard e in particolare il team al lavoro su Overwatch. Blitzchung/Hong Kong è la controversia più recente e pressante ma non è di certo la sola o quella in voga da più tempo.

Da ormai anni diversi giocatori dell'hero shooter hanno criticato Blizzard per la mancanza di un'eroina nera tra i 31 eroi attualmente disponibili. C'è un gorilla, un criceto in un mech e personaggi di diverse etnie ma nessuna donna nera da anni richiesta con insistenza da una larga parte della community. Questa richiesta sta per essere soddisfatta con il lancio di Sojourn ma quest'eroina non sarà effettivamente disponibile fino all'uscita di Overwatch 2.

Si tratta di una questione di inclusione che evidentemente si sta rivelando estremamente importante per molti e su cui gli sviluppatori stanno rispondendo con una certa lentezza. Perché Sojourn verrà lanciato solo in contemporanea con Overwatch 2 e perché c'è voluto così tanto? Jeff Kaplan stesso ne ha parlato alla BlizzCon 2019.

"Abbiamo realizzato i concept di Sojourn prima che Overwatch venisse lanciato. È immediatamente diventata un personaggio molto importante per noi e mentre lavoravamo su Overwatch 2 è progressivamente diventata un elemento centrale della storia di quel titolo. Sta iniziando a spiccare nel lore ora, abbiamo sempre avuto la storyline proposta nell'evento PvE Storm Rising e stiamo lavorando su Overwatch 2 da diversi anni".

Le prime apparizioni di Sojourn risalgono al corto animato del 2016 Recall e i fan hanno atteso per anni la sua introduzione con livelli di frustrazione che progressivamente crescevano e sfociavano in critiche e richieste più insistenti. Kaplan e il team hanno però un piano preciso sul lungo termine e vogliono rispettarlo nonostante la rabbia di una parte dei fan.

Ci troviamo di fronte a una critica sulla mancanza di rappresentazione che è molto sentita ma che allo stesso tempo può comprensibilmente stranire per quanto stia diventando radicale. Come sottolineato da un utente sotto l'articolo di Kotaku, Overwatch propone due donne egiziane, un uomo africano, uno haitiano e un robot realizzato da una giovane ragazza africana oltre ad altri personaggi appartenenti a nazioni, culture e orientamenti sessuali diversi.

Ha davvero senso criticare così duramente una compagnia per la mancanza (per ora) di una donna nera giocabile tra gli eroi o si tratta semplicemente di una esagerazione e dell'ennesima occasione per criticare la Blizzard cattiva? Forse la verità sta nel mezzo.

Fonte: Kotaku