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Il valore del viaggio - editoriale

Gli spoiler non possono rovinarlo.

Ci hanno spoilerato il finale di The Last of Us Part 2. Stiamo parlando di uno dei giochi più attesi e, con tutta probabilità, qualitativamente migliori di questa generazione, un sequel del quale non ci saremmo comunque privati, per intenderci.

A primo impatto siamo stati assaliti dalla rabbia ma in un secondo momento ci siamo resi conto che, nonostante l'accaduto, la nostra esperienza con questo seguito non ne avrebbe risentito più di tanto. Non solo: da questo spiacevole evento è arrivato l'incipit per questo pezzo che, inconsciamente, ci ha permesso di ricordare uno degli aspetti che più ci piace dei videogiochi. Una doverosa premessa prima di proseguire: nessuno spoiler sarà menzionato o riportato.

Un primo accenno di illuminazione è giunto mentre stavamo giocando a Death Stranding. Per noi videogiocatori questa quarantena rappresenta il momento ideale per smaltire il backlog e dedicarci a dei titoli lasciati indietro, e per noi era giunta l'ora di proseguire nell'ultima fatica di Kojima. Tra la costruzione di una strada e la consegna di un pacco, ci siamo ricordati di quanti possibili spoiler e leak siano stati pubblicati su questo titolo. Addirittura una volta si è temuto che lo script intero della produzione, contenente ogni minuscolo dettaglio riguardante l'allora enigmatico progetto della Kojima Production, fosse finito in rete. Ai tempi questa notizia fece molto rumore, proprio come quelli di The Last of Us oggi.

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Quando si parla di Hideo Kojima, però, non si sa mai cosa aspettarsi e il modo migliore per scoprirlo è semplicemente giocando. A questo titolo sono stati attribuiti davvero tanti nomignoli sbeffeggiativi, "walking simulator" primo tra tutti, e non è poi così tanto difficile capirne i motivi. Ciò nonostante bastano poche ore per restare ammaliati da quel mondo e persino i momenti più noiosi offrono possibilità di ammirare i magnifici panorami accompagnati dalle suggestive note dei Low Roar.

I possibili spoiler passano in secondo piano al punto che non è più importante come finirà l'avventura. Chiaramente si spera in un finale coinvolgente ma le sensazioni provate durante questo viaggio rimarrebbero comunque immutate, come un intimo ricordo dell'esperienza con Death Stranding.

Adesso è facile guardare indietro, consapevoli che quelle notizie non erano veritiere, ma con gli spoiler funziona così. Fintanto che un gioco non è uscito, non è possibile verificarne la veridicità. Lo spoiler fa paura, come una creatura senziente che si alimenta del timore del giocatore, preoccupato di essersi rovinato un'esperienza che magari attendeva da tempo, quel piccolo svago che permette di fuggire dai problemi di tutti i giorni.

Sono passati sette anni dal primo The Last of Us e non saranno alcuni spoiler a rovinare uno dei titoli più attesi di questa generazione.

Un destino simile è toccato a The Wicher 3. Circa un anno prima della sua pubblicazione, infatti, vennero pubblicate moltissime informazioni riguardo alla produzione che ha consacrato i CD Projekt Red. Molti di questi contenuti erano immagini di Geralt e di varie creature, ma c'erano anche alcuni documenti che descrivevano alcune meccaniche di gioco e addirittura alcuni dei possibili finali. Anche in questo caso però nessuno spoiler avrebbe potuto minare l'incredibile avventura dello Strigo. Conoscere ad esempio il possibile ruolo di Triss o Yennifer non avrebbe influenzato i comportamenti del giocatore, che avrebbe comunque interagito con i personaggi per raggiungere i propri fini.

Si potrebbe erroneamente pensare che lo spoiler sia una minaccia moderna ma la verità è che esiste da sempre, e internet gli ha solo conferito una diffusione più rapida e capillare. Basti pensare a Half Life 2: di quello che tuttora rimane uno dei migliori titoli che l'industria abbia prodotto, ai tempi fu trafugato il codice sorgente, fortunatamente di una versione lontana da quella finale.

Un anno prima della sua pubblicazione l'hacker tedesco Axel Gembe era riuscito a introdursi nei server della Valve e aveva rubato la versione più recente su cui stavano lavorando. Stando alle sue parole non aveva intenzione di pubblicarlo, ma finì comunque in rete a causa di un suo amico di cui chiaramente aveva sbagliato a fidarsi.

Nel bene o nel male Death Stranding ha fatto a lungo parlare di sé. Sicuro è che l'opera di Kojima verrà ricordata.

Un altro esempio riguardo Halo 2, che vide la sua pubblicazione nell'autunno del 2004. Si trattò di un'annata non particolarmente fortunata perché, anche in quel caso, una versione completa del gioco venne pubblicata illegalmente su internet. Apparentemente delle copie furono trafugate prima di venir distribuite e, senza gli strumenti di cui l'industria può avvalersi oggi, non è difficile capire che le intenzioni dei criminali siano andate a buon fine.

Questi sono due esempi di proporzioni enormi, di fronte a cui i leak di The Last of Us 2 paiono una barzelletta. Nonostante quanto accaduto, però, entrambe le produzioni son state regolarmente pubblicate e ogni amante degli FPS ha potuto apprezzare due capisaldi del genere. Ci sarebbero poi altri esempi e potremmo andare avanti a scrivere per ore. Ma il punto è sempre lo stesso: gli spoiler sono davvero spiacevoli ma non dovrebbero impedirci di apprezzare comunque un'opera promettente.

Con questo non vogliamo giustificare azioni che mettono a repentaglio l'esperienza di altri videogiocatori. Piuttosto vogliamo offrire uno spunto di riflessione per non farci scoraggiare da questi imprevedibili eventi, per mantenere vivo l'interesse e il desiderio della scoperta.

Quando si parla di grossi leak è impossibile non pensare al peculiare caso di Half Life 2, quando un hacker tedesco trafugò il codice sorgente dai server di Valve.

"La fine è parte del viaggio", recitava Tony Stark nel finale di Avengers: Endgame e il vendicatore dorato aveva proprio ragione. La fine è solo una parte, importante certamente ma che non rappresenta il viaggio nella sua interezza.

Chiaramente dispiace conoscere a priori alcuni eventi rilevanti, ma non per questo influiranno sui sentimenti e sulle emozioni che si provano durante la prima partita.

Conoscere il finale di The Last of Us non avrebbe di certo rovinato le sensazioni che abbiamo provato all'epoca e allo stesso modo siamo certi che non avverrà con Part 2.

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A proposito dell'autore
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Manuel Santangelo

Contributor

Manuel inizia in tenera età sulla prima Playstation, per poi spostarsi su PS2 e Xbox. Appassionato di sparatutto, s'affeziona a titoli quali Halo e Metal Gear Solid. Apprezza quasi ogni genere e negli ultimi anni inizia a creare contenuti su YouTube, anche per Eurogamer.it.
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